VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

La serata finale di un Festival spartiacque

di Guido Barlozzetti

 

I Maneskin vincono il Festival di Sanremo numero 71 e chiudono un’edizione che resterà nella memoria.

Alle 2.30, dopo una navigazione di quasi sei ore, è arrivato l’annuncio. Dopo il televoto che ha definito la classifica dei 26 Campion, a contendersi la vittoria finale, ripartendo da zero, sono rimasti Ermal Meta con Un milione di cose da dirti, Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome e i Maneskin con Zitti e buoni. Nuova votazione di Giuria demoscopica, Sala stampa e Televoto e risultato alla fine il trionfo dei Maneskin davanti a Fedez/Michielin e a Ermal Meta.

Un esito imprevedibile su cui ha pesato certamente la composizione delle votazioni e anche l’ora assai tarda in cui si è svolta la sfida decisiva.

Per la prima volta a Sanremo vince un gruppo rock trasgressivo e provocante, lasciando indietro le melodie tradizionali del festival e davanti, comunque, ad uno stuolo di nuovi protagonisti della canzone italiana che fanno di questa edizione un vero e proprio spartiacque.

Se un tempo ci si lamentava del fatto che le canzoni del festival fossero lontane da quelle che il pubblico comprava, la vittoria dei Maneskin e la compagnia cantante presentata da Amadeus allineano la manifestazione al gusto più attuale e alle tendenze più innovative del mercato e della produzione indipendente.

Qualcuno parla di rivoluzione ed è significativo che ciò avvenga in un’edizione così segnata dal tempo che stiamo attraversando.

A lungo in forse, con chi s’interrogava non solo sulla sicurezza ma sull’opportunità di farlo, il Festival è andato in onda in una condizione del tutto inedita, con stringenti protocolli a controllare ambienti, passaggi, presenze sul palco, distanze… Soprattutto, l’emergenza ha comportato l’assenza del pubblico, creando una difficoltà strutturale allo spettacolo. Ebbene, si può dire che la sfida sia stata vinta, anche se quel vuoto ha pesato sullo svolgimento delle serate, privando la diretta e i protagonisti sul palco di un’interazione fondamentale, di quel feedback in tempo reale che consente di chiudere e rilanciare un discorso, specie quando si tratta delle gag, come quelle messe in scena da Fiorello e da Amadeus.

Sanremo 71 in effetti ha replicato sostanzialmente la formula dello scorso anno e ne ha è inevitabilmente mostrato i pregi ma anche i difetti dovuti alla riproposizione di una formula, tanto più con i limiti dovuti all’assenza del pubblico.

Fiorello e Amadeus e si sono fatti in quattro per affrontare l’ostacolo - dai monologhi sulle poltrone, ai palloncini, all’orchestra eletta a pubblico, al carrello per i fiori… - forse hanno anche trovato qualche ostacolo nella gestione del loro rapporto - i tempi, le incursioni... - in una scaletta così lunga, in particolare per l’improvvisazione che è caratteristica fondamentale e costitutiva di Fiorello.

Ma il bastimento e giunto alla fine in porto, Sono stati persi alcuni spettatori per strada, l’ultima serata è stata seguita da 13.2 milioni con quasi il 50% di share nella prima parte e da 7.2 milioni con il 62.5% di share nella seconda (la rilevazione è terminata alle 2.00 non comprendendo quindi la parte finale che si è allungata per altri 40 minuti). Cifre in ogni caso rilevanti a fronte delle quali stanno i numeri delle views su RaiPlay, particolarmente significative per il target giovane e medio adulti.

Anche in questo un Festival è che segna un discrimine: da un lato, conferma ancora la forza dell’ascolto generalista; dall’altro, dimostra come il consumo si stia spostando sulle piattaforme on-line, con nuove modalità di fruizione da parte di segmenti che non frequentano più la tradizionale televisione.

Una terza considerazione da fare riguarda la qualità della proposta musicale. Amadeus da direttore artistico ha fatto scelte decise e fortemente connotate nel senso dell’attualità più nuova e trendy. Spesso ha proposto artisti non particolarmente conosciuti dal pubblico televisivo, ma anche in questo ha vinto e gli va dato atto comunque di avere fatto di Sanremo un passaggio fondamentale per la ripartenza di tutto il settore.

 

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