VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Verso il David di Donatello

di Guido Barlozzetti

 

Il bronzeo David di Donatello è conservato al Museo del Bargello di Firenze. Non si sa con precisione quando l'artista lo realizzò. Forse negli anni quaranta del Quattrocento, all'ombra di Cosimo de' Medici. Invece di una statuetta inventata per occasione, come l'Oscar, è toccato a quel capolavoro del Rinascimento rappresentare il più importante premio che si riconosce in Italia ai protagonisti del cinema di un anno.

Il David nacque a Roma nel 1956, sostenuto da due associazioni: il Comitato dell'Arte e della Cultura e il Club Internazionale del Cinema, sotto la supervisione di Italo Gemini, esercente di sale e onnipotente presidente dell'Agis. Nel 2007, quasi a voler emulare quanto accade in America o in Francia, è diventato l'Accademia del Cinema Italiano, una Fondazione i cui soci fondatori sono l'Anica e l'Agis.

A lungo, dal 1981 al 2016, sul Premio ha regnato Gianluigi Rondi e, dopo un interregno gestito da Giuliano Montaldo, la carica di Presidente e direttore artistico è oggi ricoperta da Piera Detassis.

Il David di Donatello è, insomma, il palcoscenico in cui si celebra la cerimonia di un anno di cinema italiano e si premiano le eccellenze a tutti i livelli della produzione cinematografica, dal film alla regia e agli attori, dai produttori alle competenze creative e professionali.

La Giuria è stata riformata, comprende i candidati e premiati delle edizioni precedenti e i rappresentanti "di chiara fama" di Cultura e Società. Decide dei candidati e, sulla base della loro selezione, dei vincitori.

Quest'anno, l'edizione numero 64, mette in competizione cinque film che dicono di una cinematografia con forti istanze di autorialità e attenta alla complessità del mondo in cui viviamo.

Dogman di Matteo Garrone, liberamente ispirato a un terribile fatto di cronaca, racconta di un rapporto perverso e di una violenza nello scenario cupo della periferia romana. Del desiderio, si racconta in Chiamami col tuo nome (già quattro nomination all'Oscar e uno per la migliore sceneggiatura non originale) di Luca Guadagnino, due giovani che s'incontrano nell'estate del 1983 e nel segno della bellezza e del corpo, che diventa anche la cifra stilistica del film. Altra scena in Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, discreta e misurata ricostruzione dell'epilogo drammatico della vita di Stefano Cucchi, uscito cadavere da un arresto nel 2007 e un punto interrogativo che non ha ancora una risposta definitiva. Viaggia invece sul bordo tra favola e realtà, passato e presente, aldiquà e aldilà, lo sguardo di Lazzaro felice (migliore sceneggiatura a Cannes) di Alice Rohrwacher che continua nel suo viaggio laterale che fa della civiltà contadina un punto di vista altro e senza tempo sull'attualità. La malattia come occasione d’incontro e confronto sul senso della vita è al centro di Euforia di Valeria Golino e della vicenda dei due fratelli che si ritrovano nella comunanza di un dolore.

La rosa di nomination per i Premi alla regia sostanzialmente replica quella dei film: Garrone, Guadagnino, Golino, Rohrwacher con l'aggiunta di Mario Martone per Capri Revolution, ritorno alla stagione cultural/libertaria di Capri, 1914, con gli spiriti ardenti che scendevano dal Settentrione dell'Europa e un'isola affascinata dalla loro libertà.

Per gli interpreti la scelta si annuncia fra Marcello Fonte (Dogman) già premiato al Festival di Cannes, Riccardo Scamarcio, con Valerio Mastandrea uno dei due fratelli di Euforia, Luca Marinelli che dà il suo corpo a Fabrizio De André ne Il principe libero, Toni Servillo simulacro di Silvio Berlusconi in Loro di Paolo Sorrentino e Alessandro Borghi che mette in scena gli ultimi giorni di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle di Alessio Cremonini.

Per le attrici, la scelta sarà fra Marianna Fontana, la giovane che scopre la libertà degli artisti in Capri Revolution, Pina Turco/Maria, che nell'inferno di un recesso della vita si scopre illuminata dalla maternità (Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis), Elena Sofia Ricci che interpreta la moglie di Silvio in Loro, Alba Rohrwacher che da il volto a Lucia, sconvolta e arrabbiata davanti alla Madonna in Troppa grazia di Gianni Zanasi, e Anna Foglietta, la dolente e problematica Miriam, madre di una promessa del calcio, nelle contraddizioni della provincia campana (Un giorno all'improvviso di Ciro D'Emilio).

In questa edizione, nel Premio per il miglior film straniero, è confluito anche quello per il miglior film europeo. E' già stato proclamato il vincitore, Roma di Alfonso Cuaròn, già Leone d'Oro a Venezia, fluente e quotidiano affresco familiare con grandi aspirazioni simboliche in un quartiere di Città del Messico. Ha battuto Bohemian Rhapsody di Bryan Singer, il mito dei Queen e soprattutto di Freddy Mercury, Cold War di Pawel Pawlikowski, la potenza assoluta di una passione sullo sfondo delle lacerazioni della Guerra Fredda, Tre manifesti a Ebbing di Martin McDonagh, la ribellione di una madre all'ordine delle cose e la richiesta di giustizia per lo stupro della figlia, e Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, gli anfratti di un desiderio fra ricatto e complicità, amore e morte.

 

Torna alla Homepage di Rai Easy Web