PAGLIACCIO ORESTE E L'AMORE

Ascolta l'audioracconto (durata 10 minuti) | Guarda il video in LIS | Credits
[Clicca sulle immagini per leggerne una descrizione dettagliata o visualizzarle in alta definizione]

Un pagliaccio dal naso rosso e i capelli arancioni è seduto su uno sfondo blu, accanto alla scritta colorata di verde, viola e bianco "Il Pagliaccio Oreste ...e l'amore, il racconto di Oreste Valente". Indossa una giacca verde acceso e dei pantaloni verde scuro, entrambi con risvolti a righe bianche e rosse. In testa calza un cappellino verde dal quale spunta una margherita e al collo ha un grosso papillon verde a pois viola. Le grandi scarpe sono bianche e rosse.Pagliaccio Oreste voleva sapere che cosa fosse l’amore. Sapeva che l’amore è il sentimento più magico e misterioso nella storia del mondo. Tutte le persone che incontrava gli dicevano che era un pagliaccio intelligente e simpatico, un buon pagliaccio, ma che gli mancava qualcosa. Gli ripetevano in continuazione che viveva solo, che viaggiava solo, che troppo spesso teneva il telefono spento, che si perdeva per ore a guardare le stelle, che stava troppo tempo disteso sul divano davanti alla tv... Pagliaccio Oreste si fidava molto dei suoi amici, ascoltava i consigli di tutti, anche di quelli più saccenti che parlavano di amore forse senza averlo mai provato o praticato. “Che cos’è l’amore? Per comprendere la sua essenza profonda devo davvero trovare una fidanzata Pagliaccia? Dove devo andare, a quale indirizzo, per conoscere l’amore e girare spensierato come una trottola?... Come si fa a sentire le farfalle nella pancia? - ripeteva tra sé e sé, un po’ attonito e sconsolato. Se chiedeva alla luna che cosa fosse l’amore, lei per tutta risposta diventava più brillante che si può. Se interrogava le stelle queste formavano all’istante per lui costellazioni mai viste che sembravano fuochi d’artificio. Per non parlare dei fiori che per rispondergli in pochi secondi diventavano più profumati e prendevano la forma del cuore.

Un giorno indossò il suo vestito più bello, una giacca di pelle di luna, un cappello a cilindro, prese le scarpe della festa, erano scarpe che sembravano beauty case o valige, perché si sa che i Pagliacci indossano scarpe molto grandi. Non passava di certo inosservato Pagliaccio Oreste vestito cosí, e così accomodato, partí per una nuova scoperta del mondo, alla ricerca dell’amore. Doveva e voleva incontrare l’amore e innamorarsi e capire profondamente l’essenza dell’amore. In realtà Pagliaccio Oreste sapeva a memoria tante poesie, aveva ascoltato tutte le canzoni che mai fossero state scritte sull’Amore e conosceva a memoria anche quelle che ancora dovevano essere scritte e che sarebbero state presentate in futuro al Festival di Sanremo. Eh sì, Pagliaccio Oreste aveva libero accesso alle Stelle dell’Ispirazione. Erano stelle che sembravano casette. C’erano per ogni sorta di ispirazione. Entrava e stava lì dentro per ore. Pagliaccio Oreste vestito di tutto punto, col cappello a cilindro e bastone, si incammina per un sentiero di colore viola che serpeggia tra colline verdeggianti e il dorato deserto d'Egitto, in mezzo a fiori rossi a forma di cuore. In cielo, una luminosa falce di luna e tante stelle che sembrano formare dei fuochi d'artificio. All'orizzonte si stagliano alcuni celebri monumenti di tutto il mondo: il Cristo di San Paolo; i grattacieli, la Statua della Libertà e il ponte di Brooklyn di New York; il Big Ben di Londra; il Duomo di Firenze; il Colosseo di Roma; la Torre di Pisa; il Ponte di Rialto di Venezia; le Piramidi; il monte Fuji; una Pagoda; il Taj Mahal; il Teatro dell'Opera di Sidney.

“Che cosa ancora devo sapere e che cosa c’è ancora da dire che non sia stato ancora detto sul sentimento più bello che possa esserci, il primo forse, l’unico che dovrebbe muovere il mondo?”- si interrogava preoccupato Pagliaccio Oreste camminando per le strade della terra. Si rinchiuse per piú lustri nelle biblioteche più importanti del mondo. Spulciava manoscritti antichi o libri appena stampati. Una volta ad Alessandria d’Egitto scese sottoterra e trovò descrizioni sull’amore antiche come le Piramidi. Aveva viaggiato dappertutto Pagliaccio Oreste e tante suole di scarpe aveva consumato e quando stanco tornò a casa passò le notti su internet a interrogare Google su che cosa fosse l’amore e dove lo si potesse incontrare. Tante risposte, tante curiosità, tante suggestioni ma nessun indirizzo preciso di dove poter incontrare l’amore vero, duraturo, eterno. Si ricordò improvvisamente che abitava in cielo molto molto in alto un grande saggio chiamato Agostino e Pagliaccio Oreste decise di andarlo a incontrare. Un giorno che era triste e aveva riempito tre fazzoletti di lacrime, un amico gli aveva regalato una poesia di Agostino che diceva così: Se mi ami non piangere!

Decise allora che era arrivato il momento giusto per conoscere il mistero immenso del cielo dove ora Agostino viveva, vedere e sentire quello che si sente e si vede in quegli orizzonti senza fine e in quella luce che tutto investe e penetra. Bellezza, affetto, tenerezza, e sicuramente amore. Arrivò sulla nuvola di Agostino. Era una nuvola rotonda e soffice che sembrava una meringa gigante e subito si sentí accolto in quella serena e gioiosa e meravigliosa casa, dove sicuramente avrebbe potuto dissetarsi alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore. Si schiarì la voce Pagliaccio Oreste e cominciò timoroso ma tranquillo a parlare: “Buongiorno maestro. Dunque. Vorrei sapere che cosa sia l’amore vero è dove lo possa incontrare. Prima di rivolgermi a lei ho cercato tante risposte... Che cos’è l’amore vero? Una bella risposta mi è stata data da Antoine De Saint-Exupery, che ha scritto che il vero amore ha inizio quando nessuna cosa è richiesta in cambio!

Chiuse gli occhi, respirò profondamente e ascoltò il suo cuore. Riaprí gli occhi e sorridente e molto pacato domandò: “Maestro Agostino Per trovare l’amore devo tacere?” Rispose Agostino: “Sia che tu taccia, taci per amore.” “Forse allora devo parlare di piú?” - incalzò Pagliaccio Oreste. “Sia che tu parli, parla per amore.” – Lapidario, Agostino. “Devo dunque cambiare e correggere i miei comportamenti e atteggiamenti alla vita?”- esclamò entusiasta il nostro Pagliaccio. “Sia che tu corregga, correggi per amore.” - disse Agostino, come completando una poesia. “Ho capito, devo perdonare di più.” - replicò raggiante Pagliaccio Oreste con una intensità nuova. “Sia che tu perdoni, perdona per amore.”- concluse Agostino. Pagliaccio Oreste rimase sconcertato. Queste risposte creavano in lui ancora più confusione: rimase in silenzio, basito, e non sapeva più che cosa domandare. Il saggio Agostino allora lo guardò fisso negli occhi, gli prese le mani e disse: “Sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene. Ama e fa ciò che vuoi.”

Con poche e semplici parole gli fece scoprire il grande potere della semplicità. Alla fine scopri che l’Amore si incontra per caso nel momento più impensato della vita. Può essere un piccolo gesto, un sorriso, un aiuto, una buona parola, un raggio di sole che per un secondo ti colpisce negli occhi, un profumo, un paesaggio naturale mozzafiato che non ti aspettavi, la neve che tutto ovatta. L’amore, quello vero, piú è inaspettato e inatteso più fa miracoli e fa vivere meglio. “Tutto è così semplice, anche se noi non siamo semplici”- concluse felice Pagliaccio Oreste pronto ad una nuova avventura.

 

Torna all'indice 'Il Pagliaccio Oreste'