LA PRIMA NOTTE DI QUIETE di Valerio Zurlini – I – 1972 – 130’
Con ALAIN DELON, SONIA PETROVA, GIANCARLO GIANNINI, LEA MASSARI
Rimini. L’anno scolastico è appena iniziato e in un liceo arriva Daniele Dominici (Delon), nuovo professore di lettere, trasferitosi da poco in città. Di bell’aspetto ma trasandato nell’abbigliamento, con i colleghi e soprattutto con i suoi ragazzi Daniele ha un atteggiamento fin troppo rinunciatario, dimesso, disilluso, assolutamente privo di entusiasmo verso la sua professione. Daniele cela dentro di sé un vecchio e mai cancellato dolore per il suicidio di un suo amore giovanile, al quale ha poi dedicato un libro di poesie intitolandolo “La prima notte di quiete”, indicando in quella notte la morte, cioè la prima volta in cui un uomo “si addormenta senza correre il rischio di fare alcun sogno”. Una mattina Daniele chiede ai suoi ragazzi di scegliere se svolgere un tema sulle opere di Alessandro Manzoni o un altro dove descrivere se stessi: l’unica a optare per lo scrittore milanese è Vanina Abati (Petrova) e la cosa attira subito la curiosità di Daniele, affascinato anche dalla bellezza della ragazza. Daniele inizia a corteggiare Vanina, ma a ostacolare la loro relazione ci sono vari personaggi che li circondano, prima fra tutte la madre di Vanina e quello che sembra più un suo amante occasionale che un fidanzato, spalleggiato questo da un gruppo di sfaccendati amici. L’unico a comprendere la sensibilità di Daniele è Giorgio Mosca (Giannini), per tutti “Spider”, il quale difende l’insegnante dagli attacchi, anche fisici, di quella sorta di “vitelloni” di provincia che Daniele, suo malgrado, frequenta. Sempre più innamorato di Vanina, Daniele deve necessariamente troncare il rapporto che ha con Monica (Massari), che per lui ha lasciato il marito e che ora per la disperazione medita il suicidio. Come la protagonista del libro di poesie di Daniele.
“Parlare di questo film non mi è molto gradito…da un certo momento in poi ho solo cercato di finire alla svelta. La lavorazione di quel film è stata semplicemente una tortura”. Così si esprimeva Zurlini parlando del suo lavoro a Franca Faldini e Goffredo Fofi, ed erano passati ben dodici anni dalle riprese, evidentemente a nulla era valso il successo di pubblico e l’entrata di diritto del suo film nella lista dei migliori del cinema italiano degli anni Settanta. Per alcuni ideale e pessimistico seguito di “I vitelloni” di Fellini, con “La prima notte di quiete” l’immagine di Delon e il suo cappotto doppio petto di cammello, la sigaretta fra le labbra e la barba di tre giorni, rimarrà nella mente di tutti (e nei cuori del pubblico femminile) per molti anni, surclassando quella che si era guadagnato tre anni prima sul set di “La piscina”. Diametralmente opposto a quello di John Keating di “L’attimo fuggente” è il metodo di insegnamento e divulgazione che usa Daniele con i suoi studenti, tanto da non obbligarli a starlo ad ascoltare, sottolineando anzi il suo menefreghismo verso la loro militanza politica “Per me neri o rossi siete tutti uguali, i neri solo un po’ più cretini”. Semplicemente strepitoso il cast perché, oltre ai citati, ci sono Alida Valli nella parte di Marcella, la madre di Vanina; Adalberto Maria Merli è Gerardo Pavani, amante di Vanina; Renato Salvatori è Marcello, un amico di Pavani e Salvo Randone è il preside del liceo. Nel descrivere Vanina, con disprezzo Pavani la definisce “bella ma molto scomoda, con tanto passato, poco presente e niente futuro”: senza volerlo, Pavani descrive più o meno esattamente quello che è risultato essere il percorso professionale della Petrova.
UMBERTO BERLENGHINI
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