INTERVISTA A LUCA PANCALLI

Presidente Nazionale del Comitato Paralimpico

Domanda: Con quale bilancio torna da Rio la nostra rappresentativa?

Risposta: Un bilancio che non può che dirsi straordinario, positivo sotto tutti gli aspetti a partire dai risultati: 39 medaglie. La nostra Nazionale si è quindi collocata tra le prime dieci Nazionali del mondo: cosa che non si verificava da 44 anni.
Risultato che si accompagna, a mio modo di vedere, a un altro ancora più importante: il risalto dato dalla stampa e la "grande" copertura che i mezzi radiotelevisivi hanno dato alle nostre prestazioni. L'interesse del Paese nei confronti delle nostre attività è cresciuto in maniera significativa.


Domanda: C'è stato un miglioramento di risultati rispetto alle Paralimpiadi precedenti?

Risposta: Sicuramente, sotto un punto di vista tecnico-agonistico, siamo passati dalle 28 medaglie di Londra alle 39 di Rio. A Rio abbiamo conquistato il nono posto nel medagliere, a Londra avevamo il tredicesimo.
Accanto a questo abbiamo il risultato eccezionale del numero di atleti che si sono qualificati per i Giochi: 105. Non accadeva da 20 anni.


Domanda: Come fa un disabile per partecipare alle attività sportive?

Risposta: Un giovane disabile, come prima cosa deve guardarsi intorno nel proprio territorio e individuare le società sportive che sono presenti.
Possono essere aiutati in questa ricerca andando sul sito del Comitato Paralimpico e su quello della dimensione regionale di appartenenza, fino a individuare e poter contattare le società sportive di riferimento.


Domanda: Per un disabile il valore dello Sport è quello dell'integrazione col mondo dei normodotati?

Risposta: Certo, ma non solo questo. E' chiaro che lo sport, inteso come strumento e non come fine, prefigura un percorso di inclusione sociale.
Lo sport per sua natura non è un'attività solitaria, si fa in un complesso sportivo con tante altre persone. E' chiaro quindi che il momento sportivo sia un momento di grande integrazione.
Detto questo poi c'è l'aspetto agonistico che segue altri percorsi. Ma i percorsi agonistici degli atleti disabili si ricongiungono con quelli degli atleti normodotati.
Come Comitato Paraolimpico noi abbiamo lavorato molto con le altre Federazioni Olimpiche. Grazie a questa impostazione e seguendo la propria disciplina, per il disabile il percorso sportivo diventa un momento di integrazione insieme agli atleti normodotati.

 

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