QUANTO "MI PIACE" IL PRESIDENTE
Le pagine dei governatori su Facebook, tra commenti, annunci e qualche contestazione. I più seguiti sono Nichi Vendola e Nicola Zingaretti, anche se non sempre i “mi piace” degli utenti sono sinceri
“Grazie a collaborazione tra Governo nazionale e regionale al via processo stabilizzazione dei precari in Sicilia”. Commento: “Tanto i fessi che pagano le tasse ci sono… tutto a carico dei contribuenti… non vedo l’ora che te ne vai”. Per gestire la propria presenza su Facebook ai politici serve anche una discreta dose di pazienza e autocontrollo, come dimostra questo botta e risposta un po’ sgrammaticato tratto dalla pagina del presidente della Sicilia, Rosario Crocetta. Sul social network più utilizzato al mondo, ogni commento può essere un invito a nozze per orde di troll, spammer e contestatori che dopo aver cliccato “Mi piace” per ricevere gli aggiornamenti attendono solo l’occasione giusta per sparare a zero. Eppure buona parte dei governatori delle Regioni è in prima linea: i vantaggi offerti in termini di comunicazione e di interazione con i cittadini valgono il rischio di qualche scocciatura.
A CHI PIACE IL SOCIAL NETWORK… Per molti presidenti Facebook è ormai parte integrante della propria attività politica. Alcuni hanno creato da anni la propria pagina e possono contare su un bacino di decine di migliaia di persone. Come su Twitter (LEGGI L'ARTICOLO), il più seguito è il governatore della Puglia, Nichi Vendola: ogni suo post arriva a circa 570mila utenti. È un risultato costruito nel corso di diversi anni e decisamente considerevole: la Cancelliera tedesca Angela Merkel, ad esempio, si ferma a quota 406mila. I suoi omologhi italiani inseguono il leader di Sel a grande distanza. In seconda posizione si trova Nicola Zingaretti, Lazio, con oltre 138mila “like”. Terza è Debora Serracchiani, Friuli-Venezia Giulia, che ne ha più di 95mila (GUARDA LA GRADUATORIA COMPLETA).
Appena fuori dal podio il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che sfiora quota 65mila e quello della Toscana, Enrico Rossi, poco sopra i 60mila. Solo esponenti di Centrosinistra tra i primi cinque, dunque. Per trovare governatori di Centrodestra bisogna scendere fino alla sesta posizione, dove con circa 28mila like c’è il campano Stefano Caldoro e alla settima, occupata dal lombardo Roberto Maroni con 23mila. Cifre consistenti, anche se ben lontane da quelle dei più seguiti.
…E A CHI PIACE MENO Questi dunque i migliori e gli outsider, ma c’è anche chi è proprio out, cioè chi ha deciso di rimanere fuori da questo social network. Nonostante la popolarità di Facebook, la pattuglia è piuttosto numerosa. Questione di strategie e, forse,anche di inclinazioni e sensibilità. Non hanno una propria pagina ufficiale il presidente della Valle d’Aosta, Augusto Rollandin, e il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder. Altri, come il presidente della Basilicata, Vito De Filippo, quello della Regione Veneto, Luca Zaia, e quello della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, hanno invece solamente un profilo privato.
Particolare è il caso del presidente della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Il governatore ha due profili personali (“Giuseppe Scopelliti Prima Pagina” e “Giuseppe Scopelliti Seconda Pagina”) con in totale quasi 10mila amici e 766 seguaci. I suoi post pubblici, cioè fruibili da tutti gli utenti, sono però rarissimi. A fornire moltissime informazioni sulla sua attività è invece la pagina fan “Giuseppe Scopelliti”, che però non è una pagina ufficiale. Aspetto, questo, che sfugge a molte tra le oltre 14mila persone che vi hanno cliccato “Mi piace” e che vi scrivono convinte di rivolgersi direttamente al vertice della Giunta regionale, indirizzandogli commenti, elogi e anche improperi.
QUESTIONE DI STILE In generale, quelle dei governatori sono pagine simili tra loro, ma non uguali. Ognuno ha il proprio stile. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, risponde molto spesso agli utenti, anche con l’aiuto del suo staff. La pagina di Roberto Maroni, Lombardia, non porta il suo nome ma “Lombardia in testa”, cioè lo slogan che ha adottato durante la campagna elettorale delle ultime Regionali. Molti, compreso lo stesso Maroni, oltre a una pagina possiedono anche un profilo personale che li mette in contatto con ulteriori nuclei di utenti. Il governatore della Liguria, Claudio Burlando, non ha una pagina ufficiale ma un profilo che però utilizza sostanzialmente allo stesso modo e che può contare su oltre 2mila seguaci.
UN CANALE ALTERNATIVO Per i più attivi questo social network è innanzitutto un potente canale di comunicazione alternativo. I governatori vi pubblicano foto delle manifestazioni alle quali prendono parte, annunciano e descrivono provvedimenti, commentano eventi di cronaca. In questo modo, è anche utilissimo per tenere i contatti con i cittadini e con gli elettori.
CENSURARE O TOLLERARE? La capacità di creare relazioni del resto è il vero punto di forza di Facebook. Il rovescio della medaglia, come nel caso di Crocetta sulla stabilizzazione dei precari, è che la piazza virtuale è molto simile a una piazza reale, se non peggiore, e che i contestatori sono sempre dietro l’angolo. Quando il 25 settembre la presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha comunicato che avrebbe partecipato a un’iniziativa in provincia di Pordenone per parlare della crisi del distretto del mobile, probabilmente non si attendeva risposte come “ma invece di parlare, parlare e parlare… perché non dai il buon esempio e ti riduci lo stipendio?”. Stessa situazione per il governatore della Campania, Stefano Caldoro, il cui annuncio dell’8 ottobre di bandi per un miliardo di euro di fondi europei è stato lo spunto per una raffica di commenti caustici, tra i quali uno dei più cortesi è stato “Le parole non riempiono la pancia”.
Decisamente non il massimo, dal punto di vista dell’immagine. Eppure, entro certi limiti, lo slalom tra le critiche può anche essere d’aiuto. Per un politico è un titolo di merito lasciare spazio agli oppositori e ascoltarli. Spesso, tra l’altro, sono altri utenti a prendere le difese del presidente finito nel mirino, mostrando che non tutti la pensano come i critici e sviluppando un dibattito che contribuisce a diffondere il messaggio di partenza. Anche gli oppositori, se ben gestiti, si possono quindi rivelare utili. In fondo, talvolta in politica l’importante è che se ne parli. Pazienza se qualcuno, quando ha cliccato “Mi piace” sulla pagina, non era proprio sincero.
Andrea Bettini
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