collaborazione di Giulia Sabella
Nei giorni scorsi in Cina è stato lanciato a livello commerciale, anche per gli utenti, il 5G. Da qui a 20 anni a consegnare le nostre merci saranno corrieri-robot, potremo manovrare gru a chilometri e chilometri di distanza, operare un paziente da un continente all’altro e i nostri studenti non studieranno più sui vecchi libri di scuola. Da Shanghai, dove in occasione della fiera mondiale della telefonia sono state mostrate le principali innovazioni del nuovo standard, la Cina lancia la sua corsa alla supremazia tecnologica, battendo sul tempo gli Stati Uniti, che non sono rimasti a guardare.
A sviluppare le sperimentazioni sul 5G, anche in Italia, sono le due aziende cinesi Huawei e Zte, finite entrambe nel mirino dell’amministrazione americana di Trump. Cyber incidenti, sospetti di spionaggio e furto di proprietà intellettuale, quali sono i rischi del 5G? E perché l’Italia ha tentennato prima di mettere al sicuro le proprie infrastrutture strategiche in un mondo costantemente sotto attacco cyber? E, poi, siamo sicuri che una volta costruito il perimetro di sicurezza cibernetica non correremo più il rischio di finire ostaggio della tecnologia?