20/07/2024
28/07/2010

Matato
el matador

Niente più corride a Barcellona. Il parlamento della Catalogna ha votato il divieto a partire dal 2012. Per ora rimane nel resto della Spagna ma aumentano le pressioni per arrivare ad una generale proibizione

Altro che San Firmino.
Sembra che tutte le strade spagnole, in queste ore, siano piene di tori che corrono verso Barcellona.
In Catalogna è stata appena approvata la legge che proibisce le corride. Il mondo è piccolo e la notizia ha raggiunto anche castigliani e aragonesi.
Basta picadores, banderillas e toreador. I drappi rossi possono essere riposti nel cassettone. La Plaza de toros almeno in Catalogna servirà per far giocare i  bambini.
I puristi storcono il naso, convinti che la tradizione venga prima di tutto. Il rito della vestizione, la discesa nell’arena, il balletto con il toro e alla fine il sacrificio dopo quello che alla folla esultante e plaudente è sembrato un duello alla pari. Per i sostenitori è folklore, è cultura, è persino arte.
Per gli oppositori è uno spettacolo indegno, una mattanza di tori predestinati alla morte.
Una associazione animalista ha raccolto più di 180 mila firme e il parlamento della Catalogna ha approvato la legge che vieta la corrida.
Anche se i sostenitori erano progressivamente in calo il tema è sentito e davanti al parlamento si sono radunati sia i sostenitori dell’abolizione che i  difensori della corrida.
La Catalogna è gelosa della sua autonomia. Che succederà ora nel resto della Spagna?
Se i tori cercheranno rifugio in terra catalana per invecchiare tranquilli i toreri dovranno fare il cammino inverso a meno di riciclarsi in lavori alternativi.

 

 

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L’angolo acuto
© Riproduzione riservata (28 Luglio 2010)