Mentre Roma brucia, Francesco Totti e Ilary Blasi ci comunicano la decisione di separarsi. Va a fuoco il parco di Centocelle e un’immensa nuvola nera oscura il cielo della Capitale e, intanto, nell’apparato mediatico il disastro entra in competizione con la notizia che il per sempre Capitano della Roma e la sua consorte da diciassette anni se ne vanno ognuno per proprio conto e lo fanno sapere con due comunicati separati, non essendo riusciti a mettersi d’accordo nemmeno su una dichiarazione comune.
Ora, sappiamo quale e quanta sia la forza di attrazione della coppia, il mix irresistibile che può sprigionare un campione tra i massimi del calcio nazionale caratterialmente assunto a una certa idea sorniona, ingenua-furba della romanità, e un’icona di bellezza tra le più seguite in televisione. Ilary e il Pupone sono i protagonisti di una storia seriale che dura da diciassette anni e che i media hanno via via alimentato e costruito a uso e consumo di un pubblico che nella coppia e nella diveniente temperatura della loro relazione ha trovato un appeal irresistibile: calcio, amore, bellezza, fedeltà, ricchezza, figli, felicità, favola.. e poi poco a poco il gossip, gli spifferi, i sussurri, le fuoriserie improvvidamente parcheggiate sotto un condominio malandrino, la bella che è entrata nelle grazie del Capitano, i tweet di un bellimbusto.. fino al patatrac che colpisce al cuore i tifosi nel senso più ampio del termine e cioè gli affezionati delle vicende della coppia, un esercito sterminato di amici che tutto vogliono sapere, ancor più quando del sogno bellissimo rimangono solo i cocci con aggiunta di corna che sembrano plausibilmente reciproche.
Dunque, non stiamo parlando di occasionali partecipanti al gioco dei media ma di protagonisti decennali, assurti al mito che il nostro tempo è capace di concedersi. Il caso vuole che mentre si sta consumando l’ultimo atto di un matrimonio che doveva essere modello, si alzino fiamme imponenti e terribili nel cielo di Roma. Ora, il caso ha sempre una necessità, se non altro perché alla fine evidenzia una sfasatura , una sproporzione, un eccesso che invece non sono affatto contingenti ma appartengono al vigente ordine delle cose. E qui accade che i due accadimenti vengano risucchiati in una macchina dell’informazione che di per sé non fa differenze, li accoglie e li alimenta esattamente come il caldo - e qualche losca mano del triviale e cinico sottobosco degli inconfessabili affari dell’inferno romano - fa con gli incendi, e li impone ai vertici del discorso sociale e anche di un Paese che nel frattempo fatica sempre più a distinguere. Sul perché possiamo anche interrogarci senza facili sociologie e collocando la domanda in un orizzonte in cui tante certezze sono venute meno, la debolezza culturale si è accentuata e i media - dalla televisione alla rete - hanno assunto una preminenza senza confronti e alternative possibili.
Quella tra la Coppia scoppiata e l’immane rogo capitolino non è dunque una casuale coincidenza, ma la inequivocabile logica delle news, perché la cronaca - bianca, nera, quale che ne sia il colore - genera ormai i titoli con cui aprono giornali e telegiornali, con lo strutturale accompagnamento dei commenti sui social network.
Peraltro, non è un fenomeno nuovo e non è proprio il caso di svegliarsi e stupirsi. Da anni si parla dell’infotainment, della convergenza tra informazione e intrattenimento, così come tutt’altro che recente è l’ascesa nelle scalette e dei programmi di approfondimento - e non solo in quelli di facile intrattenimento - di casi proposti dalla cronaca, attorno a cui si costruiscono talk-show seriali che da un giorno all’altro s’interrogano su una questione diventata fondamentale per il pubblico. Una separazione come un processo in corso, le nozze della principessa e l’ultima passione del tronista, interi daytime televisivi vengono riempiti di confetti, lacrime e sangue a uso e consumo di un pubblico di cui è difficile capire quale sia il confine tra l’interesse e l’esposizione alla potenza mediatica, tra l’emozione e il condizionamento del contesto.
Studi su studi si sono impegnati a capire, ma certamente è una questione sociale e culturale questo rifugiarsi nel perimetro eccitante e tranquillizzante della cronaca-gossip, lontano da una realtà per tanti versi deludente e preoccupante. Meglio Ilary e Francesco che riempiono della chiacchiera di sé il vicinato televisivo che l’inflazione, il Palazzo che litiga, il caldo soffocante, la camorra, la mafia.. Ah, ci sarebbe pure Roma che brucia. Sai che ti dico, chiudo le finestre e guardo la televisione che racconta di quella coppia che era dorata…