Luglio 1914: a ripensarci, quello fu davvero il mese più drammatico del nostro secolo. Quelle settimane che corsero tra l'assassinio dell'erede al trono d'Austria, Arciduca Francesco Ferdinando, e le dichiarazioni di guerra delle massime potenze d'Europa, furono una tale preparazione di avvenimenti straordinari, di decisioni enormi, di mutamenti radicali, che si potrebbero rassomigliare all'inizio di una tempesta cosmica. Fu davvero uno di quei momenti della storia universale, in cui pare che tutte le forze che muovono l'umanità -potenze materiali e potenze spirituali, volontà consapevoli e istinti oscuri, azioni di singoli e azioni di masse - confluiscono, s'avviluppano e precipitano in una crisi storica.
Menzogna e leggerezza, passione e paura di trenta diplomatici, principi e generali, trasformarono milioni di uomini pacifici in assassini, briganti, incendiari, per la durata di quattro anni, per la ragion di Stato, per lasciare alla fine l'Europa imbarbarita, appestata, in miseria. Nessun popolo ne ricavò un profitto duraturo. Tutti perdettero
Eventi di quella grandezza e complessità sogliono richiedere un lavoro di più generazioni, parecchi decenni di indagine, di critica, di revisione, ed anche di meditazione pacata e serena, prima che se ne veda maturare una vera e propria sintesi storica.
"Alle otto della sera" ha tentato di ridar vita a quegli eventi.