La "nipote"
di Mubarak
Un nuovo scandalo a luci rosse coinvolge l'entourage del presidente del Consiglio. Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti sarebbero accusati di favoreggiamento della prostituzione
Un nuovo scandalo a luci rosse coinvolge l'entourage del presidente del Consiglio. Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti sarebbero accusati di favoreggiamento alla prostituzione.
Tutto ha inizio nel maggio dell'anno scorso. Una minorenne di nazionalità marocchina, di nome Ruby, viene fermata dalla polizia di Milano e portata in caserma. Non ha i documenti in regola ed è accusata di furto da una donna. Ma quella mattina di maggio succede l'impensabile: qualcuno avrebbe chiamato dalla presidenza del consiglio intimando di rilasciare la ragazza che, sempre secondo l’interlocutore romano, sarebbe anche nipote del presidente egiziano Mubarak. Agli agenti viene ordinato di rilasciare la ragazza senza eseguire le normali procedure identificative. Ruby deve uscire subito, fuori c’è qualcuno che la aspetta. E questo qualcuno sarebbe stata Nicole Minetti, già igienista dentale del presidente Berlusconi e ora consigliera regionale Pdl in Lombardia, accorsa in caserma a recuperare “l’amica”. Sarà proprio Ruby a raccontare questo particolare agli inquirenti.
Scappata da Messina, dove viveva insieme ai suoi in una casa famiglia, e giunta a Milano, testimonia di aver partecipato ad alcune feste nella residenza del premier ad Arcore almeno fino alla primavera scorsa, quando cioè la giovane era ancora minorenne. Feste e cene a cui avrebbero preso parte diverse ragazze, alcune della scuderia dell’agente dello spettacolo Lele Mora. I racconti della giovane sono al vaglio del pm Antonio Sangermano, magistrato di esperienza in forza al settimo dipartimento, il settore che si occupa di prostituzione ed estorsioni.
I verbali della ragazza, che al momento vivrebbe in una comunità protetta, non sarebbero privi di smagliature e notevoli contraddizioni, tanto che in alcuni casi, dopo aver fornito diversi particolari avrebbe ritrattato interi episodi. Inoltre, dietro le frequentazioni di questo giro di ragazze, i magistrati non escludono possa essersi nascosto un tentativo di ricatto ai danni del premier, posto che all’origine dell’inchiesta, nata come filone di un’altra indagine sullo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, dovrebbero esserci delle intercettazioni.
Adesso è tutto nelle mani dell'avvocato di fiducia di Berlusconi, Niccolò Ghedini, che afferma: "Una colossale montatura".