(Pronuncio il tuo nome
nelle notti buie,
quando gli astri vanno
a bere alla luna
e dormono gli alberi
delle foreste cupe.
Ed io mi sento vuoto
di passione e musica.
Orologio impazzito che canta
morte ore antiche.)
Pronuncio il tuo nome
in questa notte buia,
e il tuo nome suona
piú lontano che mai.
Piú lontano delle stelle,
piú dolente della pioggia quieta.
Ti amerò ancora
come allora? Quale colpa
ha il mio cuore?
Se si alza nebbia
quale nuova passione m'attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!
Granada, 10 novembre 1919
Garcia Lorca
da: Federico Garcia Lorca, Poesie, traduzione di Carlo Bo, Garzanti 2000