05/11/2024
22/08/2011


Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti

Tripoli, bel fumetto d'amor
Libia, eserciti ribelli, esercito italiano e cacciate di dittatori, in corsi e ricorsi storici nei comics americani

 

di Riccardo Corbò

 


Da TgCom del 30 agosto 2010: Frattini: "Su Gheddafi critiche senza senso, (...) Gheddafi è un leader importante per tutto il Medioriente. L'opposizione ignora la politica. (...) E' gente che non conosce affatto né la politica estera né gli interessi dell'Italia".

Da La Stampa del 2 settembre 2010, intervista di Antonella Rampino:  Frattini: "Gheddafi ci apre le porte in tutta l’Africa (...) In Italia c’è un atteggiamento da colonialismo di ritorno, e invece Gheddafi è un leader arabo, il presidente dell’Unione Africana, un politico capace di mettere un proprio collaboratore a presiedere l’assemblea dell’Onu. E va in giro per l’Africa a dire che l’Italia è l’unico Paese che ha superato il colonialismo. (...)"

Da Libero del 19 aprile 2011: Frattini: "Gheddafi è un dittatore sanguinario". Il capo della Farnesina con il capo dei ribelli di Bengasi promette: "Metteremo a disposizione denaro per il popolo libico (..) Per vincere rapidamente sul piano militare ci sarebbero molti altri strumenti, ma sono strumenti che la comunità internazionale non ha accettato".

Dal Corriere della Sera del 22 Agosto 2011: (ANSA) Libia: Frattini, "Gheddafi si arrenda e abbandoni il potere, non ci sono assolutamente alternative''

--



In questa rubrica abbiamo parlato diverse volte dello stereotipo e di come e perché viene usato nei fumetti. Per esempio qui: "150 anni di unità di stereotipi - Cliché meschini di italiani meschini nei comics della Golden Age"
.


Torniamo a parlarne oggi, ricapitolando brevemente quanto scritto in precedenza.
Lo stereotipo è una rappresentazione semplificata e al contempo esagerata
di un luogo, un oggetto, un avvenimento o un popolo, talmente condivisa e ribadita nel tempo da diventarne caratteristica immediatamente identificativa.
Gli stereotipi sono uno degli stilemi del fumetto delle origini, perché permettono con pochissimi tratti e pochissime vignette di chiarire subito - e con tinte forti - i caratteri dei vari personaggi. Questo è fondamentale quando si ha a disposizione - per motivi editoriali - pochissimo spazio per ciascuna storia.

I fumetti americani del periodo della II Guerra Mondiale ovviamente strabordano di stereotipi propagandistici, sia esaltatori del popolo e dell'esercito americano, sia denigratori dei popoli e degli eserciti nemici.
A fronte di questa ovvia scelta, è molto interessante osservare che la denigrazione non avviene a caso, e non è uguale per tutte le forze dell’Asse.
I tedeschi sono dipinti come altamente organizzati, pericolosi, decisi, spinti da una malvagità pari a quella del Demonio (spesso letteralmente loro alleato o loro condottiero).
I giapponesi sono mostrati con tratti scimmieschi. Sono spietati,con la bava che cola dal ghigno vampiresco, per quanto sono sadici.

Gli italiani invece sono approssimativi, distratti, goderecci, razzisti tra loro stessi, e - non ultimo - dei totali voltagabbana.
La parola data da un italiano, in tantissimi fumetti americani, vale il tempo di girare pagina.
Fin quando la parola data corrisponde a una situazione di vantaggio, per l'italiano, essa viene ovviamente mantenuta.
Quando invece alla parola data corrisponde un danno, una perdita, un pagamento di pegno, per l'italiano l'onore diventa un optional, e si affretta in qualunque azione, per quanto disonorevole o opposta a quanto giurato pochi secondi prima, se pensa che questo gli permetta di tornare in situazione di vantaggio.

Prendiamo ad esempio la storia di Loop Logan, pubblicata nel giugno del 1941, sul n.13 di "Blue Ribbon Comics" , ambientata in Libia.
Gli arabi a quel punto, nel fumetto, sono indecisi se schierarsi al fianco dell'esercito inglese o dell'esercito italiano.




Le offerte diplomatiche sono simili, e il capo musulmano propone una sfida di forza e di audacia tra due rappresentanti degli eserciti stranieri.
Gli arabi, afferma, "hanno sempre combattuto dalla parte dei coraggiosi".
Ci sarà quindi una sfida di lotta, a mani nude, a cavallo. Chi disarcionerà l'altro, sarà scelto dai musulmani come alleato.
Lo sconfitto dovrà accettare di ritirarsi senza ulteriori spargimenti di sangue.
Il maggiore Grazionni è il rappresentante italiano, Loop Logan quello degli Inglesi e americani.






A parole Grazionni subito si dichiara il più coraggioso, e sicuro vincitore, ma dopo una incredibile lotta, il fascista finisce a terra.

Loop è comunque impressionato, perché per diverse volte, e fino all'ultimo, è stato messo in difficoltà dall'italiano.
Corre quindi a congratularsi con lui e stringere la mano allo sconfitto, riconoscendogli i meriti.
L'italiano, se possiamo usare un termine probabilmente non in uso all'epoca, "ci va in puzza". Non ci sta.




I patti erano patti, ma solo se lui avesse vinto, insomma. Urla in faccia al britannico "C'è stato un grosso errore! Dovevo vincere io!" e mentre stringe la mano a Loop con la destra, con la sinistra tira fuori un coltello, per colpire a tradimento l'avversario.
Il compagno indiano dell'inglese, riesce a disarmare Grazionni con gesto fulmineo, e l'italiano scappa di corsa a fare rapporto ai suoi superiori.

La sua dichiarazione è chiarissima: "Sì! Ho perduto! Ma vinciamo lo stesso! Li attaccheremo con i carri armati e spazzeremo via l'americano e i capi tribù! Gli arabi non saranno mai in grado di organizzarsi e vinceremo facilmente!"
Insomma, gli arabi sono convinti che gli italiani rispetteranno gli accordi, e quindi non saranno pronti ad essere attaccati proprio dagli italiani.



Nell'episodio successivo, su "Blue Ribbon Comics" n.14, la presenza e la prontezza di spirito di Loop Logan, permette invece agli arabi di preparare al volo un piccolo arsenale di bottiglie incendiarie.





Questa volta per gli italiani non mette bene: finiscono, come riportato testualmente nel fumetto "arrostiti vivi nei loro carri armati".
Lo stesso Maggiore Grazionni ordina la ritirata di tutte le truppe, quando si accorge che versa a mal partito.






Su "Military Comics" n.3, dell'ottobre del 1941, nella storia di "Archie Atkins, desert scout" troviamo altri stereotipi di opportunismo dei soldati italiani.





"Sapristi!" urla un soldato italiano (Sapristi è una tipica esclamazione francese, deformazione di "Sacristi",
eufemismo per Sacre Christi , usata per evitare di bestemmiare. Nei fumetti americani di quel periodo, viene usata spessissimo come tipica imprecazione italiana), accortosi di essere sotto il fuoco di una mitragliatrice dall'alto.
 I vertici in campo dell'esercito tedesco e italiano, fanno a gara per chi non deve stare in prima linea: "Non deve esserci una grande armata nemica là davanti. Propongo che abbia lei l'onore di avanzare per primo, colonnello Canelli", afferma il nazista. "Lei mi lusinga, Maggior Martz, ma lascio a lei l'onore di avanzare per primo. D'altra parte è la vostra guerra!" ribatte l’italiano, ovviamente gesticolando con le braccia.





E nella pagina successiva aggiunge "Andava tutto bene fin quando Mussolini non si è alleato con i maledetti tedeschi. Ora guardate come sono ridotto!"




Insomma, italiani codardi, sempre pronti a montare sul carro del vincitore, sperando che non costi però troppa fatica, sempre pronti a scendere e a salire al volo sul binario opposto, se questo porta un vantaggio, sempre pronti a tradire la parola data, è l'immagine che da questi fumetti pare riverbarsi come una cassandra fino ai nostri giorni del XXI secolo.

Se vogliamo però riconoscere ai comic book un valore di vaticinio, allora non dobbiamo perderci un altro loro importante messaggio, pur se nascosto in un paio di vignette “volanti”.

Sempre sul n.13 di "Blue Ribbon Comics", è pubblicata una della tante avventura del "Corporal Collins, infantryman".
Anche allora l'esercito italiano appoggia i ribelli in Libia, ma contro gli americani e gli inglesi, in questo caso.

Sia gli italiani, sia i ribelli arabi vanno quindi mostrati in maniera altamente negativa, ridicola e disdicevole, per farli immediatamente apparire come cattivi, agli occhi dei lettori,
E come viene rappresentato il leader dei cattivi ribelli, per essere il più negativo, il più ridicolo e disdicevole possibile?


Come Mohandas Gandhi !!!.
Tutto fa brodo in un fumetto d'avventura degli anni '40, e quale capo della ribellione più fastidiosa per i britannici, può essere meglio del Mahatma, in quel periodo storico?
Quindi nel fumetto viene trasformato in un leader musulmano, col nome storpiato di Mahatmama, e guida la rivolta dei ribelli contro l'esercito britannico. Ovviamente è messo apposta per fare una figura da fesso, esser subito spazzato violentemente via, e per mostrare ai lettori che chiunque interferisca con gli interessi e la forza delle Grandi Potenze Occidentali, farà una pessima fine.

Anche in questo caso, si tratta solo di storie di vecchi fumetti ridicoli, di più di settant'anni fa?