VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

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La tassa di sbarco a Venezia

di Guido Barlozzetti

 

Una tassa per chi arriverà a Venezia e ci resterà un solo giorno, senza andare in un albergo. Qualunque sia il mezzo con cui arriverà (nave, treno, forse auto) il Comune potrà esigere un tributo da 2 euro e mezzo a dieci.

Insomma, vuoi vedere Venezia dalla mattina alla sera? Devi pagare!

Così dice il comma 1129 del maxiemendamento alla legge di bilancio, approvato tra roventi polemiche dalla Camera.

Il Comune di Venezia - dice l'art. 1 - è autorizzato "ad adottare nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all'imposta di soggiorno, l'applicazione del contributo di sbarco previsto per le isole minori. Inoltre l'importo massimo consentito per entrambe tali misure è elevato a 10 euro".

L'obiettivo sembra chiaro: far pagare il turismo "mordi e fuggi", arrivi la mattina, un panino nello zaino, e poi via la sera, senza lasciare nulla alla città. Quelli, insomma, che se ne ritornano subito da dove sono partiti, oppure proseguono verso altre tappe di tour isterici e concentrati nel tempo.

Plaude il sindaco Brugnaro: "Adesso il contributo di sbarco a Venezia è legge! Studieremo un regolamento equilibrato e partecipato che tuteli chi vive, studia e lavora nel nostro territorio".

Impresa non semplice. Facile colpire gli ospiti delle grandi navi e quelli che arrivano con i cosiddetti "lancioni" dalla terraferma, ma per chi giunge in auto o in treno le cose sono più complicate.

Vedremo come si passerà dalla possibilità all'attuazione. Il provvedimento segna in ogni caso una svolta, dopo anni in cui si è continuato a discutere sul modo in cui affrontare l'indiscriminata e rapace invasione turistica dei grandi centri storici, in particolare quello di Venezia, travolto da flussi impotenti e non governati, con i tantissimi che si limitano a un soggiorno nella giornata, e quindi contribuiscono al degrado che può essere irreversibile della città. Creano, infatti, gravi e crescenti problemi di gestione - basti pensare ai rifiuti e ai servizi coinvolti - e congestione nello spazio urbano, e certamente non rappresentano l'esempio migliore dal punto di vista di un godimento rispettosa e consapevole del patrimonio storico, artistico e ambientale della città.

Per non parlare di un fenomeno strutturalmente negativo, lo spiazzamento delle attività urbane normali, quelle cioè che riguardano i cittadini poiché residenti, con le attività e le imprese connesse.

Il problema non tocca solo Venezia, ma qui le condizioni urbane e un appeal eccezionale lo accentuano a livelli che devono essere affrontati con un impegno consapevole e responsabile che non può non vedere insieme la politica e la cultura.

 

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