“Marconi dava l’ idea dell’ uomo d’azione più che del sognatore…” a Kate Carew famosa caricaturista che lo intervistò per The New York Tribune il 14 aprile 1912: poche ore prima della tragedia del Titanic. Lo attese tre giorni ma poi il già celebre inventore fu disponibile e tutt’altro che di fretta, come invece aveva preannunciato il suo segretario. Questo incontro oltre a tanti altri documenti dell’epoca ricavati dalla stampa internazionale insieme a quelli conservati dall’Archivio Rai tratti da Radiorario dal ‘25 e dal Radiocorriere dal ‘30, sono stati riletti e commentati da Elisabetta De Toma nelle quattro puntate realizzate nel 2013 dal titolo Guglielmo Marconi: padre del wireless, insieme ad esperti del settore. Fin dalla prima puntata che vi riproporremo il 26 aprile, in studio Barbara Valotti Direttrice del Museo Marconi della Fondazione omonima, il Generale Francesco Cremona, esperto di Storia delle Telecomunicazioni e Giovanni Paoloni, esperto di Storia dei rapporti tra ricerca e industria e Direttore della scuola di Specializzazione in Beni Archivistici e Librari all’Università La Sapienza di Roma. 
Nelle puntate successive anche Gabriele Falciasecca Presidente della Fondazione Marconi e l’astrofisico di fama mondiale Francesco Paresce.

Quattro incontri in cui viene ricostruito il Marconi meno conosciuto, il giovane ventenne che in piena notte sveglia sua madre per renderla partecipe dei suoi esperimenti. 
In cui si sentono le voci e le testimonianze dal vivo delle donne per lui più importanti: Beatrice O’Brien sua prima moglie, la sua primogenita Degna e Maria Cristina Bezzi Scali sua moglie in seconde nozze. E si sente lui in persona che racconta le fasi salienti delle sue scoperte. 
In cui si ricostruisce l’apporto ricevuto da Italia e da Gran Bretagna di esperimento in esperimento. 
In cui si riparte dalle prime intuizioni di un Guglielmo quattordicenne che già si dedicava giorno e notte ad una idea fissa: la telegrafia senza fili. Che in un anno e mezzo gettò le basi della più grande innovazione tecnologica del ‘900. Che a 24 anni fondò La Marconi Telegraph Co. e che a 35 vinse il premio Nobel per la fisica.

E grazie al contributo di Barbara Valotti entusiasta ed esperta Direttrice del Museo Marconi si torna nei luoghi degli esperimenti dello scienziato giovane a Pontecchio Marconi, in quelle colline vicino Bologna da cui nella primavera del 1895 lanciò il primo segnale radio. 
L’astrofisico Francesco Paresce, figlio di Degna quindi nipote di Marconi, lo definisce imprenditore ante litteram nel suo essere uno scienziato fuori dai percorsi di studio ufficiali, ma tenace e geniale nel perseguire un obiettivo preciso: rendere possibile la comunicazione a distanza. Soprattutto quella via mare, carente e insufficiente fino a prima di lui in termini soprattutto di sicurezza. Di una nave salpata non si sapeva nulla fino al porto d’approdo. 
Il Generale Francesco Cremona arricchisce la ricostruzione dei fatti con l’aneddotica raccolta per una vita, da quando giovane ufficiale a Bolzano nel ’54 iniziò la sua collezione di apparecchi da una radio militare che doveva andare in fonderia insieme a tante altre. Da allora, passati oltre 60 anni la sua collezione di apparecchiature e mezzi di trasmissione, famosa nel mondo, si misura in tonnellate: ben quindici!

Filo conduttore delle quattro puntate su Marconi, varie clip commentate in studio tratte da una straordinario programma realizzato dal servizio italiano della BBC in occasione del centenario della nascita dello scienziato nel 1974 dal titolo Alla Ricerca di Guglielmo Marconi. 


Elisabetta De Toma


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