Superate le feste di Natale, Capodanno e Befana, nel palinsesto della Rai, di Rai1 in particolare, entrano nuove serie. Sono titoli attesi, anche perché alcune sono già conosciute dal pubblico, e si muovono su un largo arco di generi, il giallo/commedia, il dramedy e il biopic/period drama.
Ha esordito domenica scorsa la seconda serie - sei serate - di Lolita Lobosco, tratta dai romanzi di Gabriella Genisi e trainata dal grande successo della prima, confermato dai numeri della prima puntata: 6 milioni di spettatori con il 33.5% di share. La squadra è quella collaudata, trainata dalla prorompete immagine del vicequestore Lolita/Luisa Ranieri, con l'assistente Antonio Forte/Giovanni Ludeno sempre innamorato di lei, con Danilo Martini/Filippo Scicchitano bellissimo giornalista con cui ha stabilito un rapporto che fatica a stabilizzarsi, l'agente Esposto/Jacopo Cullin un deposito di battute, faticosamente fidanzato di Caterina in una delle nuove sottotrame della stagione.
Lo schema narrativo è quello di sempre, l'asse orizzontale della storia di Lolita con tutte le incertezze che si porta dietro ma anche con la vitalità con cui affronta le cose: i rapporti con la madre che forse si apre alle avances del fruttivendolo Trifone/Maurizio Donadoni, la sorella, e poi Danilo, ma si annunciano nuove suggestioni che la metteranno di fronte al bivio delle decisioni, sullo sfondo resta insoluta la morte del padre, Petresine.
La serie continua ad essere ambientata a Bari e nel suo territorio, secondo una linea di Rai Fiction che vuole raccontare il Paese nella diversità delle situazioni e nella ricchezza di paesaggio, arte, storia. Ogni puntata, poi, un caso da risolvere, che Lolita naturalmente risolverà. La regia è di Luca Miniero.
Lunedì e martedì le prime due delle quattro serate de Il nostro Generale. Una serie coprodotta da Rai Fiction con Stand by me, regia di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin. Il titolo è coinvolgente e affettuoso, a sottolineare la vicinanza con un protagonista della lotta nel nome dello Stato alla criminalità organizzata e al terrorismo. Sono passati più di quarant'anni dall'attentato a Via Carini di Palermo in cui dalla Chiesa venne ucciso insieme alla seconda moglie, Emanuela Setti Carraro. Otto puntate per raccontare il periodo torinese del Generale, che vi viene mandato nel 1973 e inizia un'attività volta a contrastare il terrorismo delle Brigate Rosse, con modalità nuove di organizzazione delle indagini, adeguate alla complessità dell'avversario. Nascono così i Nuclei Speciali Antiterrorismo.
Il racconto intreccia gli eventi drammatici, le relazioni tra i componenti della squadra, in particolare il giovane Nicola, la vita familiare di dalla Chiesa con moglie e figli. Il Generale si ritrova isolato e alla fine la sua iniziativa viene spenta e lui trasferito al coordinamento della Sicurezza delle Carceri, fino a quando il ministro Rognoni lo manda a Milano dove viene ritrovato il memoriale Moro, tra polemiche e accuse che segnano dalla Chiesa, come anche la vicenda di Patrizio Peci che inizia a collaborare e porta all'uccisione di quattro brigatisti a Genova e alla ritorsione sul fratello. Il clima si fa ostile, viene riesumata una storia che riguarda la sua affiliazione, peraltro ritrattata, alla P2. Così ancora il governo lo manda a Palermo come Prefetto e gli vengono promessi poteri che non avrà mai. Ancora solitudine, nella quale sposa Emanuela Setti Carraro, poco prima dell'assassinio di entrambi.
Il nostro Generale ricostruisce quegli anni e soprattutto la figura di un servitore dello Stato, contro anche le istituzioni che avrebbero dovuto proteggerlo. Sergio Castellitto interpreta dalla Chiesa, Angelo Folletto è Nicola, Teresa Saponangelo la moglie Dora. La sceneggiatura è stata scritta da Monica Zapelli e Peppe Fiore, la regia di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin, la produzione di Simona Ercolani.
Infine, giovedì ha preso il via Che Dio ci aiuti. Stiamo parlando di una delle serie più longeve di Rai Fiction, Suor Angela, il carismatico personaggio-perno del Convento degli Angeli trasformato in convitto, è arrivata alla settima stagione. Interpretata da Elena Sofia Ricci, la suora forma ormai una coppia intergenerazionale con Azzurra, la novizia in attesa di fare il passo decisivo che ha il volto di Francesca Chillemi. Naturalmente, per rialimentare la fedeltà del pubblico sono previsti dei cambiamenti. Il principale è la partenza di Suor Angela che lascia il convento - sullo sfondo di ombre che emergono dal passato e da comportamenti che il Vescovo non ha gradito - e quindi campo libero per Azzurra. Ma Suor Angela è a portata di telefono. Tra i nuovi personaggi Suor Teresa, studiosa di teologia, timida e razionale. Azzurra non la sopporta e lei pensa che non sia adatta a fare la suora…
Sara/Federica Luparini, romana, schietta, esuberante, un po' coatta, passione per acconciature e make-up, ma un'anima ferita, decisivo l'incontro con il piccolo Elia/Valerio Di Domenicantonio, il bambino rimasto solo. Segnato dalla perdita dei genitori, gli resta la zia, Suor Teresa/Fiorenza Pieri, ma intanto è affidato a Ettore/Pierpaolo Spollon, lo psichiatra che lavora nel convitto e vi si trasferisce deluso da quella che doveva diventare sua sposa, anche se a lui piace stare con Sara… Arrivano anche Cate/Ileana Saltalamacchia - il desiderio di cantare, contro i progetti della famiglia, ma l'audizione è andata male e Azzurra l'aiuta - e Ludovica/Emma Valenti, bocconiana, alta, bella, milanese, che vuole diventare un avvocato di successo, legame forte con la madre, arrestata per frode fiscale, Azzurra la mette in camera con Cate.
New entry anche per Ettore/Filippo De Carli, il nuovo barista, bello, alto, palestrato, occhi su Ludovica ma gli inizi sono difficili. Resta Suor Costanza/Valeria Fabrizi, una guida per tutti. Insomma, una squadra seminuova per rilanciare l'appeal di una storia corale con il duo Suor Angela/Azzurra, con spazio a situazioni della vita di relazione, crisi, solitudini, tradimenti, amori, bambini abbandonati.. tutto nel segno dell'accoglienza e della solidarietà nella chiave mediana del dramedy. Regia di Francesco Vicario e Isabella Leoni, da un'idea di Carlotta Ercolino che ha scritto i soggetti di serie con Elena Bucaccio, Andre Valagussa e Mauro Graiani.