La puntata di "Fuori quadro" è dedicata all’amore, un sentimento che attraversa tutta la storia dell’arte. Mitologico, carnale, spirituale, trasgressivo, passionale, nell’arte l’amore ha assunto forme molteplici e svariate definizioni, da quelle più convenzionali fino a sfiorare persino l’astrazione. Può dirsi amore anche quello di artisti che si rifanno ad altri artisti. Si tratta di esperienze che operano più che sul principio d’invenzione su quello della citazione, sviluppando un sentimento che si è diffuso soprattutto nel XX secolo: dal Futurismo al Dadaismo, al Surrealismo arrivando fino alla Transavanguardia, momento in cui l’arte si fa immagine di se stessa. In Francesco Clemente, uno degli esponenti di questa corrente, e primo ospite incontrato da Achille Bonito Oliva, c’è la coniugazione di una radice europea, che è il linguaggio di Egon Schiele, artista della secessione viennese, e un’idea di spazio e di vuoto che proviene dalla cultura indiana, conosciuta attraverso il suo lungo permanere in quei territori. Esistono artisti che, in nome dell’amore, hanno messo in discussione il mito romantico e solitario della creazione, lavorando e creando in coppia: Gilbert and George, Jeanne-Claude e Christo, Ilya ed Emilia Kabakov, Vedova Mazzei, Claes Oldenburg, Ulay e Marina Abramovich, Cosy van Bruggen. Bonito Oliva incontra una di queste coppie creative, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, il cui lavoro è incentrato soprattutto sul tema dell’identità e il lato emotivo e conflittuale delle relazioni. Gianni Piacentino, ultimo ospite della puntata, ha uno spiccato amore per la velocità, manifestato come tema dominante della sua ricerca artistica ma anche nella vita, essendo un appassionato motociclista impegnato in passato in competizioni sportive. Come dire, nell’amore non solo la donna è mobile, anche l’artista.