collaborazione di Alessia Cerantola e Norma Ferrara
Da qualche tempo in alcune campagne italiane sono comparsi i vampiri. Così vengono chiamati i ladri di carburante che di notte bucano gli oleodotti per spillare decine di migliaia di tonnellate di gasolio e benzina all’anno. Per bloccarli, è comparsa una nuova figura professionale: il cacciatore di vampiri. Uomini in passamontagna che tutte le notti perlustrano il tracciato degli oleodotti, servendosi di sensori supertecnologici e telecamere termiche. Ma il grosso dell’illegalità nel settore dei carburanti è causato da un altro genere di vampiri: i colletti bianchi. Imprenditori, commercialisti e broker al servizio della camorra e delle altre organizzazioni criminali che, nonostante il servizio di Report della scorsa stagione, continuano ad arricchirsi grazie all’evasione più grande della storia d’Italia.
NOTA DEL 23/07/2019
- Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica di Campania Petrol Group S.p.A. per conto del Sig. Ferdinando Caputo, relativa all’inchiesta “I vampiri”, andata in onda il 10.06.2019:
“Il sig. Ferdinando Caputo non ha subìto alcun processo, né è stato mai condannato per “contrabbando”;
il sig. Caputo non è stato neppure mai indagato per “Camorra” o per fatti riferibili a Camorra;
il sig. Caputo non ha mai portato soldi all’estero;
i fatti narrati dal cronista di un presunto trasferimento di soldi all’estero sono riconducibili ad un colloquio con soggetti terzi, privi di riferimenti e di fondamento, riconducibili a squallide affermazioni soprattutto perché riferite a chi indossa l’abito talare;
il sig. Caputo può dimostrare con prova documentale inoppugnabile fornita da Enti terzi, di non essersi recato a San Marino né a San Benedetto del Tronto.”
Riguardo alla definizione, “in odore di camorra”, si fa presente che la società Campania Petrol Group, in capo al sig. Caputo, è stata a suo tempo interessata da una interdittiva antimafia del 15 marzo 2006 dell’U.T.G. di Napoli, in cui si faceva esplicito riferimento alle ripetute frequentazioni e ai legami di parentela stretta del padre Salvatore e dello stesso Ferdinando con esponenti del clan Moccia, nonché il particolare che allo stesso indirizzo legale della succitata società risultava la residenza sia di Ferdinando Caputo che di Bruno Gerardo Moccia, figlio di Antonia Mazza considerata la massima esponente del clan Moccia di Afragola. Peraltro lo stesso Salvatore Caputo, padre di Ferdinando, ucciso il 25 maggio 2017 in strada ad Afragola, raggiunto da 12 colpi di pistola, era stato anche indicato da diversi pentiti eccellenti di camorra quale uomo legato al clan Moccia.
Infine, riguardo alla vicenda del presunto viaggio per portare soldi abbiamo specificato nel servizio che si trattava di accuse da dimostrare e che il sacerdote non era indagato.