VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

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Il Conte di Montecristo vince ancora

di Guido Barlozzetti

 

È un successo che cresce da una puntata all’altra quello della serie dedicata a Il Conte di Montecristo e tratta dal romanzo che Alexandre Dumas scrisse in collaborazione con Auguste Maquet e pubblicò a puntate nel 1844. La seconda delle quattro serate su Rai1 è stata vista da più di 5 milioni di spettatori con quasi il 30% di share, numeri record, anche negli ascolti delle fasce giovanili in media adulte, maschili e femminili, se si considerano ormai i limiti della televisione generalista nel complesso di un’offerta di comunicazione che vede anche la rete, le piattaforme e le tv a pagamento.

Il romanzo racconta una di quelle storie intramontabili che di tanto in tanto vengono riproposte al cinema come alla televisione. Questa versione è stata diretta da un regista premio Oscar (con Pelle alla conquista del mondo miglior film straniero nel 1998), Bille August, e nasce da una collaborazione internazionale: Palomar con DEMD Productions, Rai Fiction, France Télévisions, Mediawan Rights, e Entourage Media.

Protagonista Sam Claflin che sé fatto conoscere con Pirati dei Caraibi/Oltre i confini del mare, Biancaneve e il cacciatore, Hunger Games/La ragazza di fuoco, L’ora più bella e The Nightingale.

È lui il Conte e tutti ne conosciamo la storia. S’inizia il 24 febbraio 1815, lo stesso giorno in cui Napoleone Bonaparte fuggì dall’Isola d’Elba. Edmond Dantès, capitano di mare benvoluto e innamorato di Mercedes (Ana Girardot), al punto da suscitare invidie e complotti, viene arrestato con la falsa accusa di bonapartismo e incarcerato nel castello d’If. Un’avventurosa fuga grazie all’Abate Faria/Jeremy Irons, Edmond recupera nell’isola di Montecristo il tesoro di cui gli ha parlato l’Abate e va ad organizzare una spietata vendetta nei confronti dei tre cattivi che hanno ordito il piano contro di lui e cioè Fernand Mondego (Henry Taurasi) che nel frattempo ha sposato Mercedes, il procuratore Villefort Mikkel Boe Følsgaard) e il ricco e potente banchiere e barone Danglars (Blake Ritson). Fanno parte del cast anche tre interpreti conosciuti dal pubblico della nostra fiction, Lino Guanciale è Vampa, un eccentrico brigante romano che raggiunge il Conte a Parigi, Michele Riondino si cala nei panni di Jacopo, un contrabbandiere che diventa il braccio destro di Dantès e Gabriella Pession interpreta Hermine, la moglie di Danglars.

Un grande sforzo produttivo, un alto livello sia per quanto riguarda le professionalità tecniche sia per il cast degli attori e il traino di un capolavoro della letteratura popolare. Un maestro di storie come Robert Louis Stevenson ne esaltò “l’inconfondibile atmosfera di romanzo” mentre Pietro citati ha sottolineato il carattere di “Hilarotragedia, dov’è il riso e il delitto, il gioco è il male assoluto si sfiorano e si intrecciano”. Il soggetto di serie è stato scritto da Sandro Petraglia che ha collaborato alla sceneggiatura originale con Lorenzo Bagnatori, Eleonora Bordi e Michele Straniero.

“Abbiamo cercato – dice il regista Bille August - di condensare questa storia intensa in una serie televisiva in otto episodi da 50 minuti che ci ha permesso di rendere omaggio a questo romanzo complesso e articolato, in tutta la sua epicità, attraverso uno stile visivo fortemente spettacolare e a un cast straordinario, che ha saputo arricchire il viaggio del protagonista, Edmond Dantès, nel suo percorso di vendetta nei confronti degli uomini che gli hanno rubato venti anni di vita e il suo unico vero amore”.

Questa miniserie è soltanto l’ultima di una lunga serie di adattamenti che il romanzo ha avuto al cinema e in televisione. Il primo film risale addirittura al 1922 diretto da Emmett J. Flynn, ne sono seguiti tanti altri diretti da Rowland Lee con Robert Donat nel 1934, da Robert Vernay con Jean Marais nel 1954, da Claude Autant-Lara con Louis Jourdan nel 1961, da Kevin Reynolds con Jim Caviziel nel 2002, fino a quello del 2024 diretto da Alexandre de La Patellière e Mathieu Delaporte con Pierre Niney.

Tra le versioni televisive, resta memorabile lo sceneggiato diretto da Edmo Fenoglio con Andrea Giordana, ma sono da ricordare anche i film per la TV di David Greene con Richard Chamberlain (1975) e quello di Ugo Gregoretti nel 1996, e ancora la miniserie diretta nel 1998 da Josée Dayan con Gérard Dépardieu.

 

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