Pontida
Le reazioni
A Pontida è stato il giorno di Umberto Bossi e dei suoi proclami e non potevano mancare le immediate reazioni del mondo politico alle parole del leader della Lega Nord
A Pontida è stato il giorno di Umberto Bossi e dei suoi proclami e non potevano mancare le immediate reazioni del mondo politico alle parole del leader della Lega Nord.
I primi a esprimersi sono stati il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che da giorni tengono viva l’attenzione sul ‘rischio’ di trasferimento di alcuni ministeri nel Nord Italia.
Per Alemanno a questo punto “è indispensabile portare immediatamente una mozione in Parlamento che ribadisca con forza che i ministeri devono stare a Roma, che condanni tutti questi atteggiamenti e che interpreti quello che è scritto sulla Costituzione, cioè che la Capitale è a Roma. Non è possibile mettere in discussione questa realtà”.
Renata Polverini auspica l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “I 150 anni che stiamo festeggiando e che vedono una grande partecipazione di popolo – dice - sono l’esempio di quanto questo Paese si riconosca nel valore dell’Unità, di quanto creda che la forza dell’Italia derivi dall’essere uniti. Il presidente Napolitano tiene molto non tanto ai festeggiamenti, ma ad un Paese che, pur con le sue diversità, e anche in un percorso di federalismo, non deve mai dimenticare che per l’unità tante persone hanno perso la vita, e tanti anzi lavorano perché questa unità cresca. Ci aspettiamo dunque, ma sono sicura che non mancherà, una presa di posizione importante come quella del presidente della Repubblica”.
“Una stanca, imbarazzata e impotente propaganda”. E’ il parere della senatrice del Pd Anna Finocchiaro, che continua: “da giorni, Bossi e i suoi ministri continuavano a dire che l'evento di Pontida sarebbe stato un vero e proprio ultimatum per Berlusconi; francamente siamo delusi perché mai si è visto un ultimatum con una scadenza tanto lontana”.
Per Italo Bocchino del Fli “con il suo discorso di oggi Bossi ha attaccato il governo al respiratore artificiale, decretandone la fine politica. Adesso la conclusione della legislatura dipenderà dal momento in cui la Lega staccherà i macchinari”.
Il leader Idv Antonio Di Pietro si augura che “almeno sulla fine delle missioni di guerra, la Lega sia conseguente: all'annuncio della domenica segua l'azione del lunedì. Se non lo faranno saremo di fronte all'ennesima boutade della domenica pomeriggio”.
Angelo Bonelli dei Verdi si concentra invece sui costi di un eventuale spostamento di alcuni ministeri al Nord: “la Lega da partito di lotta si è trasformata nel partito della spesa. Se la richiesta di Bossi fosse accolta lo spostamento dei ministeri si tradurrebbe in 2,5 miliardi di maggior spesa per le casse dello Stato. Una posizione irresponsabile proprio mentre il nostro Paese rischia di essere risucchiato dalla crisi greca”.
Per il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, “Il nuovo riferimento alla vicenda delle quote latte, un imbroglio che è costato tantissimo all'Italia anche in termini di prestigio e che tutela solo un pugno di imbroglioni, dimostra come alla Lega non interessi nulla della riforma fiscale ma solo di proteggere gli evasori”. Ricordiamo che nel passaggio di Bossi riservato agli allevatori c’era un riferimento diretto al leader Udc Pier Ferdinando Casini ( “allevatori, i truffati siete voi: non basta venire a Pontida, bisogna andare giù a far vedere al Parlamento, al Pdl e a quei delinquenti come Casini che danno a voi dei ladri. A loro bisogna dare una mano di bianco” ).
Per la maggioranza il primo a intervenire è stato il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi: “oltre il colore e la scivolata sulla secessione, la posizione di Umberto Bossi è corretta: manda avanti l'alleanza per due anni, esige le riforme ed è scontato che leader e alleanza si decideranno nel 2013”.
Il vicecapogruppo al Senato del Pdl, Gaetano Quagliariello, dice che “a Pontida è andata in scena una Lega di lotta e di governo”. Per Quagliariello bisogna dare la giusta interpretazione alle parole del ‘senatur’. “Per chi sa leggere il messaggio che Bossi ha dato è stato quello di coniugare le preoccupazioni della base con una forte volontà di continuare l'esperienza di governo”.
Sulla questione dei ministeri una prima risposta in ‘casa’ Pdl arriva da Fabrizio Cicchitto che ribadisce che i ministeri devono restare a Roma così come prevede la Costituzione. “Al Nord solo sedi distaccate”.