OPERAZIONE CONCORDIA
Un anno e 8 mesi dopo il naufragio, la rimozione del relitto della Costa Concordia entra nel vivo. Un’impresa senza precedenti per liberare l’Isola del Giglio dal gigante affondato da un inchino
Nei 20 mesi passati inclinata a poca distanza dalla riva, la Costa Concordia è ormai diventata parte integrante del panorama dell’Isola del Giglio. Una presenza scomoda, indesiderata e capace di rievocare continuamente la terribile notte del 13 gennaio 2012, quando la sciagurata manovra dell’inchino decisa dal comandante Francesco Schettino provocò 32 morti. Una presenza, però, che allo stesso tempo finora è stata inevitabile. Per spostare in sicurezza un gigante del mare lungo 290 metri bisogna infatti procedere con la massima attenzione. Ora però la rimozione inizia ad apparire davvero una prospettiva concreta.
UN PROGETTO TITANICO È un’impresa senza precedenti, quella a cui sono chiamati in questi mesi gli uomini del Consorzio italo-americano composto da Titan Salvage e Micoperi, le imprese scelte da Costa Crociere. Un progetto a cui lavorano 500 persone e dal costo complessivo di circa 600 milioni di euro, tutti a carico della compagnia di navigazione e delle assicurazioni. I lunghi preparativi hanno consentito di stabilizzare la nave, di preparare un falso fondale sotto lo scafo e di posizionare dei cassoni di galleggiamento sul suo lato sinistro, quello a vista. È quindi arrivato il momento della spettacolare fase di ribaltamento e rotazione del relitto. Poi sarà necessario posizionare dei cassoni di galleggiamento anche sul lato destro, quello rimasto sott’acqua. Infine, svuotando dall’acqua i cassoni, la Costa Concordia tornerà a galleggiare e potrà essere rimossa e condotta in un porto ancora da individuare per essere smantellata (PHOTOGALLERY: LE FASI DELLA RIMOZIONE)
LA TEMPISTICA Queste le fasi previste dai tecnici. Stabilire quando sarà conclusa l’operazione Concordia è però tutt’altro che semplice. Le variabili in gioco sono molte, dalle condizioni effettive dello scafo al maltempo. Sul portale informativo dedicato al progetto di rimozione si legge che “il cronoprogramma aggiornato sulla base dell'avanzamento dei lavori e del progetto prevede che il relitto venga rimosso entro l'estate 2014”. Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in un’audizione in Commissione Ambiente alla Camera ha auspicato che si riesca a portare a termine il tutto già entro la primavera del prossimo anno.
L’IMPATTO AMBIENTALE In ogni caso, anche dopo aver finalmente liberato l’Isola del Giglio dalla nave, la vicenda della Costa Concordia non si potrà considerare conclusa. Il relitto è un vero e proprio rifiuto speciale pieno di materiale inquinante, che inevitabilmente si riverserà almeno in parte in mare. Secondo le stime, nello scafo ci sono ancora tonnellate di materia organica e metalli pesanti, oltre a 237 metri cubi di carburante che non è stato possibile aspirare in condizioni di sicurezza. Sono già state prese numerose contromisure, ad esempio posizionando panne assorbenti, reti e barriere antitorbidità. Inoltre durante e dopo la fase di rotazione il programma degli interventi prevede un'attività giornaliera di mezzi attrezzati per il servizio di vigilanza e sorveglianza, gestione delle panne, attività di eventuale pompaggio e raccolta di sostanze sversate. L’Arpat, l’Agenzia per la protezione ambientale della Toscana, rassicura la popolazione prevedendo che lo sversamento di acque interne avrà impatti “temporanei e poco significativi”, ma nell’area interessata dall'incidente sono comunque previsti cinque anni di monitoraggio delle condizioni ambientali.
IL PROCESSO C’è poi il versante giudiziario del naufragio, uno dei più gravi incidenti navali degli ultimi decenni. Nel luglio scorso cinque indagati, accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, hanno patteggiato condanne comprese tra un anno e 6 mesi e due anni e 10 mesi. Tra loro anche l'hotel director Manrico Giampedroni, "eroe della Costa Concordia" premiato per aver salvato centinaia di vite, che ha patteggiato una condanna a 2 anni e sei mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime.
Continua invece il processo al comandante Francesco Schettino, accusato di omicidio colposo e abbandono della nave. La prossima udienza è in programma a Grosseto il 23 settembre. Tra i testimoni coinvolti nell'inchiesta ci sono anche Domnica Cemortan, la moldava che era sul ponte di comando al fianco di Schettino, e il capo della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio De Falco, divenuto celebre per la telefonata nella quale subito dopo il naufragio intimava al comandante della nave di tornare a bordo (GUARDA IL SERVIZIO DEL TGR TOSCANA). Anche dopo la rimozione dall’Isola del Giglio, la Costa Concordia continuerà a proiettare la sua ombra su molte vite ancora a lungo.
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Andrea Bettini e Wolfango Gaudenzi
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