18/07/2024
:: Tra un muuu e l'altro, mucche in soccorso di Google >> a cura di Pasquale Martello

 

Tra un muuu e l'altro, mucche in soccorso di Google

20/05/2010
di Ashlee Vance
NYTimes del 19 maggio



Guarda un po’, zitte zitte, cosa mi combinano le mucche stavolta.
Gli allevatori americani potrebbero a breve trovarsi coinvolti nel business dell’informatica, perché il letame prodotto dal bestiame potrebbe essere utilizzato per fornire energia a società del calibro di Google e Microsoft. Anche se magari non immediatamente intuibile, l'idea sfrutta due fenomeni recenti: la tendenza da parte delle aziende informatiche a trasferirsi in campagna e la voglia degli allevatori di produrre combustibile da scarti organici provenienti dagli allevamenti di bestiame. Avvalendosi di esperienza specifica nel settore, ogni allevatore di bovini, cioè, potrebbe affittare terreni e energia alle aziende e recuperare quanto investito per l’impianto di biogas nel giro di due anni. Questo, secondo un documento che la Hewlett Packard pubblicherà mercoledì 19 maggio. "Informatica e letame vivono un rapporto simbiotico", ha detto Chandrakant D. Patel, direttore del laboratorio di informatica sostenibile della Hewlett Packard, autore dello studio. "Vicino ai centri dati, gli allevatori avranno nuove opportunità imprenditoriali".

Le aziende informatiche hanno sempre costruito le "server farm" nelle grandi città e nei pressi di grandi centri industriali, o quanto meno poco lontano. Col passare del tempo è diventato sempre più difficile per le grandi aziende trovare energia a buon mercato e immobili adatti alle loro esigenze. Lo sviluppo delle reti per il trasferimento dati ad alta velocità ha permesso alle aziende di trasferirsi lontano dalle città, pur garantendo lo stesso servizio per gli utenti. E quindi aziende come Google, Yahoo, Amazon.com e Microsoft si sono precipitate a cercare in tutti gli States ampi spazi con accesso diretto a grandi quantità di elettricità. E così sempre più centri dati sono stati costruiti nello stato di Washington, in Texas, in Iowa e in Oklahoma. Se poi queste location avevano vicino allevamenti di bovini, tanto meglio. Non si tratta tanto di un passo avanti nell’utilizzo dell’energia alternativa, quanto di un approccio diverso che potrebbe tornare utile alle aziende che, in India e Cina, sono alla ricerca di un modo economico per alimentare i loro centri dati.


Ma torniamo ai nostri allevatori, che da tempo si industriano per trovare il modo di liberarsi dei maleodoranti rifiuti prodotti dalle mucche, magari trasformandoli in quello che si chiama "biogas".
Per produrre il biogas, un allevatore ha bisogno di comprare impianti speciali che, attraverso un processo di "digestione anaerobica", trasformano il letame in grandi quantità di metano, utilizzabile come sostituto del gas naturale o del carburante diesel.
"Una mucca media produce ogni giorno una quantità di sterco sufficiente a generare energia per una lampadina da 100 watt", dice Michael Kanellos, direttore di Greentech Media, una casa editrice scientifica. Secondo i calcoli della Hewlett Packard, 10 mila mucche sarebbero sufficienti ad alimentare un centro dati da un megawatt, tipo un centro informatico di piccole dimensioni usato da una banca, per esempio. Secondo Kanellos la soluzione presenta vantaggi per entrambe le parti in causa: le macchine e i computer producono molto calore, mentre gli impianti di biogas hanno bisogno di calore per funzionare, un ciclo virtuoso comodo per tutti.
"Le mucche non potranno mai sostituire l'energia idroelettrica", dice Kanellos, "ma il biogas è molto interessante soprattutto perché è un modo per trarre profitto dallo sterco animale".
All’inizio molti allevatori in difficoltà economiche cercavano di mettere in piedi piccoli impianti di biogas propri. Hanno poi scoperto che era meglio vendere il letame a un unico produttore di biogas.
"Il piccolo impianto non porta grandi vantaggi" dice Rocky C. Costello, presidente della R.C.Costello & Associates di Redondo Beach in California, società che prepara progetti di impianti di biogas. La California e il Texas potrebbero trarre grande vantaggio dall'idea, dice Costello, perché ospitano sia grandi allevamenti di bestiame, che industria tecnica specifica e impianti di biogas. California, Wisconsin, lo Stato di New York, Idaho e Pennsylvania sono stati, secondo il Ministero dell’Agricoltura, i maggiori produttori di latte l'anno scorso.


Eppure, Costello avverte, questo modello di energia alternativa ha dovuto affrontare molte difficoltà pratiche, tra le quali quelle di mercato: "Se il prezzo del gas naturale si abbassa, la cosa perde interesse. E il gas naturale è facile da ottenere".  
La Hewlett Packard ha sperimentato a lungo metodi diversi di alimentazione efficiente per i data center, compreso l'utilizzo di robot che si spostano attraverso gli edifici per controllare la temperatura dei computer. Patel racconta di come suo nonno, in India, bruciasse sterco di vacca come carburante. Oggi si spera che la modernizzazione di questa pratica possa aiutare a sostenere la costruzione delle infrastrutture tecnologiche indiane.
Secondo Patel un impianto di biogas costa 5 milioni di dollari, ai quali si devono aggiungere altri  30.000 $ di gestione l’anno. La Hewlett Packard deve ancora costruire un impianto proprio, forse in Texas o in California. "Tenetevi informati" ci dice Patel. "Noi intanto andiamo avanti"
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