VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Ultima serata del Festival

Di Guido Barlozzetti

 

Marco Mengoni vince il festival di Sanremo numero 73 con Due vite. A seguire Lazza con Cenere, Mr. Rain con Supereroi, Ultimo con Alba e Tananai con Tango. Poi, Giorgia, Madame e Rosa Chemical a cui si deve la polemica che segna questa edizione. Nella sua esibizione è scesa dal palco, ha raggiunto Fedez seduto in prima fila e si è accovacciata su di lui mimando un atto sessuale, per poi trascinarlo sul parco e infine baciarlo sulla bocca. Una scena che non è stata gradita, intanto, dalla moglie di Fedez, Chiara Ferragni, ma che probabilmente ha surriscaldato la situazione e rinfocolato discussioni sul modo in cui una manifestazione di così grande seguito debba rappresentare comportamenti, costumi e tendenze nel Paese e su quale sia il punto di equilibrio tra normalità e trasgressione. Il punto di vista di Stefano Coletta, responsabile prime time Rai: "Le esternazioni politiche fanno parte della lettura di una kermesse così importante. Il nostro lavoro però è legato al prodotto televisivo e trovo incivile e lontano da ogni dignità che si venga attaccati sul fronte privato. Non dico nulla se non che ho amato di più il bacio tra Anna e Gianni”. Dal canto suo Amadeus: "Il bacio di Rosa Chemical e Fedez rientra nelle dinamiche di una diretta che non si possono prevedere, sta a ognuno comportarsi al meglio. La forza della gente zittisce qualsiasi polemica. Sanremo è stata inondata da gente dai 5 agli 80 e più anni e c’è stata tanta felicità”.

In ogni caso, l’ultima serata è stata seguita da una media di 12. 256.000 spettatori, share 66%. La prima parte (21.25/23.54) ha raccolto 14.423.000 spettatori (62.7%), la seconda 9.490.000 (73.65%). L’anno scorso il dato medio era stato 13.380.000 (64.9%), con la prima parte a 15.660.000 (62.1%) e la seconda a 10.153.000 (72.1%).

Numeri che dicono del successo complessivo della quarta edizione condotta da Amadeus: un festival che ha presentato 28 canzoni, abolendo la differenza tra Big e Nuove Proposte, che se possibile ha ancor più accentuato la dimensione mastodontica della messa in onda con il risultato finale che si è avuto intorno alle 2.30 della notte. Una formula che ha tenuto, fatta delle esibizioni dei cantanti, delle passerelle con le co-conduttrici e i loro monologhi, i collegamenti con la nave dello sponsor, la piazza di Sanremo e il vulcanico e fuori-orario Fiorello, oltre agli ospiti nazionali e internazionali.

Tuttavia, aldilà dei numeri, se ne esce anche con l’impressione di una sovrabbondanza e di una ritualità su cui forse sarà il caso che venga fatta una riflessione. Poi, il festival è una vetrina, un palcoscenico come nessun altro nel nostro Paese e dunque è evidente che ciò che vi accade finisce per diventare inevitabilmente oggetto di attenzione e discussione e toccare anche il rapporto tra il servizio pubblico e il Paese.

Se dunque, per un verso, si è registrata per la prima volta la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (con l’ode alla Costituzione di Roberto Benigni), per l’altro, ci sono stati momenti diversi che hanno innescato polemiche e sollevato la questione dei limiti che un evento come questo debba osservare.

Prima dell’annuncio ufficiale del vincitore, Amadeus ha letto l’annunciata lettera del presidente dell’Ucraina Zelensky: poche parole in cui ricorda come a Sanremo vinca ogni anno la cultura e la musica, così come “l’Ucraina vincerà grazie alla libertà e alla democrazia”. Ringraziando “il popolo italiano per il supporto”, ha concluso “sono sicuro che un giorno ascolteremo insieme una bellissima canzone”. Dopodiché Amadeus ha chiamato sul palco la band ucraina Antytila.

 

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