Per decisione di Mussolini l’Italia fu coinvolta nella Seconda guerra mondiale al fianco dei tedeschi. Il conflitto durò dal 1939 al 1945 e si estese in diverse aree del pianeta, dall’Europa all’Africa fino all’Asia.
Quattro anni dopo l’inizio delle operazioni belliche, l’8 settembre 1943, l’Italia firmò l’armistizio con gli alleati dividendo in due il paese. A Sud l’avanzata delle truppe anglo-americane, a Nord la permanenza di quelle tedesche. Il Re Vittorio Emanuele III si rifugiò in Puglia, insieme al capo del governo Badoglio. Mussolini scappò in Germania.
Per venti mesi lo scontro tra i due schieramenti avanzò lentamente verso settentrione, e il simbolo geopolitico dei combattimenti divenne la Linea Gotica – estesa da Massa Carrara, in Toscana, fino a Pesaro nelle Marche.
Così dall’inverno del 1943 alla primavera del 1945 si affrontarono il governo di Mussolini e il governo di Badoglio, entrambi appoggiati da eserciti stranieri che intanto occupavano il territorio nazionale. Fu in questo contesto che si cominciò a parlare di guerra civile.
Gli atti di resistenza si verificarono sia a Sud (come le Quattro giornate di Napoli, avvenute nell’autunno del ’43 e che portarono alla cacciata dei tedeschi) e sia a Nord, e cioè nel territorio che più ampiamente aveva subito l’occupazione.
La Resistenza sommò circa 250.000 combattenti e scatenò la solidarietà di molti civili. Invece nell’area del paese controllata dai tedeschi si pose la scelta, per i giovani di leva, di accettare o meno la chiamata alle armi della Repubblica sociale di Mussolini – pena la morte in caso di rifiuto.
Furono circa 600.000 i soldati italiani deportati nei campi di concentramento tedeschi per aver rifiutato di aderire al governo fascista di Salò (dal nome del comune lombardo che ne fu la sede principale). Mentre prendeva corpo la tragedia di una guerra fratricida attraverso una spirale di atrocità e di sofferenze che causò circa 50.000 morti tra le fila della Resistenza, e un numero mai del tutto precisato tra quelle delle forze occupanti.
La giornata del 25 aprile 1945 (grazie alla vittoria degli angloamericani e della Resistenza, e la contemporanea e definitiva caduta del fascismo) segnò la fine di questo dramma, divenendo la data che da allora segna la fine della guerra in Italia.
Oggi celebrare il 25 aprile vuole dire ripensare i valori fondativi della Costituzione, riflettere sull’identità nazionale e valutare con la dovuta cautela parole come fascismo e antifascismo.
Persistono differenti sentimenti e interpretazioni della storia del paese, e molte di queste nel tempo hanno avvelenato il clima della vita pubblica. Tuttavia ricordare la ricorrenza, e il suo particolare contenuto, significa ritrovare ogni anno il fondamento di una storia comune.
Ogni anno la Rai dedica particolare attenzione, nella proposta del palinsesto radiotelevisivo, a onorare la ricorrenza della liberazione di Milano e delle città del Nord dal nazifascismo, che ha aperto la strada alla libertà e alla democrazia in tutta Italia.
Mentre si celebra l’anniversario del 2018, vi proponiamo una selezione delle trasmissioni dedicate in passato al racconto di questo importante momento della vita politica e civile del nostro Paese, imperniato sui due cardini della Resistenza e della Liberazione.
Tra i canali televisivi, Rai Storia si concentra ogni anno sulla ricostruzione degli eventi di quel periodo e sulla raccolta delle voci di chi vi ha assistito in prima persona, mettendo a disposizione i contributi realizzati in interessanti speciali a disposizione anche sul web, come lo Speciale 25 aprile 2017.
Ma, come di consueto, è soprattutto attraverso i percorsi sonori di Radio Rai che vogliamo tracciare il nostro ricordo degli avvenimenti.
Per provare a comprendere la condizione di vita alla quale la Liberazione pose fine, vi invitiamo ad ascoltare il documentario Firenze agosto 1944 di Amerigo Gomez e Victor De Santis (durata 33 minuti) trasmesso dal Programma Nazionale nel 1954 e riproposto da Radio Doc di Rai Radio Techetè: una presa diretta dalla realtà italiana ancora vittima della Seconda guerra mondiale.
La Resistenza partigiana, che ha avuto un ruolo fondamentale nel preparare il terreno alla Liberazione, ha trovato nella Radio il suo mezzo di espressione prediletto sia prima che dopo la fine della guerra. E’ ancora Rai Radio Techeté a ricordarlo con due trasmissioni:
QUI RADIO BARI: Orchestra Radio Bari Musica Jazz 2.5.1944 (durata 15 minuti)
RADIO DOC: La Resistenza venti anni dopo. Qui parla Radio libertà (durata 36 minuti)
L’Italia è libera è stato il titolo dello speciale che Radio3 ha dedicato al 25 aprile nel 2016, nel quale la storia di quel periodo è stata ricostruita attraverso le testimonianze di vita vissuta raccolte dalle varie trasmissioni del canale. Ve le riproponiamo di seguito:
“Sigle di Radio d’epoca” (durata 1 minuto) da Qui Comincia
“Radio Libertà” (durata 8 minuti) da Qui Comincia
“Liberazione di Torino – Testimonianza di Gino Saragaglia” (durata 4 minuti) da Tutta la città ne parla
“Testimonianza del primo ufficiale italiano entrato a Milano” (durata 1 minuto) da Alza il Volume
“Liberazione di Castelfranco Veneto – Testimonianza di Tina Anselmi” (durata 6 minuti) da Fahrenheit
“Testimonianza di Rosetta Loy” (durata 2 minuti) da Sei gradi
“Testimonianza di Tonino Guerra” (durata 4 minuti) da Hollywood Party
“Liberazione di Genova – Testimonianza di Paolo Emilio Taviani” (durata 8 minuti) da Radio3 Suite
“Sandro Pertini: proclama del CLN, 25 aprile 1945” (durata 1 minuto)
“Testimonianza di Vittorio Foa, 1995” (durata 1 minuto)
“Radio Milano libertà – Sei direttive agli italiani nelle zone occupate, 1945” (durata 2 minuti)
“L’Italia combatte – Radio Bari: Istruzioni per il sabotaggio, 1944” (durata 2 minuti)
“Testimonianza di Francesca Sanvitale, 2000” (durata 2 minuti)
“Liberazione di Milano – Testimonianza di Claudio Pavone” (durata 2 minuti)
Quella che emerge dalle voci dei protagonisti dell’epoca è “La gioia della liberazione” che anche Pezzi da 90 di Radio2 ha condensato nel suo inconfondibile montaggio di materiale d’archivio: ascolta la puntata del 25/04/2015 (durata 10 minuti)
E’ ancora grazie al documentario sonoro, stavolta quello di Tre soldi di Radio3, che possiamo guardare alla lotta partigiana e alla Liberazione da un particolare punto di vista: quello femminile. Lo hanno fatto tre cicli di audiodocumentari:
“Le Resistenti” di Stefania Ficacci (2015, durata media puntate 15 minuti): prima puntata – seconda puntata – terza puntata – quarta puntata – quinta puntata;
“L'Italia liberata” di Carla Fioravanti (2016, durata media puntate 15 minuti): prima puntata – seconda puntata – terza puntata;
“Nome di battaglia Donna” di Daniele Segre (2017, durata media puntate 15 minuti): prima puntata – seconda puntata – terza puntata – quarta puntata.
Resistenza e Libertà sono valori di cui la musica è stata un potente megafono.
Questo stretto rapporto è stato più volte al centro delle trasmissioni a carattere musicale di Radio Rai.
Radio1 Music Club ha realizzato su questo tema un ciclo in occasione del 25 aprile 2015:
“Parole resistenti” (durata 18 minuti)
“Un treno di pace” (durata 17 minuti)
“Viva l'Italia!” (durata 18 minuti)
“Materiale resistente” (durata 39 minuti)
“Viva la Libertà” (durata 54 minuti)
“Musica e libertà con Stefano Pogelli” (durata 61 minuti) è stato il titolo, lo scorso anno, della trasmissione di Radio3 Suite del 25 aprile.
Più propriamente di canti della resistenza si è occupata la trasmissione Il Cantiere di Radio3 nella puntata del 23/04/2015 dal titolo “Cantalo forte” (durata 51 minuti), mentre L’idealista del 25/04/2017 (durata 29 minuti) ha raccolto cinque canzoni che parlano e celebrano la ricorrenza del 25 aprile.
Anche il cinema non ha mancato di rappresentare la Liberazione come inizio di un’epoca nuova per l’Italia, come nel caso di “Roma città aperta Roberto Rossellini, 1945” (durata 73 minuti) raccontato da Il Cinema alla Radio di Radio3.
Il nostro excursus termina con l’ascolto di alcune opere letterarie in audiolibro proposto da Ad Alta Voce di Radio3, celebri per aver raccontato gli ultimi frangenti della guerra e la Resistenza che ha portato alla sua fine:
Ultimo viene il corvo di Italo Calvino (durata 17 minuti)
I 23 giorni della città di Alba di Beppe Fenoglio: prima lettura (durata 21 minuti) - seconda lettura (durata 22 minuti)
Vai alle letture di I piccoli maestri di Luigi Meneghello
Spia per scommessa di Alberto Moravia (durata 9 minuti)
Chissà dov'ero quel 25 aprile di Mario Rigoni Stern (durata 7 minuti)
Vai alle letture di Una notte del ’43 di Giorgio Bassani