Che il Festival di Sanremo divida l’opinione pubblica è una vecchia storia. C’è chi ne parla bene e chi ne parla male. Ma su una cosa sono tutti d’accordo e cioè che la più importante rassegna musicale italiana, che quest’anno celebra la sessantasettesima edizione, esprima il costume nazionale come nessun’altra manifestazione pubblica è in grado di fare, a eccezione del campionato di calcio.
Nato nel 1951 da un’idea di Angelo Nicola Amato, direttore delle pubbliche relazioni del Casinò di Sanremo, e di Angelo Nizza, affermato nome del varietà di quegli anni, il Festival riscosse un tale successo che tre anni dopo, nel 1954, la diretta radiofonica fu affiancata da quella televisiva.
Da allora la kermesse ha lanciato i più bravi cantanti italiani, da Claudio Villa a Adriano Celentano fino a Eros Ramazzotti, e attraverso la musica ha raccontato le vicende del paese dal dopo guerra ad oggi – come documentato in Storia della canzone italiana, un bel saggio di alcuni anni fa a firma di Gianni Borgna.
Per comprendere il clima di attesa che ogni volta si respira alla vigilia del Festival, basta dare un’occhiata ai giornali delle ultime settimane. Da Angela Calvini, su «L’Avvenire» del 21 gennaio, che ha colto un’intonazione anni Ottanta nelle scelte artistiche dei selezionatori, a Manuel Agnelli degli Afterhours che su «Repubblica» del 29 gennaio ha scritto della propria esperienza nel 2009 al Teatro Ariston.
Si è mossa pure l’editoria con La Nave di Teseo, la casa editrice diretta da Elisabetta Sgarbi, che ha pubblicato Questa sera canto io, la biografia di Adriano Aragozzini, a lungo patron del Festival.
Intanto diverse testate («L’Unità» del 7 gennaio, «Il Dubbio» e «Il Fatto Quotidiano» del 24 gennaio, «La Stampa» del 25 gennaio e infine «L’Avvenire» del 27 gennaio) hanno ricordato il tragico avvenimento dell’edizione del 1967, quando il tormentato Luigi Tenco decise di farla finita. La vicenda è raccontata ora nel libro Vita di Luigi Tenco per Bompiani, dove l’autore Aldo Colonna indaga sui possibili retroscena della vicenda.
Tuttavia l’episodio più emblematico di Sanremo rimane la vittoria di Domenico Modugno nel 1958 con Nel blu dipinto di blu (familiarmente conosciuta come Volare) che ancora oggi rappresenta la musica leggera italiana all’estero, oltre a rammentare la felice stagione del boom economico che connotò la crescita dell’Italia tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta.
Il conduttore Carlo Conti è stato bravo a intercettare quella voglia di nostalgia che recentemente è divenuta una tendenza, come ha fatto notare Emiliano Morreale su «Repubblica» del 30 gennaio, senza però dimenticare le nuove mode musicali e facendo dell’appuntamento sanremese il crocevia di differenti umori.
Il Festival di Sanremo ha una storia ormai ragguardevole. Vi invitiamo a ripercorrerla con la puntata “Cronache di Sanremo” della nostra opera multimediale C’era una volta… in onda e a ricordare in particolare le ultime dieci edizioni con la sintesi di Radio 7 Live.
Dagli archivi Rai abbiamo selezionato per voi i documenti più interessanti e divertenti per sapere qualcosa in più di Sanremo.
L’Eco della storia di Gianni Riotta, con l’aiuto del critico Gino Castaldo e i preziosi ricordi del presentatore per eccellenza, Pippo Baudo, ha raccontato “L’Italia che canta. Sei decenni del Festival di Sanremo” (durata 57 minuti).
Sempre grazie a Rai Storia possiamo commemorare tre grandi personaggi indissolubilmente legati al Festival:
Nunzio Filogamo, la voce amica della radio (durata 1 minuto)
Modugno e la canzone immortale (durata 1 minuto)
Claudio Villa, il "reuccio" della canzone (durata 1 minuto).
Con Tv Talk possiamo assumere punti di vista più originali sulla storia della manifestazione sanremese e la sua risonanza in Italia e all’estero:
66 anni di conduzioni del Festival di Sanremo in 90 secondi (durata 2 minuti)
Incidenti e colpi di scena, la storia degli imprevisti in 66 anni di Festival (durata 2 minuti)
Il Festival di Sanremo secondo il prof. Simonelli (durata 3 minuti)
Sanremo visto dalla stampa estera, perché piace anche oltreconfine? (durata 3 minuti).
Pippo Baudo pensava certamente anche al Festival di Sanremo quando disse: “La televisione è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c’è sul pavimento e quando vai a spremerla esce fuori il succo della società.”