collaborazione di Simona Peluso e Alessia Pelagaggi
Quando pensiamo alla globalizzazione, immaginiamo scarpe da tennis fatte in Thailandia e smartphone prodotti in Corea. Ma anche le medicine che assumiamo ogni giorno sono prodotte in stabilimenti lontani e spesso privi di controlli stringenti. Così si possono offrire prezzi bassi ai pazienti e fare anche un buon margine di profitto. Ma a forza di tagliare i costi, in alcuni casi il farmaco può venir fuori contaminato da impurezze.
Come per numerosi lotti di Valsartan, medicinale contro la pressione alta, che le autorità europee del farmaco, compresa l’italiana Aifa, hanno ritirato negli scorsi mesi perché contenenti nitrosammine, cioè agenti potenzialmente cancerogeni. A produrre le medicine era una società cinese, la Zhejiang Huahai, che pur di produrre più velocemente ha immesso per anni sul mercato un prodotto dannoso. Report farà un viaggio a ritroso a partire da una compressa per vedere cosa c’è dietro la sua catena di produzione, fra inquinamento dell'ambiente, proliferazione di batteri antibioticoresistenti e sfruttamento di cavie umane per i test clinici.
- Le risposte inviateci da Aurobindo
- I lotti sottoposti a provvedimenti da parte di Aifa
Ranitidina: divieto di uso - ritiro (agg. al 21/10/2019)
Valsartan e altri farmaci della famiglia dei sartani (agg. al 16/07/2019)
- A questo link la pagina dell’Agenzia italiana del farmaco con le notizie sempre aggiornate sui medicinali in cui sono riscontrati difetti di qualità: