L'AQUILA: STORIE DI STRAORDINARIA ORDINARIETÀ

L'AQUILA: STORIE DI STRAORDINARIA ORDINARIETÀ

Dopo quella notte L’Aquila ha mutato per sempre la sua linea temporale. Dal 6 Aprile 2009 la vita degli aquilani viene identificata nel tempo come ante-sisma (A.S.) e post-sisma (P.S). È come se L’Aquila avesse resettato tutto. La fine di un'era per molti, l’inizio di una nuovo capitolo per alcuni. 2009, anno zero.
A dieci anni dal terremoto, un gruppo di ragazzi, aquilani e non, ma che molto ha avuto a che fare con la città abruzzese, racconta alcune storie di persone la cui vita è stata intrecciata, prima o dopo, con il sisma del 2009. Non sono storie straordinarie, eccezionali o particolari, ma storie comuni che raccontano come la vita riesca a ritrovare il suo corso o a trovarne un altro dopo che un evento inaspettato e catastrofico scompiglia il normale flusso quotidiano. Storie che potrebbero essere le nostre e che nelle pieghe di questa ordinarietà nascondono comunque un elemento di forza e rinascita

di Manuel De Pandis, Giovanni Sfarra e Matteo Passerini con la collaborazione di Eleonora Gasparotto Nascimben

 

Puntata del 2 aprile

(durata 13 minuti)

Giorgia Novelli e le rugbiste sono l'esempio perfetto di come bisogna fare squadra per andare avanti, durante una partita e nella vita. "Il rugby inteso come metafora insegna che la vita è come una palla da rugby, non sai mai dove potrebbe rimbalzare. Credo che sia l'esempio perfetto per descrivere cosa è accaduto alla nostra città nel 2009".

 

Puntata del 3 aprile

(durata 12 minuti)

Matteo Griguoli è un giovane imprenditore agricolo che ha scelto di rimanere portando avanti la tradizione della sua famiglia: il mestiere del contadino. Come suo nonno, ha scelto di investire la sua vita a servizio della comunità e della sua terra. "Per poter ripartire, bisogna tornare alle origini. Senza tradizione non c'è futuro".

 

Puntata del 4 aprile

(durata 12 minuti)

Giusi Pitari, professoressa di biochimica presso l'Università de l'Aquila. Con lei abbiamo raccontato il fermento giovanile, l'attivismo e come l'università sia stata uno dei punti fermi per molti ragazzi. Dopo il sisma ha fatto della montagna una sua ragione di vita, un'occasione per allontanarsi da tutto e vedere la città da lontano, apparentemente senza ferite. "Vorrei che L'Aquila tornasse bella come un tempo... anzi no... a me L'Aquila piace adesso. È su questa base che bisogna ripartire per costruire una città nuova, non solo con i suoi bellissimi edifici e palazzi, ma con strutture di aggregazione sociale per giovani e non. Bisogna ripartire con una città che che sappia valorizzare tutto ciò che di bello nel centro e nei borghi c'è, e che sappia richiamare a se tutti quei ragazzi che per necessità vivono e lavorano fuori".

 

Puntata del 5 aprile

(durata 16 minuti)

Le restauratrici sono le artefici della rinascita dell'Aquila. Offrono un punto di vista privilegiato all'interno del cantiere più grande d'Europa. Ci raccontano quanto sia importante vivere nel centro storico dell'Aquila per dare linfa vitale ad un centro storico che ha bisogno di persone oltre che palazzi restaurati.

 

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