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ITALIA

Lo studente friulano trovato morto al Cairo

Giulio Regeni, il suo ultimo articolo sul Manifesto: Egitto Stato di polizia

Il quotidiano decide di pubblicarlo malgrado la famiglia fosse contraria. L'ultimo contributo di Giulio esce per la prima volta con la sua firma. E lancia un allarme sulla libertà di stampa nell'Egitto del presidente Al Sisi

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La famiglia di Giulio Regeni diffida il quotidiano 'Il manifesto' dal pubblicare un articolo scritto alcune settimane fa dal giovane, il quotidiano risponde di volerlo mandare in stampa e il pezzo esce sul numero odierno del giornale. Per testimoniare, spiega il giornale, "sulla morte violenta" del giovane, "di fronte alle troppe reticenze ufficiose e ufficiali e alle gravi contraddizioni delle prime indagini tra la procura egiziana, che conferma torture indicibili, e il ministero degli interni del Cairo che le smentisce". Per la prima volta, l'articolo esce con la firma di Giulio: il giovane ricercatore italiano, ucciso al Cairo, "temeva per la sua incolumità", ribadisce Tommaso di Francesco in prima pagina. E quando inviava dei materiali, chiedeva che il suo nome non comparisse.

L'articolo lancia un allarme sulla libertà di stampa nell'Egitto del presidente Al Sisi. "Al-Sisi ha ottenuto il controllo del parlamento con il più alto numero di poliziotti e militari della storia del Paese, mentre l'Egitto è in coda a tutte le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa", scrive Regeni, che racconta la 'resistenza' dei sindacati indipendenti e, in particolare, un incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati (Ctuws), tra i punti di riferimento del sindacalismo indipendente egiziano. 

Ieri le autorità italiane hanno chiesto una indagine congiunta ed esortato un veloce rimpatrio della salma, su cui sono stati ritrovati evidenti segni di tortura e prove di una "morte lenta", come trapelato dopo i primi tentativi del Cairo di promuovere l'improbabile pista di un incidente stradale o di un omicidio a sfondo sessuale. Oggi nella capitale egiziana deve arrivare un team di inquirenti italiani. Al telefono con il premier Matteo Renzi, il presidente egiziano ha promesso "ogni sforzo" per arrivare a far luce sulla terribile vicenda.