VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Le parole di un anno

Di Guido Barlozzetti

 

Si può raccontare un anno anche attraverso le parole. Quelle che sono state più usate, quelle che dicono di una tendenza, che raccontano di un umore, spie insomma di uno spirito del tempo racchiuso in calendario che finisce.

E allora, secondo l'Istituto Treccani, che un'autorevolezza ce l'ha, la parola dell'anno è femminicidio. Sono stati oltre cento i gesti terribili che testimoniano purtroppo una violenza che ha radici profonde e che la presa di consapevolezza di questi anni non riesce a rimuovere. Le cronache sono state segnate da questi delitti, in particolare con il clamore e la partecipazione suscitati dal femminicidio di Giulia Cecchettin.

Ampliando l'orizzonte, oltre i confini nazionali, l'osservatorio linguistico dell'Università di Oxford elegge a parola dell'anno rizz, un diminutivo di charisma, che dice dello stile e del fascino di qualcuno, un termine entrato nel gergo dei social e della Generazione Z, che si impongono ormai a laboratorio linguistico.
È interessante anche la graduatoria delle parole più consultate sull'enciclopedia on-line Wikipedia. In testa Napoli, 3.5 milioni di contatti, trainata dallo scudetto, poi la serie televisiva Mare Fuori (3.1 milioni), grande successo non solo sulla televisione giornalista ma anche sulle piattaforme e sul pubblico più giovane, quindi la rivelazione tennis Jannik Sinner, la nuova segretaria del PD Elly Schlein, la Rai, Silvio Berlusconi, in particolare nel giorno della morte, il successo al botteghino del film Oppenheimer, l'Italia e il campione del calcio Ronaldo. Spettacolo, politica e sport.

Un altro osservatorio significativo è quello internazionale di Babbel. La piattaforma on-line è per l'apprendimento delle lingue, ha stilato un elenco delle parole e delle espressioni più diffuse nel dibattito pubblico. Così troviamo clima, presenza scontata considerando gli eventi catastrofici che si sono succeduti nell'anno, worldfire - la piaga degli incendi - stato di emergenza, che dice di un'ansia diffusa a fronte di drammatici e imprevedibili eventi, war fatigue, cioè la stanchezza con cui si reagisce a una guerra come quella dell'Ucraina, ceasefire, il cessate il fuoco a proposito dello scontro tra Israele e Hamas, deepfake, una tecnica per creare immagini false, ormai dilaganti sulla rete, coronation, in particolare per la salita al trono di Carlo III d'Inghilterra, un curioso neologismo come Barbienheimer, dall'incastro dei titoli di due film, Barbie e Oppenheimer, che nella loro diversità hanno colpito il pubblico più largo.
Anche in questa classifica compaiono femminicidio e Mare fuori. Come si vede, parole che escono dall'area dello spettacolo, dalla cronaca più drammatica, dalla percezione problematica della rete.

Più attinente all'uso linguistico vero è proprio è l'elenco delle nuove parole inserite dall'Accademia della Crusca nel suo vocabolario.
Si va da mangificio, per dire dell'abbondanza alimentare che contraddistingue le città invase dei turisti (ma anche con un traslato che si applica a contesti e pratiche diverse…) a forchiao, la sintesi creata dallo chef Oldani per uno strumento che riunisce le caratteristiche della forchetta e del cucchiaio, e poi restanza, il desiderio di restare nei paesi di origine nonostante la loro decadenza e marginalità, NFT-Non FungibleToken, il certificato di autenticità che viene registrato su blockchain, maranza, per indicare i giovani in particolare maschi dai comportamenti appariscenti e perfino volgari, recap, riassunto, hype, la strategia/montatura del marketing per promuovere un nuovo prodotto.
Da notare come il tempio storico della lingua italiana non abbia remore ad accogliere termini che arrivano da contesti linguistici stranieri, in particolare dall'inglese.

Una parola mi sento infine di aggiungere. La estraggo dal tradizionale rapporto annuale del Censis. A proposito degli Italiani, li definisce sonnambuli, una sintesi che parla di un paese smarrito, stordito, purtroppo senza molte aspettative. Un motivo in più per voltare pagina e aspettare dal prossimo anno delle parole un poco più incoraggianti.

 

 

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