VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Giovanni Falcone dice qualcosa all'orecchio di Paolo Borsellino. Entrambi sorridono.

21 marzo, Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

di Guido Barlozzetti

 

Vuole essere un segnale di fiduciosa apertura al futuro, nel giorno in cui comincia dopo i rigori dell’inverno la stagione primaverile. Il 21 marzo si celebra la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, un appuntamento che l’Associazione Libera tiene dal 1996, per non dimenticare il dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci, il 23 maggio del 1992. Una vittima e una sofferenza simboliche delle tante che le organizzazioni criminali hanno lasciato dietro di sé e con cui hanno insanguinato la storia del nostro Paese.
Una giornata contro il silenzio che cade su quanti, nelle condizioni più diverse, nelle forze dell’ordine come nella società civile, sono caduti sotto la violenza del crimine organizzato, vittime al quadrato perché a quel potere efferato va spesso a sovrapporsi la dimenticanza.

Cosa può essere peggiore di una comunità che non ricorda chi ha perso la vita in nome di valori che dovrebbero essere proprio quelli su cui si fonda la convivenza, lo stare insieme di un paese, la sua coesione contro chi vuole dividere e frammentare e non riconosce la forza delle istituzioni e dello Stato che tutti rappresenta? Come può pensare una società di progettare un futuro se non ha rispetto per coloro che si sono opposti a chi la società vorrebbe negarla o strumentalizzarla per i suoi interessi criminali? Nata dall’iniziativa di un’Associazione da sempre in prima linea con Don Luigi Ciotti contro i poteri malavitosi, l’1 marzo 2017, con voto unanime la Camera dei Deputati, ha approvato la proposta di legge che ha istituito e riconosciuto questa giornata.

Con la collaborazione del ministero dell’Istruzione, Libera ha deciso di chiedere ai presidi, ai suoi coordinamenti , alle scuole, alle università e alle associazioni aderenti, alla rete di “Avviso Pubblico” e a quanti vogliano, di organizzare l'evento che quest'anno è stato lanciato con lo slogan "A ricordare e a riveder le stelle". Una parola d’ordine simbolica: ricordare viene dal latino e, mentre re rimanda a un significato che rinvia al passato e al tempo stesso al rinnovamento, cor invita a custodire nel cuore coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa.
“Tornare” e essere “nuovamente” ricordati per rivivere nella nostra capacità di fare memoria. E, nell’anno dantesco, l’ultimo verso dell’Inferno, dice della volontà di lasciarsi l’orrore alle spalle e di guardare verso il cielo luminoso della speranza. Un cielo finalmente pulito e trasparente, senza i miasmi di poteri paralleli e spietati e, quest’anno, liberato finalmente dalle ombre inquietanti di un’emergenza.

Non tutte le regioni potranno aderire all’invito, per le zone rosse, e allora chi non potrà incontrarsi di persona ha comunque deciso di organizzare incontri online durante tutta questa settimana. “Il 21 marzo – spiegano gli organizzatori – è un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle vittime.
È una giornata di arrivo e ripartenza per il nostro agire, al fine di porre al centro della riflessione collettiva la vittima come persona e il diritto fondamentale e primario alla verità, diritto che appartiene alla persona vittima, ai familiari della stessa, ma anche a noi tutti”.

Non ci sarà una manifestazione corale, ma diverse situazioni, a Palermo, Milano, Locri, Torino, Fasano, Ravenna…
Don Ciotti all’Auditorium Parco della Musica di Roma ha letto i nomi delle vittime innocenti di mafia. Il coordinamento di Libera Milano propone anche quest’anno l’iniziativa di adottare simbolicamente una vittima di mafia, scrivere il suo nome su un lenzuolo ed esporlo alla finestra.

La Rai, oltre a seguire le iniziative e a portare nella programmazione l’attenzione alla Giornata, trasmette domenica sera su Rai1 la miniserie Il giudice meschino. Reggio Calabria, Luca Zingaretti è Alberto Lenzi, un magistrato intorpidito e confuso, l’uccisione per mano di ‘ndrangheta di un collega lo scuote e lo impegna in una lotta per scoprire i colpevoli e portare alla luce un traffico internazionale di rifiuti tossici e scorie nucleari.

Nel cast Luisa Ranieri, Andrea Tidona, Domenico Centamore, Paolo Briguglia. La regia è di Carlo Carlei, mentre la sceneggiatura si deve a Giancarlo De Cataldo, Carlei, Domenico Rafele, Monica Zapelli e Mimmo Gangemi, autore dell’omonimo romanzo da cui è tratta la storia.

Sottotitoli e audiodescrizioni a cura di Rai Pubblica Utilità.

 

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