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Nella notte dei tempi, dopo una furiosa tempesta lunare, comparve nel cielo un arcobaleno grandioso, che brillava più del solito, perché nella sfida con il cielo era riuscito ad impossessarsi di alcuni colori: il rosso passione, l’arancione energia, il giallo gioia, il verde speranza, il blu armonia, il viola mistero e l’indaco… che era rimasto senza una vera e propria identità, perché era troppo irrequieto.
Però anche l’indaco voleva rappresentare qualcosa, ma era ancora troppo indeciso fra il sogno, l’illusione, la magia ... così decise di lasciarsi scivolare sulla Terra, il Pianeta vivente, per decidere con più accuratezza e verificare cosa mancava all’Uomo.
Dapprima attraversò l’atmosfera, poi osservò le stelle e poi le nuvole, che lo trasportarono fino all’estremo Oriente, quando una improvvisa e scherzosa folata di vento lo catapultò in India e precisamente nei pressi del Taj Mahal, un luogo sacro, ricco di storia e di amore, una vera e propria meraviglia del mondo.
L’indaco si perse, perse lo sguardo nella bellezza, si lasciò travolgere dalla favola, no anzi dalla realtà … così decise di raccontare a tutti queste suggestioni da mille e una notte, mai descritte prima d’ora.
L’indaco così partì lungo la via della seta, attraversando la Persia, la Siria per giungere fino all’Europa, dove narrò l’importanza della bellezza e di come il valore dei sentimenti e dell’anima fossero più importanti di ogni altra cosa e di ogni altro bene materiale conosciuto dall’Uomo.
Dopo questo lungo viaggio, l’indaco aveva finalmente trovato la sua identità, risalì così verso l’arcobaleno, fiero di essere ricordato come il colore della riflessione, anche se con un tocco di nostalgia per le meraviglie del mondo terreno, che da quel momento poteva osservare solo dalla volta celeste del cielo.