23/11/2024
13/05/2011


Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti

I Puffi sono nazisti, comunisti, stalinisti, razzisti, antisemiti, drogati, massonici, cristiani, cattolici, berlusconiani (I parte)
E qui trovate tutte le prove


di Riccardo Corbò

Da Repubblica.it TV del 7 maggio scorso, servizio di Anna Zippel: "Puffi stalinisti e nazisti, l'accusa di un libro francese.
S'intitola 'Il libretto blu' e analizza in maniera spietata la società dei Puffi creata da Peyo alla fine degli anni '50 paragonandola ai peggiori regimi totalitari. Ma il figlio del fumettista belga non ci sta".



Dal sito de La7, agenzia del 7 maggio: "La società dei Puffi rappresenta "un archetipo di utopia totalitaria, impregnata di stalinismo e nazismo": il duro giudizio è del romanziere francese Antoine Bueno, che argomenta la tesi nel suo "Il piccolo libro blu".
Gli "Schtroumpf" (nella denominazione originale belga) vivono nell'autarchia, in una società ripiegata su se stessa e autosufficiente; lavorano tutti insieme per la collett
ività e non conoscono la proprietà privata, oltre ad essere guidati da un capo unico e rispettato, ideale di figura paternalista con tanto di barba bianca e autorità benevolente ma ferma.
Ma il peggio, spiega Bueno, è che i Puffi sono razzisti: fanno apologia della razza ariana - l'unica Puffetta è bionda - e considerano i Puffi neri come una calamità da estirpare.
Bueno avverte tuttavia che può capitare che un autore "possa farsi messaggero in buona fede di immagini che non condivide": Peyo, in altre parole, avrebbe involontariamente trasmesso le idee naziste conosciute dopo aver vissuto l'occupazione tedesca nella Seconda Guerra Mondiale. (con fonte Afp) "


Dal sito di Rainews24 del 10 maggio: "I Puffi sono blu... e un po' nazisti? Bufera nel mondo dei fumetti. I Puffi, simpatici personaggi blu nati dalla penna colorata del belga Peyo, potrebbero nascondere un'inquietante realtà."

Uscito quest'anno in Francia, "Le Petit livre bleu, essai sur les schtroumpfs" di Antoine Bueno ha avuto subito un rilancio internazionale per il "clamore" delle sue tesi, che "scoprono" messaggi e ideologie totalitarie all'interno del mondo dei Puffi.

I Puffi, per fare un po' di cultura fumettistica, appaiono originariamente come comprimari occasionali nelle avventure di Johan et Pirlouit  (in Italia conosciuti come "John & Solfami"), creati nel 1952 dall'autore belga Peyo (nome d'arte di Pierre Culliford).

Gli omini blu fanno la loro prima apparizione sei anni dopo, nel 1958, nell'avventura "La Flûte à six schtroumpfs" (il flauto a sei puffi) e presto rubano la scena come beniamini del pubblico a John & Solfami.

Da allora sono stati protagonisti di numerose storie a fumetti, di fortunatissime serie a cartoni animati, di film (il prossimo, in 3D, ha l'uscita prevista ad agosto di quest'anno) e di un numero imprecisato di articoli giornalistici e di saggi.

Non abbiamo letto e confessiamo che non abbiamo interesse a leggere il saggio di Bueno, ma non per snobberia o presunzione, o disinteresse per l'argomento.

Semplicemente Bueno arriva ultimo ed ennesimo nell'assegnare etichette "spaventose" ai Puffi, e quello che emerge dagli stralci del suo scritto ha un senso assoluto di già visto, di già letto, di già sentito.

Probabilmente neanche Bueno stesso - che si autodefinisce uno scrittore "futurista" - si prende completamente sul serio. Vista la relativa giovane età dell'autore (è del 1981) non possiamo neanche escludere che non fosse a conoscenza di tutti gli interventi a lui precedenti sul mondo dei piccoli omini blu.


Per esempio, la sua tesi di Puffi come specchio di una società totalitaria impregnata di stalinismo, sembra copiata pari pari da una pezzo satirico che gira sul web addirittura dal 2000, praticamente dalla preistoria, per i tempio della Rete.

Il senese Cristian Fineschi, aiutato dal suo amico Christian George Guiggiani scrisse all'epoca un lunghissimo pamphlet che da allora non ha mai smesso di rimbalzare nei forum, nei social network, di essere citato e plagiato e accoloratamente discusso o deriso.

Fu anche ripreso da Roberto Davide Papini con un approfondito articolo apparso su La Nazione e su Il Giorno.



Come per il "libretto blu" di Bueno, è difficile stabilire quanto il testo sia provocatorio, quanto sia esagerato, quanto sia la volontà di una grande burla o di una grande paranoia. Tra le chicche del testo di Cristian, ne riportiamo alcune:

"Grandepuffo: le sue fattezze così particolari non possono far si che venga paragonato Carl Marx, autore de "Il Capitale" e capostipite dell'idea socialista in cui il popolo sovietico e comunista (i puffi) si riconoscono e credono ciecamente.

Quattrocchi: si contrappone a Grandepuffo nelle scelte da prendere per la vita villaggio e la sua pedanteria molto spesso scade nel ridicolo. Il suo ruolo è quello di un leader nell'ombra.

Anche le caratteristiche fisiche del personaggio Quattrocchi sono molto particolari, porta gli occhiali ed assume sempre un'aria ed una posa da saccente nei confronti dei suoi "compagni".

Facendo un paragone con la storia dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) questo personaggio sembra richiamare alla memoria il compagno Lev Davidovic Trockij (Trotsky) ucciso dagli emissari di Stalin in Messico, il 20 Agosto 1940.


Forzuto: ogni società ed ogni comunità attribuisce a qualche soggetto il monopolio della violenza legittima, nel villaggio dei puffi questo ruolo è di pertinenza di forzuto.

Forzuto è il braccio dell'esecutivo (grandepuffo) egli ha potere di coercizione, in quanto la propria forza fisica lo rende istituzionalmente preposto a gestire l'ordine della comunità.

Il ruolo ricoperto da Forzuto lo inquadra come un tipico agente di sicurezza sovietico, anzi in molti episodi in vera e propria funzione di spia dell'Nkvd (poi Kgb, adesso Fsb).

 

 

L'economia del villaggio è pianificata e centralizzata sul modello socialista reale.


Non è possibile rintracciare attività private volte a fini di lucro nel villaggio.chi produce in maniera disomogenea si vedrà retribuito uniformemente, anche rispetto a chi ha prodotto più (o meno) di lui.
Infatti nella società dei Puffi non ci sono classi sociali, non esiste una borghesia in quanto i mezzi di produzione appartengono al popolo.
La conformazione del villaggio sotto il punto di vista economico perciò è quella di un Kolchoz sovietico.

Le iniziali di
Smurf (il nome inglese dei Puffi) infatti potrebbero essere riferite a Socialist Men Under a Red Father: Uomini Socialisti sotto un Padre Rosso"


Vi pare un po' troppo forzato? Associare cotanta dietrologia al mondo innocente dei Puffi è solo un infantile esercizio di stile?

Potrebbe essere, ma Cristian Fineschi e Antoine Bueno sono in buona compagnia in questi voli pindarici: per esempio nel 2006 Avvenire e Il Corriere della sera ripresero (il primo giornale con estrema serietà, il secondo con notevole ironia) la tesi del libro di Antonio Soro, "I Puffi, la vera conoscenza e la massoneria (ed. Edes)"

Ma di questo e di tutti gli altri  inquietanti e turbativi aspetti dei Puffi ne parlermo nel prossimo articolo...


[continua... leggi la seconda parte.]