23/05/2012
Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti
Improvvisa nostalgia di Andrea Pazienza
Quattro viaggi, due interviste
Frammento di un'intervista del 4 aprile 1987. Andrea Pazienza si racconta a Carlo Romeo, allora direttore di Teleroma 56.
“No, lui non ha studiato. O magari ha studiato le cose sbagliate”.
Come faceva Andrea Pazienza ad intuire, o forse ad aver capito tutto, nei lontanissimi anni '80 del secolo scorso?
Quale linea di dialogo aveva con il futuro, o quale avanzata sensibilità di artista possedeva, per sentirsi dentro e lanciare questa frase, all'epoca non recepibile nella sua piena potenza di vaticinio?
Lo stesso interlocutore nell'intervista, Carlo Romeo, non coglie l'importanza di questa apocalisse di Pazienza e nel proseguio del discorso si sovrappone alla sua voce, chiarendo che non è vero, che Berlusconi ha studiato le cose giuste, facendo sì che Pazienza tronchi in un borbottio indistinto il suo pensiero che a questo punto non conosceremo mai nella sua completezza.
Berlusconi ha studiato, dicono le cronache. Nel 1954 conseguì la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano, una scuola privata.
E nel 2011, da Primo Ministro, afferma: "Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori".
E nel 1987 - Berlusconi già affermato imprenditore ma ben lontano dall'essere un tetrapremier - Andrea Pazienza dice di lui: “No, lui non ha studiato. O magari ha studiato le cose sbagliate”.
E allora sale improvvisa la nostalgia di Andrea Pazienza. Anche perché il 23 maggio 2012, Pazienza avrebbe compiuto 56 anni.
Della sua vita non ipotetica, ma reale, ci racconta Daniele Brolli nel suo blog, dove ha pubblicato quattro bellissimi e intensi racconti di viaggi con Paz.
Racconti in cui si parla dell'uomo, più che dell'artista, anche se le due cose in Pazienza erano fuse. Si parla più di emozioni e debolezze umane che di arte, anche se per Pazienza le due cose, di nuovo, erano indistinte.
Godetevi questa Lettura.
“No, lui non ha studiato. O magari ha studiato le cose sbagliate”.
Come faceva Andrea Pazienza ad intuire, o forse ad aver capito tutto, nei lontanissimi anni '80 del secolo scorso?
Quale linea di dialogo aveva con il futuro, o quale avanzata sensibilità di artista possedeva, per sentirsi dentro e lanciare questa frase, all'epoca non recepibile nella sua piena potenza di vaticinio?
Lo stesso interlocutore nell'intervista, Carlo Romeo, non coglie l'importanza di questa apocalisse di Pazienza e nel proseguio del discorso si sovrappone alla sua voce, chiarendo che non è vero, che Berlusconi ha studiato le cose giuste, facendo sì che Pazienza tronchi in un borbottio indistinto il suo pensiero che a questo punto non conosceremo mai nella sua completezza.
Berlusconi ha studiato, dicono le cronache. Nel 1954 conseguì la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano, una scuola privata.
E nel 2011, da Primo Ministro, afferma: "Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori".
E nel 1987 - Berlusconi già affermato imprenditore ma ben lontano dall'essere un tetrapremier - Andrea Pazienza dice di lui: “No, lui non ha studiato. O magari ha studiato le cose sbagliate”.
E allora sale improvvisa la nostalgia di Andrea Pazienza. Anche perché il 23 maggio 2012, Pazienza avrebbe compiuto 56 anni.
Della sua vita non ipotetica, ma reale, ci racconta Daniele Brolli nel suo blog, dove ha pubblicato quattro bellissimi e intensi racconti di viaggi con Paz.
Racconti in cui si parla dell'uomo, più che dell'artista, anche se le due cose in Pazienza erano fuse. Si parla più di emozioni e debolezze umane che di arte, anche se per Pazienza le due cose, di nuovo, erano indistinte.
Godetevi questa Lettura.
Il primo viaggio: dove si scopre che a lui tutto era perdonato, nulla rifiutato.
Il secondo viaggio: dove si scopre che aveva più di una mania ed era un po’ petulante.
Il terzo viaggio: in cui sofferenza e incoscienza vivono in splendida armonia.
Il quarto viaggio: dove l'indisciplina si sublima nell'ossessione
Alla fine della lettura dei tre racconti, si ha voglia di immergersi ancora nella vita di Pazienza, come e più nelle gesta di un personaggio dei fumetti.
E allora si va alla ricerca di un documento storico immenso, un'intervista realizzata da Red Ronnie nel 1984, a Lucca.
Andrea Pazienza ha scoperto pochi istanti prima che la sua ex ragazza, Betta Pellerano, con cui era stato insieme dal 1977 e alla quale era ancora evidentemente legatissimo, aveva una relazione con un amico comune, Marcello Jori (autore di fumetti anch'egli) e aveva saputo la verità proprio dallo stesso Jori.
Red Ronnie accende casualmente proprio un momento dopo la telecamera e riprende Pazienza a ruota libera, nel gorgo delle sue emozioni. La (non) intervista che ne segue è qualcosa di immenso e spaventoso, per quanto ci getta dentro i sentimenti e lo stato d'animo di Andrea e anche inevitabilmente nel nostro.
Il secondo viaggio: dove si scopre che aveva più di una mania ed era un po’ petulante.
Il terzo viaggio: in cui sofferenza e incoscienza vivono in splendida armonia.
Il quarto viaggio: dove l'indisciplina si sublima nell'ossessione
Alla fine della lettura dei tre racconti, si ha voglia di immergersi ancora nella vita di Pazienza, come e più nelle gesta di un personaggio dei fumetti.
E allora si va alla ricerca di un documento storico immenso, un'intervista realizzata da Red Ronnie nel 1984, a Lucca.
Andrea Pazienza ha scoperto pochi istanti prima che la sua ex ragazza, Betta Pellerano, con cui era stato insieme dal 1977 e alla quale era ancora evidentemente legatissimo, aveva una relazione con un amico comune, Marcello Jori (autore di fumetti anch'egli) e aveva saputo la verità proprio dallo stesso Jori.
Red Ronnie accende casualmente proprio un momento dopo la telecamera e riprende Pazienza a ruota libera, nel gorgo delle sue emozioni. La (non) intervista che ne segue è qualcosa di immenso e spaventoso, per quanto ci getta dentro i sentimenti e lo stato d'animo di Andrea e anche inevitabilmente nel nostro.
Pazienza continua a portarsi Betta dentro a lungo, anche se ha lasciato Bologna e si e' stabilito nella placida Montepulciano, dove sposa nel giugno del 1986 Marina Comandini.
Entrambe le donne affiorano come rappresentazioni e strali dell'anima ne “Gli ultimi giorni di Pompeo”, le cui due pagine testuali a chiusura sono una delle maggiori vette liriche di Pazienza uomo e artista.
Entrambe le donne affiorano come rappresentazioni e strali dell'anima ne “Gli ultimi giorni di Pompeo”, le cui due pagine testuali a chiusura sono una delle maggiori vette liriche di Pazienza uomo e artista.
Non abbiamo parlato di nessun fumetto di Pazienza in questo articolo.
Non vi abbiamo spiegato chi lo ha influenzato e chi ha influenzato lui a seguire.
Non abbiamo fatto un'analisi delle sue opere, non c'è una bibliografia, non ricordiamo i personaggi che ha creato, le mostre a lui dedicate.
È solo una improvvisa nostalgia di Andrea Pazienza, che volevamo condividere con voi.
E se anche voi sentite la mancanza di uno come lui, nel nostro scenario artistico, politico e sociale, beh, andate in libreria e prendete un'opera a caso col suo nome sopra.
Non ne rimarrete delusi.
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Abbiamo parlato di Andrea Pazienza, anche QUI, con l'intervista all'autore dei reading sulle opere dell'artista.