Il Terzo Anello - I luoghi della vita

ANTONIO ALBERTO SEMI

  • Andato in onda:11/03/2007
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ANTONIO ALBERTO SEMI

Antonio Alberto Semi psicoanalista freudiano (ortodosso), veneziano classe 1944, spiega a I luoghi della vita la sua interpretazione delle teorie freudiane. E' suo infatti il Trattato di Psicoanalisi in due volumi (1988), oltre alla cura dell'edizione italiana delle opere scelte di Sigmund Freud di cui ha anche scritto l'introduzione. Allievo di Cesare Musatti con il quale ha avuto un rapporto singolare come un 'nonno' rievoca le passeggiate per Venezia in Piazza S.Marco, Musatti grande uomo che guardava di sottecchi, non negava l'aspetto turistico di Venezia: l'importante era volare con il pensiero. Alberto Semi a Parigi nella grande stagione del dopoguerra fino agli anni settanta e la psicoanalisi applicata in Francia: conosce Lacan che, lasciato solo dalla societa' psicoanalitica 'ha cominciato a sbandare con teorie frammentarie'. Patrizio Campanile ospite intervenuto testimonia che il pensiero di Semi e' Freud. Semi - dice - si e' inserito nel pensiero freudiano e lo porta avanti partendo da alcuni punti rimasti aperti: la ricerca deve continuare. Semi figlio di un resistente e partigiano parla delle origini istriane della famiglia, non ricca, ma colta e con una discreta biblioteca aperta. Semi si forma a Padova ove si laurea in medicina per poi trasferirsi a Venezia a fare il professore di liceo dopo una esperienza fuggevole a Pisa. A Venezia Semi va a lavorare con l'unico psicoanalista il Prof. Sacerdote. Erano gli anni ottanta, dalla mattina alla sera ascoltavo e osservato persone immerse nei loro pensieri: esperienza affascinante. Il matematico Paolo Zellini altro ospite e amico di Semi incontrato sulle Dolomiti durante le passeggiate, si diverte a raccontare le indicazioni segrete del vincitore nella caccia al porcino. Alberto Semi conclude la chiacchierata focalizzando la propria attenzione sul quartiere-Castello a Venezia ove esercita. Castello, un quartiere popolare dove, 'importunandosi' si puo' dire tutto con il sorriso, pero', quando si parla del destino di Venezia i veneziani diventano 'vipere'. Da ultimo ricorda l'incubo dell'alluvione: 'si aveva l'impressione che il mare potesse abbattere le case'.

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