1918-2018: 100 ANNI FA FINIVA LA GRANDE GUERRA

Foto in bianco e nero della fanteria francese mentre si appresta a combattere il nemico in avanzata sulla Marna, nelle prime fasi della Prima Guerra Mondiale.

 

Novembre, si festeggia la pace dopo il conflitto

L’11 novembre del 1918, alle ore 11, fu firmato l’armistizio tra gli eserciti dell’intesa e quello dell’Impero Tedesco che pose fine, dopo 4 anni, alla Grande Guerra.
Lo scorso 4 novembre, invece, si è celebrata in Italia la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Dal 1919, quando venne istituita la festa, si ricorda in questa data la conclusione vittoriosa della Prima Guerra Mondiale, con la firma a Villa Giusti dell’armistizio tra l’Impero Austriaco e il Regno d’Italia.

Sono passati cento anni e, allora, torniamo al fatidico e decisivo 1918.
Gli Austriaci, sull'onda dell'avanzata propiziata dal crollo italiano a Caporetto nell'ottobre 1917, lanciano nel mese di giugno una Spedizione Punitiva che si proponeva di dilagare per la pianura Padana ma non porta a risultati sostanziali, il fronte dal Grappa al Piave regge.

Intanto, sta cambiando il quadro complessivo della guerra. Sul Fronte Occidentale le armate francesi e inglesi, rinforzate sempre più da quelle americane (che alla fine raggiungeranno il milione di uomini) premono su quelle tedesche e il corso della guerra sembra segnato: questione di mesi, la vittoria è certa.

Il comandante in capo degli Alleati, il generale francese Ferdinand Foch, reclama un'analoga iniziativa sul versante italiano, ma il capo di stato maggiore dell'esercito italiano Armando Diaz non mostra una particolare propensione ad attaccare. Tergiversa, teme che le truppe non siano pronte, suscitando un aspro contrasto con il primo ministro Vittorio Emanuele Orlando che vorrebbe invece presentarsi al tavolo della pace forte di risultati sul fronte militare. Sarebbe stato, infatti, controproducente restare sulle posizioni del Piave, facendosi cogliere immobili e inerti dal successo sul fronte occidentale.

I mesi che passano confermano un trend irreversibile e a ottobre è chiaro che l'esercito tedesco è sul punto di capitolare e che dunque resta poco tempo perché l'Italia possa figurare con autorevolezza e mani piene al tavolo dei vincitori.

Vengono alla fine superate le resistenze e si decide che la data per sferrare l'attacco sarà il 24 ottobre, concentrato sul monte Grappa e su un attraversamento del Piave che punterà su Vittorio Veneto.

Il piano è rispettato, ma l'avanzata italiana sul primo versante, che doveva costituire un diversivo per preparare l'assalto decisivo sul Piave, incontra un forte contrasto da parte delle truppe austriache. Pochi risultati e anzi violenti contrattacchi che limitano di molto i risultati raggiunti e mettono a dura prova le truppe.

Solo dopo quattro giorni, a causa della piena e del maltempo, si comincia ad operare sul Piave che a quel punto consente i primi tentativi di attraversamento, anche qui con un'opposizione accanita e fortemente motivata. La testa di ponte più salda viene raggiunta dal contingente inglese schierato accanto alle forze italiane.

E, comunque, l'esito della battaglia non dipende solo da quello che accade sul fronte italiano. E' ormai chiaro che a Occidente la battaglia è decisa e si lavora all'armistizio; non solo, nell'Impero austro-ungarico si manifestano volontà secessioniste, con effetti che si ripercuotono sulla saldezza delle difese e il morale dell'esercito, al punto da far predisporre piani per una ritirata generale.

Il concomitante concorso di questi elementi fa sì che la difesa austriaca si sfaldi e che il campo si spalanchi all'avanzata italiana. Il governo chiede che si vada il più avanti possibile, sia nella conquista dei territori, sia nel numero dei prigionieri.

A Villa Giusti, vicino Padova, sin dall'inizio di novembre sono cominciate le trattative per l'armistizio, laboriose e contrastate. L'accordo viene firmato il 3 ma prevede che i combattimenti cessino alle 15 del giorno successivo.

Le truppe italiane hanno modo di occupare il Trentino e l'Alto Adige, mentre Trieste si ribella, caccia gli austriaci e il 4 accoglie con lo sventolio del tricolore le navi italiane. La guerra è vinta e a suggello arriva il fin troppo enfatico bollettino firmato dal maresciallo Diaz.

Peseranno nella Conferenza della pace l'immobilismo italiano e il ritardo nella decisione di passare all'offensiva, così come verrà enfatizzato il ruolo delle truppe inglesi per ridimensionare lo sforzo italiano. In Italia ci sarà anche chi, da Prezzolini a Montanelli, parlerà di una ritirata che gli Italiani avevano solo disordinato e confuso. In ogni caso, la Prima Guerra Mondiale era finita.

La lunga stagione del Risorgimento iniziata con le guerre d'indipendenza, proseguita con la spedizione dei Mille, la proclamazione nel 1861 del Regno d'Italia e la presa di Roma nel 1870, si conclude con l'annessione di Trento e Trieste. Le terre irredente entrano a far parte dell'Italia. La storia per esse non finirà in quel giorno.

 

Un conflitto che ha cambiato il mondo

(a cura della Redazione di Rai Easy Web)

10 milioni di morti, 30 milioni tra feriti e mutilati, la caduta dei grandi imperi plurisecolari e la nascita di nuove nazioni e ideologie: questa è stata l’eredità della Grande Guerra, di cui si celebra un secolo dalla fine.
Un viaggio negli archivi Rai può restituirci i ricordi di un’epoca che in pochi possono ancora ricordare di persona.

La scheda di Alessandro Forlani (durata 4 minuti) realizzata per la puntata di Radio Anch’io del 2 novembre scorso su Radio1 (durata 63 minuti) sintetizza, ad esempio, la centralità nella nostra storia e le profonde conseguenze dell’evento che ora si celebra. Il centenario è stato trattato ampiamente in tutta la seconda parte della trasmissione con lo storico Mario Isnenghi, lo scrittore e giornalista de «La Repubblica» Paolo Rumiz, il direttore Dipartimenti di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine Andrea Zannini, la scrittrice Dacia Maraini e la storica Giovanna Procacci.

Sempre su Radio1, la trasmissione Caffè Europa ha intitolato la puntata del 3 novembre “A 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale, l'Europa riparte da quelle trincee” (durata 20 minuti). Ospiti della trasmissione, condotta da Tiziana Di Simone, il capo di stato maggiore della Difesa, Claudio Graziano, e lo storico Emilio Gentile.

Il tema della Grande Guerra è stato trattato poi nella puntata del 4 novembre de La Grande Radio di Radio3 (durata 45 minuti) nella quale sono intervenuti Mario Isnenghi, Rodolfo Mosca, Gaetano Arfè, Gabriele De Rosa e Nicola Tranfaglia. Durante la trasmissione sono stati letti brani tratti da La conquista del Monte Nero nei ricordi degli alpini sopravvissuti di Domenico Agasso, Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu e Immagine di Calvi di Carlo Emilio Gadda.

La cronaca delle ultime ore del conflitto tra Italia e Impero d’Austria è stata ricostruita dallo storico Marco Mondini durante la trasmissione di Radio3 Un giorno nella storia d’Italia nella serie 4 novembre: la fine della Grande Guerra.

Una guerra scoppiata in seguito all’uccisione dell’Arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia, il 28 giugno 1914, da parte dell’indipendentista serbo Gavrilo Princip. Per capire cosa successe in quelle giornate, la trasmissione di Radio2 Alle 8 della sera ha provato a ridar vita a quegli eventi.

Molto interessante anche il programma di Radio3 La Grande Guerra. Sogni e macerie di un secolo fa, dove la storica Alessandra Tarquini ha analizzato ogni aspetto della Prima Guerra Mondiale, dai vari mutamenti geopolitici, fino alla trasformazione della società.

Per ricordare i 100 anni dallo scoppio del conflitto, la Rai ha realizzato nel 2014 una serie di programmi ed eventi insieme alla European Boradcasting Union, inclusi nell’iniziativa Sentiero di Pace. Le celebrazioni hanno avuto inizio con la due giorni di pace realizzata da Radio2 e Radio3, che si è svolta il 26 e il 27 giugno presso la Galleria Bianca di Trento. La scelta di queste due date non è casuale: furono, infatti, gli ultimi due giorni di pace prima della crisi che portò allo scoppio della Grande Guerra.
Riascolta lo Speciale da Trento: prima puntata (durata 151 minuti) – seconda puntata (durata 155 minuti).

Molto sentito è stato anche lo Speciale di Radio3 che si è svolto il 28 giugno 2014 sotto la Campana della Pace a Rovereto, in cui personaggi come Antonio Salines, Riccardo Maranzana, Maria Grazia Plos e Fulvio Falzarano hanno letto alcuni passaggi del libro Sarajevo, 20 giugno di Gilberto Forti: prima parte (durata 52 minuti) – seconda parte (durata 42 minuti).

Lo stesso giorno, presso il Teatro Sociale di Trento, l’orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ha dato il via alla prima esecuzione in assoluto del Preludio sinfonico Sarajevo, scritto dal compositore premio Oscar Nicola Piovani: prima parte (durata 73 minuti) – seconda parte (durata 58 minuti).

Come è cambiata l’Europa a cento anni dallo scoppio della Grande Guerra? Ha provato a spiegarlo Marina Lolovic per Radio3Mondo nell’audiodoc andato in onda il 27 giugno 2014 (durata 58 minuti). Nella puntata dal titolo Sarajevo, cuore d’Europa, ci si sofferma su come la popolazione della capitale bosniaca viva il ricordo dell’anniversario dell’attentato che sconvolse l’Europa e il mondo.

Della Grande Guerra si era già parlato al convegno tenuto presso il Vittoriale (Gardone Riviera) dal titolo 2013, la vigilia di un centenario, organizzato e voluto dal vicedirettore di RadioRai, Sergio Valzania.

Anche la trasmissione Inviato Speciale di Radio1 ha raccontato i luoghi che sono stati teatro di battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. Nella seconda parte della puntata del 23 maggio 2015 (durata 48 minuti) si sono visitati i forti del Trentino e del Veneto, restaurati per l'occasione, dove l'esercito italiano fermò l'offensiva austriaca, per poi spostarsi in Friuli seguendo la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul Monte San Michele, sul Carso. Dalle alture di Gorizia, passando per le doline e le trincee dell’Isonzo, si è percorso un vero e proprio itinerario della memoria.

Non solo storia per ricordare la Prima Guerra Mondiale, ma anche le arti.
La Grande Guerra è stata raccontata e studiata, infatti, anche con immagini e mostre. Una di queste è War is over: ARTE E CONFLITTI tra mito e contemporaneità in corso fino al 13 gennaio presso il Museo d’Arte della città di Ravenna. A raccontarci dell’esposizione sono intervenuti, durante la puntata del 9 ottobre di Radio3 Suite (durata 55 minuti), la curatrice esterna Angela Tecce e il direttore del MAR Maurizio Tarantino.

Un altro prodotto di Radio3Suite è la serie La guerra è finita, una raccolta di 15 racconti tratti dai diari dell'Archivio di Pieve Santo Stefano che propone una rilettura delle principali tappe storiche ed esperienziali della Grande Guerra attraverso le testimonianze di soldati e civili che hanno vissuto il conflitto sulla propria pelle.

Ancora letteratura legata alla Grande Guerra con Ad Alta Voce di Radio3: storie del conflitto in audiolibro.
Ad esempio, Un anno sull’Altopiano di Emilio Lussu, che racconta il periodo in cui lo scrittore sardo era distanziato sulle montagne intorno ad Asiago nella 151° fanteria della brigata Sassari.
Oppure Addio alle armi di Ernerst Hemingway, scritto nel 1929, che prende spunto dall’esperienza dello scrittore americano come conducente di autoambulanza durante il suo servizio sul fronte italiano.
O ancora, Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque, che racconta la disillusione di giovanissimi soldati tedeschi appena si trovarono di fronte alla dura realtà del fronte di guerra.

A Il Teatro di Radio3 non è mancata occasione di rappresentare il tema della Grande Guerra.
Nel 2015 sono stati proposti due spettacoli diretti e interpretati da Mario Perrotta: “Prima Guerra – Quattordicidiciotto” del 12 maggio (durata 93 minuti) ha raccontato la guerra vista dai trentini e dai giuliani che combatterono lealmente nei reparti dell’esercito austriaco pur essendo di lingua italiana e che furono poi richiusi dai compagni di lingua tedesca in campi di concentramento non appena l’Italia entrò in guerra; “Milite Ignoto” del 24 maggio (durata 79 minuti) ha portato in scena, invece, l’esperienza della trincea e come essa abbia creato quel senso di unità nazionale tra i soldati provenienti da ogni parte d’Italia.
Il personaggio del Milite Ignoto è stato protagonista anche nella recente puntata del 4 novembre 2018 (durata 93 minuti), con la messa in onda del radiodramma Cenere e ombra di Sergio Pierattini, con Maria Paiato che ha interpretato Maria Bergamas, la donna triestina madre di un soldato disperso sul Monte Cimone che fu selezionata per scegliere, tra gli undici feretri raccolti nella Basilica di Aquileia, quello destinato al monumento del Vittoriano.

Anche la musica può rappresentare una strada per raccontare la Grande Guerra.
In particolare la trasmissione di Radio3 Lezioni di Musica ha dedicato uno Speciale al centenario dallo scoppio del conflitto: la puntata del 26 luglio 2014 (durata 26 minuti) ha raccontato le canzoni che hanno accompagnato la Prima Guerra Mondiale; mentre la puntata del 27 luglio 2014 (durata 26 minuti) ha parlato della storia e dell’opera di Igor Stravinskij L'Histoire du soldat.
Ampio risalto alla musica durante il conflitto è stato dato da Tempo di marcia, la musica e la guerra, un ciclo di puntate condotto da Giovanni Betti insieme a vari studiosi come Massimo Cacciari, Sara Antonelli, Franco Cardini, Serena Vitale ed Emilio Gentile.
Infine Rataplan di Radio2 ha realizzato un viaggio in 20 puntate nei luoghi della Prima Guerra Mondiale, accompagnato dalla musica come veicolo di pace universale, che mette in dialogo presente e passato.

Concludiamo la nostra commemorazione del centenario dagli eventi della Grande Guerra e degli uomini che hanno vissuto in prima linea questo terribile evento storico riproponendo l’intera opera multimediale 14-18, realizzata e pubblica in esclusiva da Rai Easy Web.

 

 

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