VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Fernando, il figlio di Cristoforo Colombo

di Guido Barlozzetti

 

Di Cristoforo Colombo sappiamo molte cose, parecchie raccontate da lui, non altrettanto dei figli. Ne ebbe due: il primo, Diego, è nato nel 1481 dalla moglie Filipa Perestrello y Moniz, figlia di un navigatore portoghese, il quale passò tutta la vita a cercare di recuperare e mantenere i privilegi che Cristoforo aveva accumulato nei suoi viaggi avventurosi e contrastati.

Sette anni dopo, a Cordova, nacque Fernando, da un intrattenimento occasionale dello scopritore dell'America con un'orfana che si chiamava Beatriz Enriquez de Arana. Se quella di Diego è la storia di un figlio che si comporta da erede del padre che aveva rivoluzionato la geografia del mondo, la figura di Fernando è imprevedibile e sorprendente.

Non stupisce certo che abbia seguito Cristoforo nel 1502, quando aveva quattordici anni, nel quarto e ultimo dei viaggi che intraprese verso l'America, alla ricerca sempre di un passaggio verso le Indie. Una sequela d’incontri/scontri con gli indigeni e un escamotage bizzarro quando ne domò l'ostilità annunciando un’eclisse di Luna che, di fatto, si verificò. E poi le inclemenze dell'oceano, il contenzioso con la Spagna che ne limitava i movimenti…

Fernando ha studiato alla corte dei re cattolici di Spagna, ha un carattere riservato e - ecco la sua differenza - una passione per la scrittura e soprattutto per i libri. Si deve a lui la Vida del Almirante Cristobal Colòn, nella quale s’impegnò a esaltare la figura paterna e a farne l'eroe di un'impresa sovrumana in lotta contro un tempo e un mondo che non lo capiscono.

Nella sua vita però c'è quel tratto che lo differenzia profondamente dal padre e per certi versi ne rivela una modernità che dice di un sogno che ancora ci riguarda. Fernando cercò, infatti, di riunire una sorta di biblioteca universale, una raccolta di tutto il sapere, in un tempo che vedeva la fioritura della stampa. Era passato quasi mezzo secolo dall'intuizione di Gutenberg dei caratteri mobili.

E dunque Colombo jr viaggia per ogni dove alla ricerca di testi, una caccia forsennata e ossessiva. La corte spagnola gli conferisce incarichi importanti, da cartografo a diplomatico, ma la sua passione è quella del bibliofilo insaziabile, aperto e interessato a tutto quello che viene stampato, libri e insieme opuscoli, libelli, opere satiriche... non importa quale sia la lingua.

E la raccolta porta con sé la necessità di catalogare, di trovare cioè un sistema che consenta di orientarsi nell'accumulazione delle opere. Sulla sua tomba nella cattedrale di Siviglia (Fernando muore nel 1539), sono scolpiti quattro libri aperti sui quali, in spagnolo, sono incise le parole Autori, Scienze, Epitomi, Argomenti. Insomma l'articolazione del sistema grazie al quale la biblioteca diventava accessibile e consultabile. Un lavoro che ne fa un precursore dei metodi di classificazione.

Tutti i libri vengono mandati nella casa di Siviglia e Fernando, preoccupato di possibili furti, escogita una modalità di lettura quanto meno curiosa. Una grata separava i lettori dai libri, intrecciata in modo da poter essere attraversata dalle mani, con i libri che erano messi in condizione di essere sfogliati, ma non presi dai lettori.

Fernando raccolse più di quindicimila volumi, un numero enorme, che lasciò al nipote di Colombo, Luigi, che in verità era meno interessato ai libri che agli estri maschili verso il femminile, al punto da far ipotizzare a qualcuno che la sua predilezione ispirasse la nascita di un personaggio mitico come Don Giovanni.

Alla fine il lascito ha trovato una sede definitiva nella cattedrale di Siviglia. Gli interventi censori dell'Inquisizione, i furti e la dispersione provocata dai secoli, li hanno ridotti a circa seimila. La storia di questo biblio-pioniere è raccontata da Edward Wilson-Lee ne Il catalogo dei libri naufragati (Bollati-Boringhieri), un titolo che ricorda la perdita di più di milleseicento libri destinati alla sua raccolta a causa di un naufragio nel Golfo di Napoli della nave che li trasportava.

 

Torna alla Homepage di Rai Easy Web