Era il luglio del 1969, venti anni prima della Caduta del Muro di Berlino, quando si combatteva la Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e la Russia, il capitalismo e il comunismo, la società dei consumi e l’economia di stato. Con tutte le ideologie che accompagnavano il confronto e con tutti gli apparati di comunicazione e di immagine, nei quali va inquadrata anche l’impresa che portò sulla Luna gli astronauti Americani. Era il tempo della corsa allo Spazio, i Russi avevano anticipato gli Americani con Gagarin in orbita, ma adesso erano gli Americani a prendersi la rivincita!
Sono passati cinquant’anni, e quella storia sembra lontana. Una sorta di favola che abbiamo deciso di ricordare in questa attualità complicata, tortuosa, per nulla epica e affascinante. Eppure, in quella notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969 si realizzò un sogno incredibile se non fosse che si realizzò davvero, a parte le ossessioni cospirative e complottistiche che continuano a dirci che nessuno scese sulla Luna e che fu tutta una messa in scena orchestrata per conto della Nasa e della Casa Bianca da uno dei più grandi registi della storia del cinema: Stanley Kubrick.
Un uomo sulla Luna! Ma come, dopo millenni e millenni di sguardi, con la distanza incolmabile che trasformava quel cerchio bianco impresso nel nero della notte nella figura di un’alterità irraggiungibile e dunque deposito di tutto quello che l’umanità si vedeva precluso dalle sue costitutive mancanze, dalla sua irrimediabile finitudine. La Luna, bianca e gelida, silente testimone, da lassù, delle tragedie e delle felicità, della vita e della morte, lassù, qualunque cosa accadesse quaggiù. Remota e tuttavia presente, un al di là a portata di mano che illudeva della sua vicinanza, con quel ritorno fatale come un destino, segnato da fasi che con il gioco della luce e dell’ombra, del Sole e della Terra, ne trasformano via via il profilo, crescente e calante, nova e piena, misterioso involucro di energie che ci attraversano, dalle maree ai flussi del femminile…
Non si finirebbe di elencare le parole che sono state indirizzate al muto satellite che continua ruotare attorno a noi, colme di desideri, appelli, rimpianti, rimproveri, fallimenti, speranze, ardori, amori… Sì, forse è la parola giusta. L’amore che altro non è che la tensione altrimenti inesprimibile che ci trasporta verso qualcuno o qualcosa che resta però sempre un poco più in là, separato per quanto vicino, presente e sempre lontano.
E invece in quella notte accadde l’impensabile e l’impossibile. Un uomo, il primo, mette piede nel Mare della Tranquillità. Neil Armstrong scende con il modulo lunare con il collega Buzz Aldrin alle 2 e 56 del 21 luglio, ora di Greenwich per mettere d’accordo tutti, imprime l’orma sulla polvere della superficie lunare un suggello e un calpestìo, come fosse una presa di possesso che è anche la prima simbolica modificazione inferta a un corpo che nessuno aveva mai toccato (a parte visite aliene di cui non abbiamo conoscenza...). “Un piccolo passo per un uomo, un balzo gigante per l’umanità”, dice il pioniere, e comincia a saltare nella leggerezza che viene dall’assenza di gravità. Un gioco a rovescio. Stavolta è l’uomo che volteggia sulla palla e non, come gli accade sulla Terra, lui che palleggia con il pallone. Un piccolo Prometeo scende sulla Luna, forte della tecnologia che l’ha portato a quella mèta, con una dimostrazione di efficienza e di creatività ingegneristica, e che si manifesta nella gioia di una conquista che dice di un’umanità che per la prima volta esce dalla costrizione del suo pianeta e si lancia oltre, nello spazio fino a piantare la sua bandiera – in questo caso quella americana – sul suolo della Luna. Anche quello è un gesto simbolico, dice sì dell’impresa dell’Uomo, ma anche della potenza dell’America che l’ha portato lassù – e che i Russi stiano a guardare in tv quello che sta accadendo... – e pure dei segni, inevitabili, che quell’essere calato giù con quel trabiccolo comincia a lasciare orme, buchi e anche un’effrazione, perché quando Armstrong se ne va insieme a Buzz Aldrin, che l’ha raggiunto diciannove minuti dopo, portano via una ventina di chili di materiale. Un pezzo della Luna! Conquistiamo e portiamo via.
Salgono in due sul modulo lunare, ritornano alla navicella dove li aspetta Michael Collins e riprendono la rotta verso la Terra, la Casa, l’Home, dove ammarano il 24 luglio.
Altre missioni si succedettero, nuovi allunaggi e – va ricordato - anche incidenti drammatici. Poi, la corsa si fermò, il primo passo non è stato seguito da altri e nessuno ha più disturbato la Luna… Oggi, se un obiettivo guida le ricerche, sembra Marte la mèta agognata, ma certo non domani.
Sono passati cinquant’anni, e noi ricordiamo – chi c’era, ovviamente – quella lunga notte che la Rai trasmise in diretta e senza interruzione. La voce rauca e epica di Ruggero Orlando al centro spaziale Kennedy, che era stato a Cape Canaveral, e lo studio a Roma condotto da Tito Stagno con Andrea Barbato e Piero Forcella e il coordinamento di Aldo Falivena. E ricordiamo l’attesa un poco stupita mentre accadeva, stava accadendo, l’impossibile. Al punto che gli stessi cronisti, presi dalla foga del racconto e forse anche dal desiderio di essere il primo ad annunciare che il primo uomo era arrivato sulla Luna, si contraddissero, Orlando anticipò e Stagno, con qualche ritardo, corresse... Anche quel battibecco si guadagnò un posto nella mitologia elettrodomestica della tv.
Nel celebrare il 50° anniversario dal più grande successo nel campo della scienza e dell’ingegneria umana, la Rai ha una lunga programmazione con approfondimenti e racconti che hanno portato per la prima volta l’uomo a posare i piedi sul suolo lunare. Una celebrazione che vedrà coinvolti tutti i campi della Rai, dalla radio alla televisione, senza dimenticare i canali internet. Programmazioni verranno fatti in tutti i campi della piattaforma Rai, da Rai Radio Classica a Rai Radio Kids, passano per Rai Radio Techete’ e Rai Radi Live. Questo a significare quando abbia toccato nel profondo l’impresa di Amstrong, Aldrin e Collins compiuta in quel lontano 20 luglio del 1969.
Rai Radio 1 dedica all’anniversario buona parte del proprio palinsesto del 20 luglio. Un reportage rievocativo all’interno di Inviato Speciale (a partire dalle 8:30 del mattino: tra gli altri interverrà Tito Stagno, che nel 1969 commento la lunga diretta che la Tv dedicò all’evento) e una puntata speciale di Eta Beta sulla luna (a partire dalle 10:30) della durata di circa un’ora (tra gli ospiti: Ettore Perozzi, direttore reparto Near Earth Object dell'ASI Agenzia Spaziale Italiana; Luca del Monte, Responsabile Politica industriale e economia dello Spazio all’Agenzia spaziale europea; Gianluca Dettori, fondatore di Primomiglio, società specializzata in investimenti su startup della space economy).
Nei giorni precedenti, approfondimenti, contributi e interviste all’interno di varie trasmissioni trasmissioni, tra le quali Radio anch’io, Radio1 in viva voce, e Zapping Radio 1. Un contributo l’ha lasciato anche la trasmissione Radio di Bordo, che ha analizzato il rapporto tra Luna e mare insieme a Gianni Turla, consigliere della Lega Navale di Milano e conferenziere al Planetario Ulrico Hoepli nei giardini di Porta Venezi. La Luna è stata fonte d’ispirazione soprattutto nella musica. Per questa la trasmissione Un giorno da gambero ha voluto ricordare la prima parte dell’evento con alcune canzoni che hanno come protagonista il nostro satellite. Sullo stesso avviso è stata la trasmissione Radio1 Beat Club che nella puntata dedicata all’allunaggio ha intervallato notizie e canzoni a tema lunare. In tema del tutto diverso è stata la puntata de Il pescatore di perle che ha trattato il tema dell’allunaggio in una chiave filosofica.
Grande spazio allo Sbarco sulla Luna sarà dedicato anche nella programmazione di Radio2. Due sono i programmi che hanno trattato, alla loro maniera, il tema lunare. Uno di questi è Fox in a Box, dove la volpe ci farà ascoltare tutte le più belle canzoni che hanno come tema la Luna. Per quanto riguarda l’impresa di 50 anni fa, il contributo più importante lo lascia la trasmissione Me Anziano You TuberS, senza dimenticare gli spezzoni radiofonici raccolti da Pezzi da 90.
Grande programmazione all’impresa lunare quella presentata da Radio3 che realizzato una raccolta di programmazioni dal titolo 3 sulla Luna che, attraverso inchieste e testimonianze, ci raccontano l’impresa lunare.
Si comincia con Destinazione Luna: da Galileo ad Apollo 11, che racconta le testimonianze e le applicazioni che questa impresa hanno portato alla civiltà; poi con Segnati dalla Luna ascolteremo le storie di Buzz Aldrin e Hassison Schmitt, rispettivamente il secondo e l’ultimo uomo a camminare sulla Luna; Con Le avventure di Apollo è possibile ascoltare tutte le puntate che Radio 3 Scienza ha dedicato al programma Apollo che ha portato l’uomo sulla Luna. Con Poeti sulla Luna sentiremo i migliori poeti contemporanei decantare le loro opere dedicate alla Luna, mentre con la rubrica L’uomo è sulla Luna vivremo l’impresa lunare attraverso le storie, tra passato e presente, viste con gli occhi di persone comuni che vivevano in ambiti socili differenti (dagli Stati Uniti protagonisti fino agli acerrimi rivali sovietici, passando per il Sudafrica dell’Apartheid).
Ampia programmazione è stata realizzata anche da Rai Radio Techete’. In particolare con Filo Diretto GR Apollo 11 vivremo momento per momento tutte le fasi della missione Apollo 11, dal decollo a Cape Canaveral fino al rientro sulla Terra. Un grande contributo lo ha lasciato la trasmissione Alle 8 della Sera che sul tema delle conquiste spaziali ha realizzato due serie di trasmissioni: Dalla Terra alla Luna e Dallo Sputnik allo Shuttle, entrambe ideate e condotte da Umberto Guidoni, il primo astronauta europeo a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Senza dimenticare Gli Speciali della settimana della Luna.
Una grande programmazione per raccontare “Un piccolo passo per l’uomo… ma un passo da gigante per l’Umanita”!!!