C’era una volta in America

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C’era una volta in America (Once Upon A Time in America)

di Sergio Leone (ITA/USA, 1984)
con Robert De Niro, Sam Woods, Elizabeth McGovern


David "Noodles" Aaronson, ex gangster durante l’era del proibizionismo, torna nel Lower East Side a Manhattan dopo trentacinque anni, dove affronterà ancora una volta i fantasmi e i rimpianti della sua vecchia vita.  Attraverso i suoi ricordi rivive l’epico racconto di un gruppo di gangster ebrei: dall’adolescenza agli anni di gloria, dal ghetto all’ambiente della malavita newyorkese, fino al momento in cui si ritrovano alla fine degli anni sessanta. Tratto dal romanzo Mano armata (The Hoods) di Harry Grey, autobiografia del  gangster David Aaronson, il film è il risultato di un lunghissimo lavoro del regista, che cominciò a pensare di realizzare una storia di gangster nell’America dei primi del ‘900 subito dopo l’uscita di Giù la testa. Spesso, infatti, il film viene considerato come l’ultimo capitolo di una trilogia sul tempo, dopo C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971). Accolto tiepidamente dal pubblico americano, al quale fu proposta la versione ridotta da 140 minuti stravolta anche nel montaggio temporale,  C’era una volta in America riscosse un enorme successo di pubblico e di critica nel resto del mondo, dove fu proiettata la versione intera da 220 minuti, ed è oramai considerato uno dei capolavori del cinema mondiale. Merito anche della pluripremiata colonna sonora di Ennio Morricone e dell’intero cast,  tra cui spicca il personaggio principale, Noodles, interpretato da Robert De Niro, già vincitore di due Oscar (nel 1975 per Il padrino – parte II, nel 1981 per Toro scatenato). Nondimeno indimenticabile è la regia di Sergio Leone, capace di trasportare alcuni elementi degli spaghetti-western, di cui fu maestro indiscusso, nel genere gangster innovandone l’impianto e i caratteri al punto che, ancora oggi, la sua cinematografia resta un saldo riferimento per moltissimi cineasti di tutto il mondo. Da Kubrick a Scorsese, da Peckinpah a Tarantino, da John Woo a Zemeckis, senza dimenticare uno dei suoi attori preferiti, Clint Eastwood, l’influenza del suo cinema è tangibile e riconoscibile, laddove non fossero presenti esplicite citazioni e ringraziamenti.
Quella che vedrete domenica sera è la versione del film restaurata nel 2011, operazione che incluse l’aggiunta di 25 minuti di scene eliminate, facenti parte del primo montaggio del regista, nonché il ripristino del doppiaggio originale. Il film è inoltre disponibile in doppio audio.
Due candidature ai Golden Globes, 1985: miglior regista (Sergio Leone), miglior colonna sonora originale (Ennio Morricone). Cinque candidature e due vittorie ai BAFTA Awards, 1985: migliori costumi (Gabriella Pescucci), miglior colonna sonora (Ennio Morricone). Una candidatura ai David di Donatello, 1985: miglior regista straniero (Sergio Leone). Cinque vittorie ai Nastri d’Argento, 1985: miglior regista (Sergio Leone), miglior fotografia (Tonino Delli Colli), miglior scenografia (Carlo Simi), migliori effetti speciali. Tre candidature e tre vittorie ai Los Angeles Film Critics Association Awards (LAFCA), 1984: miglior colonna sonora (Ennio Morricone), secondo posto come miglior film e come miglior regista (Sergio Leone).