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Il G8 visto dalle tendopoli
Il G8 visto da chi ancora vive nelle tendopoli. La protesta pacifica di chi attende una casa
Due gradi non bastano
L' ONU critica l'accordo sul clima raggiunto dai grandi. Bisogna fare di più. Ma c'é lo scoglio di Cina e India
Il Summit si allarga
Oggi il G8 allargato ai paesi emergenti per discutere di povertà e sviluppo. Le first lady tra le macerie de L'Aquila
Notizie:
G8: La Cina irrompe, non vincolati a accordo clima
09/07/2009
E' rimasta in silenzio due giorni dopo il rientro in patria del suo presidente Hu Jintao per la crisi dei massacri nello Xingjang terra natia della minoranza etnica degli uighuri. Ma oggi la Cina orfana all'Aquila del presidente si e' fatta sentire al vertice del GB+G5 piu' Egitto,con tutto il peso della sua forza di colosso emergente della politica, dell'economia e della finanza mondiali.
A parlare davanti ai Grandi presieduti dal primo ministro italiano Silvio Berlusconi il consigliere di stato Dai Bingguo, voce di Hu. A spiegare ai giornalisti i suoi messaggi il direttore generale del servizio stampa e informazione del ministero degli esteri di Pechino Ma Daoxu, giovane diplomatico di carriera, dal perfetto inglese ma che preferisce farsi tradurre il suo mandarino ad uso dei giornalisti ignoranti della lingua di quasi un terzo dell'umanita'.
''Ringrazio a nome del presidente, assente per motivi di politica interna, i giornalisti cinesi e i rappresentanti della stampa di Giappone, Italia e Gran Bretagna qui presenti'' esordisce e apre subito il fuoco di fila di parole destinate a lasciare il segno.
- Lodi a Belusconi
''Desidero esprimere - le sue prime parole - il grande apprezzamento del mio paese per il ruolo svolto da Berlusconi come leader del G8 dell'Aquila. Ha fatto un ottimo lavoro trattando con eguale rispetto tutti i paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo e offrendo loro la possibilita di dire quanto pensano''. Ed ecco quanto la Cina ha detto ai Grandi del mondo attraverso le parole del consigliere di stato Dai Bingguo filtrate dal portavoce del ministero degli esteri di Pechino.
- Accordo sul clima del G8
''L'accordo sul clima raggiunto ieri dal G8 sui cambiamenti climatici non vincola la Cina, che ritiene fondamentale la necessita' per i paesi sviluppati di prendere in seria considerazione le ''diverse condizioni'' dei paesi emergenti e in via di sviluppo. Tutte le strade intraprese senza la partecipazione dei paesi emergenti sono inutili e prive di efficacia. La Cina e' attivamente impegnata ad affrontare il grave problema dei cambiamenti climatici, nel rispetto del Protocollo di Kyoto e svolge un ruolo costruttivo per tradurre in pratica la roadmap di Bali. Ma la sua attuale forma di approvvigionamento enegergetico legato ad un mix di sorgenti di energia dominato dal carbone non puo' cambiare in tempi rapidi, rendendo il compito di controllare e ridurre le emissioni dei gas serra piu' duro e difficile''.
- Riforma del Sistema Monetario Internazionale
''La Cina vuole una riforma graduale del sistema valutario internazionale per una maggiore diversificazione della moneta di riferimento. E' necessario un sistema valutario piu' razionale per poter garantire la stabilizzazione dei tassi di cambio. Ci vorrebbero regole piu' efficaci per una relativa stabilita' dei tassi di cambio delle principali valute di riferimento e per poter favorire cosi' un regime piu' razionale e differenziato''.
- Crisi economica e finanziaria e exit strategy
''Paesi industrializzati e paesi emergenti e in via di sviluppo hanno eguali e grandi responsabilita'. I primi devono difendere davanti alla comunita' internazionale i diritti dei paesi emergenti allo sviluppo economico e alla salvaguardia delle loro caratteristiche nazionali, ridurre il loro debito pubblico e promuovere i trasferimenti di tecnologia ai paesi emergenti. I secondi devono concentrare le loro energie sullo sviluppo e poi aprire le porte agli investimenti e ai prodotti dei paesi sviluppati. Le grandi organizzazioni come il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, lo stesso G8 devono riformarsi per garantire migliore partecipazione, su un piede di parita',ai paesi emrgenti. Il G20 deve combattere con decisione il protezionismo commerciale e sugli investimenti e mostrare di aver capito nei fatti che i paesi piu' colpiti dalla crisi sono quelli sottosviluppati e poveri. Questo e' il vero problama da affrontare: dare a tutti i livelli la priorita' allo sviluppo sostenibile, nel rispetto dell'ambiente''.
G8: c'è intesa su clima, oggi tavolo su paesi emergenti
09/07/2009
I grandi della Terra si compattano sul clima e trovano l'intesa, la riduzione dell'80% dei gas serra entro il 2050, che oggi portano sul tavolo dei paesi emergenti e le loro resistenze, Cina e India in prima linea. I paesi poveri ed il trattato di Doha sul commercio globale saranno gli altri due temi scottanti della seconda giornata dei lavori del G8 dell'Aquila. Ieri gli otto grandi hanno approvato anche la dichiarazione sull'economia, sottolineando l'esigenza di regole anti-crisi, e quella politica, trovando un'intesa sulla condanna alla crisi post-elettorali in Iran, alle affermazioni negazioniste del
presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad e ai test nucleari e missilistici della Corea del Nord.
G8: profondamente preoccupati per violenze in Iran
09/07/2009
Il G8 si dice ''profondamente preoccupato'' per le violenze post-elettorali in Iran, affermando allo stesso tempo di essere ''determinato a trovare una soluzione diplomatica'' alla questione del programma nucleare di Teheran. In una dichiarazione diffusa ieri sera, il leader degli otto Paesi piu' industrializzati del pianeta ''deplorano le violenze compiute dopo le elezioni che hanno causato la morte di civili iraniani'' e definiscono ''inaccettabili le interferenze nell'operato dei media, le detenzioni
ingiustificate di giornalisti e i recenti arresti di cittadini stranieri''.
Il G8 esorta Teheran ''a risolvere la situazione attraverso il dialogo democratico nel rispetto dello stato di diritto'', senza tuttavia criticare il contestatissimo risultato delle elezioni presidenziali, che hanno visto la vittoria dell'ultra-conservatore Mahmoud Ahmadinejad. Sul controverso programma nucleare della repubblica islamica, il G8 si dice ''determinato a trovare una soluzione diplomatica'', ma ribadisce la sua ''profonda preoccupazione'' per i rischi di proliferazione nucleare. Si dice poi soddisfatto della proposta di Washington di ''avviare negoziati diretti'' con il regime iraniano, esprimendo la speranza che Teheran ''colga quest'occasione''. I leader condannano infine le dichiarazioni del presidente iraniano, ''che nega l'Olocausto''.