23-03-2009 14:55

Nel segno della continuitá

Giancarlo Abete é stato rieletto alla guida della FIGC

All'unanimitá Abete succede a se stesso. Incassa e ringrazia il numero 1 della FIGc chiamato a traghettare l'Italia delle federazioni calcio oltre i gorghi della crisi economica. La scommessa é grossa e l'orizzonte appare lontano. 

Ristrutturazione degli stadi e lotta alla violenza, ma anche riforma dei campionati, tutela dei vivai nazionali, rafforzamento del settore tecnico e della competivita' di club e nazionali oltra alla candidatura per Euro2016. Non é poco e per far partire il cantiere del nuovo calcio italiano c'é bisogno di molto coraggio e passione come ha sottolineato nella sua relazione programmatica.

I due anni precedenti sono serviti per cercare di cancellare le macchie di calciopoli, operazione riuscita anche se i fantasmi del passato aleggiano ancora nei ricordi di tutti.

Dalla difficile gestione dei mondiali del 2006 con l'Italia che alza la coppa del mondo nel momento piú critico della storia del nostro calcio ad oggi, i paletti di un difficile slalom sono stati tutti superati.

Petrucci parla di guida sicura, i 442,17 voti a suo favore ne sanciscono il riconoscimento assembleare e confermano la richiesta di continuitá di un progetto che é solo a metá del compimento.
 

Tante priorita' e una  preoccupazione. Giancarlo Abete ha un'agenda gia' fitta. ''La lotta alla violenza rimane al centro della nostra azione, al di la' dei trend positivi che si consolidano settimana dopo settimana'', dice dopo l'elezione avvenuta nell'assemblea tenuta all'Hotel Hilton di Fiumicino e nella quale ha ottenuto il 98,42% delle preferenze. Dall'Inghilterra e' partita un'offensiva mediatica per sottrarre a Roma, battezzata 'citta' della coltellata', la finale di Champions League. ''I dirigenti di Arsenal, Chelsea e Manchester si sono espressi in maniera diversa rispetto all'orientamento assunto da una parte della stampa. Dobbiamo respingere questa logica di mortificazione di altri paesi e territori. Non accettiamo lezioni'', dice il presidente della Figc. 


Capitolo stadi: ''Siamo rimasti alla task force varata nel passaggio tra vecchio e nuovo governo'', dice Abete. ''Va rilanciata una centralita' di scelte del mondo del calcio, delle istituzioni e della politica. Bisogna capire cosa si vuol fare sul fronte degli impianti, altrimenti la candidatura agli Europei del 2016 perderebbe forza''. Il presidente si sofferma sui bilanci societa': ''Bisogna  contenere i costi in Serie A, dove sono presenti ricavi che garantiscono un gettito significativo. In B e in Lega Pro bisogna creare condizioni di positivita', all'interno di un contesto complesso'. 

Le preoccupazioni principali arrivano per ora dalla situazione della Lega Calcio: il 31 marzo i club si riuniranno per eleggere i nuovi vertici dopo una serie di rinvii. ''Siamo tutti consapevoli delle difficolta' che la Lega sta incontrando sul versante delle regole prima ancora che sui nomi dei dirigenti. Per una forma di rispetto nei confronti della Lega, convochero' il prossimo Consiglio federale il 3 aprile'', dice Abete. ''Spero che per quella data la Lega abbia eletto presidente e consiglieri federali. Se questo non dovesse accadere, il Consiglio federale valuterebbe la situazione tenendo presente che i rappresentanti della Lega non potrebbero partecipare'', aggiunge il presidente. La data del 31 marzo ''e' uno spartiacque per quanto riguarda la partecipazione dei rappresentanti della Lega al Consiglio''. L'ipotesi di un commissariamento della 'Confindustria del pallone' non appare concreta, almeno al momento. ''C'e' un quadro normativo da rispettare, non c'e' un automatismo da questo punto di vista'', dice il presidente. 

La scheda
Dopo essere stato parlamentare per tre legislature Abete, nato il 26 agosto del 1950 a Roma, entra nel calcio diventando presidente del settore tecnico della Figc dal 1988 al '90 (chiamato da
Matarrese); poi passa al vertice della Lega di C dal '90 al '97, mentre nel 1996 diventa vicepresidente della Federazione alla cui guida c'era Luciano Nizzola. Gia' negli anni passati Abete era stato in lizza per diventare presidente della Figc: nel 2005, anno della rielezione di Franco Carraro, diventa vice presidente vicario e, secondo il cosiddetto "accordo della staffetta", Carraro avrebbe dovuto lasciargli il testimone entro la fine del 2006. I programmi saltano del tutto perche' durante l'estate del 2006 scoppia lo scandalo "calciopoli" che spazza via i vertici del calcio italiano. Abete pero' esce totalmente indenne dalla bufera e durante il periodo di commissariamento di Guido Rossi diventa capodelegazione della Nazionale che poi diventera' campione del mondo in Germania. Nel 2007 si presenta di nuovo per la presidenza della Figc da candidato unico e il 2 aprile diventa il nuovo capo del calcio italiano. Durante il suo primo mandato, pero', incassa la sconfitta per l'assegnazione di Euro2012, dove la candidatura di Polonia e Ucraina viene preferita a quella italiana.

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