Ascolta l'audioracconto (durata 3 minuti) | Credits
Nel paese lontano di Colorandia, dove vivevano gli elfi dei colori, c'erano una bellissima foresta piena di piante e di fiori colorati ed in una casetta di marzapane, in cui viveva un bimbo speciale, Eragon il maghetto.
Il nostro piccolo amico, conosceva tanti segreti e insieme al suo pappagallo arancione ed alla sua bacchetta magica, trotterellava tutto il giorno per la foresta.
Una mattina camminando tra un funghetto e un quadrifoglio, sbam! Eragon cadde: aveva inciampato in un grosso sasso bianco.
Con la testa dolorante, il nostro amico guardò meglio e meraviglia, vide che non aveva inciampato in un sasso, ma in un uovo.
Tornato a casa con l'uovo cominciò a osservarlo, all'improvviso crac il guscio si ruppe, e tra la sorpresa del maghetto e del pappagallo, dall'uovo uscì un animaletto strano: aveva una grande pancia tutta piena di puntini gialli, rossi, blu, un lungo collo un muso con un naso a pera, e tutto ricoperto di squame verde smeraldo.
Eragon prese i suoi libri magici e scoprì che l'animale era un... DRAGO! Imparò che i draghi mangiano tenera erba, bevono acqua di ruscello e volano ma: attenzione quando aprono la bocca escono lingue di fuoco.
Al drago serviva un nome, fu il pappagallo che disse: "si chiamerà SQUAMADILUCE".
Passarono i mesi, Squamadiluce era cresciuto, giocava con Eragon e il pappagallo ed era diventato molto bravo a non bruciare più niente quando parlava: sì! il drago parlava ... ma purtroppo non volava! Rotolava, correva ma non volava.
Una mattina mentre tentava di volare Squamadiluce vide sui petali di una orchidea un animale che non conosceva; aveva un piccolo corpo, una testa rotonda, due antenne, delle ali grandi.
Il drago incuriosito chiese" chi sei?" L'animaletto rispose "sono una farfalla e mi chiamo Violetta, dal colore delle mie ali" e volò via nel cielo azzurro.
Il drago allora cominciò a sbattere le sue lunghe ali, ma niente accadeva, continuava a cadere e il suo naso a pera era tutto rotto. Violetta in cielo rideva, rideva e stava per arrivare sul muso di Squamadiluce per prenderlo in giro; quando pensò che era una brutta cosa, da non fare.
Quindi si posò piano sulla pancia del drago, con pazienza cominciò ad insegnargli a volare.
Un drago e una farfalla volavano nel cielo: era uno spettacolo fantastico tutti nella foresta erano felici.
Eragon, allora prese la sua bacchetta magica e disegnò nell'aria un cuore rosso da cui usciva un albero.
Il cuore rappresentava l'amore, la pazienza e la comprensione che Violetta aveva avuto per Squamadiluce; l'albero invece rappresentava la speranza che tra esseri diversi, possa crescere l'amicizia.
Amicizia e solidarietà sono i sentimenti che fanno brillare i colori del Regno del Colore, che altro non è che ... la VITA.