Il nuovo album di Goran Bregovic è ispirato a Sarajevo, la sua città natale, e alla sua straordinaria storia nel corso della quale si sono stratificate culture molto diverse tra loro generando un incredibile caleidoscopio di identità. Situata nel cuore dell’Europa, Sarajevo ha subito la dominazione bizantina, ottomana e austro-ungarica. Nel XVI° Secolo, gli Ebrei Sefraditi in fuga dalla Spagna si unirono ai Cattolici, Musulmani e Ortodossi Cristiani per coesistere in quella che è considerata la “Gerusalemme dei Balcani”. Nell’album, Bregovic ha voluto raccogliere i tre elementi (cattolico, musulmano e ortodosso) con tre lunghi brani scritti per la sua Weddings and Funerals Orchestra supportata da un’ampia compagine sinfonica nei quali sono inseriti soli per violino (in stile gitano, klezmer e classico) e una serie di canzoni esplosive interpretate dalle inconfondibili voci di Rachid Taha, Riff Cohen, Asaf Avidan e Babe. Nella sua tappa milanese del tour, lo ha intervistato Alfredo D'Amato