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Un giorno, nel Regno fatato del Bianco Incontaminato, Fata Neve, Fata Ghiaccio e Fata Cristallo, si erano riunite sopra le nubi per la tradizionale tazza di tè.
Mentre le tre amiche chiacchieravano allegramente di magie, di incantesimi e di sortilegi, scorsero in lontananza, Principessina Bianca, tutta intenta a tessere una rete-scudo, per salvare il Regno dal pericolo imminente del Disgelo.
"Tra trenta giorni, sulla Terra," - disse la Principessa a Madamigella Nebbia - "Sarà Primavera. L'aria tiepida del Pianeta Blu, giungerà fino a noi, decretando la nostra fine!" e scoppiò a piangere disperatamente.
Le tre Fate si guardarono incredule e preoccupate. Con l'inseparabile bacchetta magica tracciarono, quindi, dei cerchi nell'aria e pronunciarono la seguente formula: "bidibodibibù bidibodibibà, da Principessa Bianca portaci là, là, là!".
Fu così che Fata Ghiaccio, Fata Neve e Fata Cristallo in men che non si dica si trovarono al cospetto di Sua Altezza Reale.
"Oh care Fate! Capitate proprio a dovere!" - esclamò la Sovrana - "Devo finire di tessere la rete-scudo, prima dell'arrivo dell'aria primaverile. E come se non bastasse, la malefica Strega Distruzione ha fatto un sortilegio. Per poter proteggere il Regno del Bianco Incontaminato, la rete-scudo deve essere di un filato non semplicemente bianco, ma altrettanto luminoso, freddo e tranquillizzante ... Purtroppo nel mio Reame... tutto è assolutamente candido."
In quell'istante, il cielo si oscurò e divenne di un blu davvero cupo. Nella profondità del blu, apparve la Regina della Notte, la Luna o Selene.
"Principessa Bianca" – esclamò - "ho sentito dire che il Vostro Regno è in pericolo, ne sono davvero molto dispiaciuta" e si lasciò scappare una lacrima che cadde sulla neve. La lacrima selenitica brillava di una luce pallida e glaciale, ma allo stesso tempo, soave, chiara e infinitamente rassicurante.
Le tre Fate, alle quali non sfuggiva nulla, crearono all'istante un involucro trasparente. Vi racchiusero la zolla di neve, su cui era adagiata la lacrima lunare. Fecero un incantesimo e resero fatata la nuova tinta. Poi, si rivolsero alla Monarca: "Maestà, Maestà ... Cosa ne dite di questa tonalità?"
La sfumatura freddissima, indicibilmente lucente e rasserenante della lacrima di Selene, si riflesse negli occhi gelidi della Principessa, colorandoli di un bianco metallico. L'inedita colorazione aveva reso, se possibile, lo sguardo di Sua Altezza Reale ancor più glaciale, brillante, armonioso e ammaliante.
"E' questo il colore che desidero!" - esclamò esultante la Sovrana. Anche Madamigella Nebbia era d'accordo.
In fondo l'inconsueta tinta era pallida, pacata, riservata, elegante e non strideva con le sue prerogative di Nebbia, ma nemmeno con quelle di Neve, Ghiaccio e Cristallo, anzi, essa impreziosiva ed illuminava, in modo raffinato, il Regno del Bianco Incontaminato.
Le amiche fatate, dunque, intinsero delicatamente le loro bacchette nella lacrima della Luna e colorarono il filo della rete-scudo.
...Come d'incanto ... la Monarca, la Damigella e le tre magiche compagne scoppiarono in una risata piacevole, contagiosa, fresca ed allegra, che si propagò per tutto il Regno, consolidando l'amicizia tra le creature.
Principessa Bianca alzò lo sguardo al cielo e, con un cenno della mano, ringraziò la serafica Selene.
Le tre Fate proclamarono la tonalità innovativa, il loro Colore e … lo chiamarono argento, in onore della Regina della Notte, la Luna o Selene, conosciuta anche come l'Astro d'Argento.