Milano odia: la polizia non può sparare

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Milano odia: la polizia non può sparare
di Umberto Lenzi (Italia, 1974)
con Tomas Milian, Henry Silva, Ray Lovelock

Milano, anni Settanta. Il giovane disoccupato Giulio Sacchi, cresciuto alla scuola della malavita locale, abbandona i compagni di crimine per organizzare il rapimento di Marilù, figlia di un ricchissimo industriale. Con l’aiuto di Carmine e Vittorio, Sacchi realizza il suo piano lasciandosi alle spalle una carneficina. E’ il momento per la polizia di intervenire contro lo psicopatico, ma alla fine della fiera l’onere di chiudere il caso ricade sul commissario Walter Grassi. Sfiduciato dalla irrisolutezza della magistratura l’ex poliziotto decide di farsi giustizia da sé. Esempio di noir metropolitano ultra-efferato e ultra-schematico, e per questo assai efficace nell’ambito della narrativa di serie B del genere. Tomas Milian e il regista Umberto Lenzi avrebbero continuato a collaborare nei successivi “Il giustiziere sfida la città”, “Roma a mano armata”, “Il trucido e lo sbirro”, “Il cinico, l'infame, il violento” e “La banda del gobbo”. Come il precedente “Milano trema: la polizia vuole giustizia” di Sergio Martino, con il quale condivide alcune sequenze di inseguimento, il film è stato scritto dal veterano Ernesto Gastaldi, e fa diretto riferimento ai tropi resi celebri da Don Siegel e Clint Eastwood nel popolarissimo “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo”. Colonna sonora di Ennio Morricone. Rai Movie presenta il film in doppio audio con il commento di Umberto Lenzi, a cura di Alberto Farina. Nel cast Gino Santercole, Laura Belli, Luciano Catenacci, Pippo Starnazza. Girato “on location” a Milano, Como, Lago d’Iseo, Roma, Rieti. Soggetto e sceneggiatura di Ernesto Gastaldi.