VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Il Santone

Di Guido Barlozzetti

 

Un uomo cammina nel mezzo della strada con un sorta di saio bianco e sandali, l’impressione che sia caduto giù dal cielo o forse da una nuvola. Si apre così la serie Il Santone #Lepiùbellefrasidioscio, con la voce off del protagonista interpretato da Neri Marcoré: “Sono io, l’io che era prima”. Dunque, qualcosa è successo ed è il caso di raccontarlo. Un modo ormai frequente nella fiction, cominciare da un dopo e fare un lungo giro per arrivare … all’inizio.

Con sottotitoli e audiodescrizioni a cura di Rai Pubblica Utilità, va in onda su Rai Play una serie in dieci episodi, un formato breve - venticinque minuti - produzione Stand by me in collaborazione con Rai Fiction.

Una storia tutta nel genere della commedia e però diversa dal solito, anzitutto per la scelta di un personaggio eccentrico e estemporaneo, tutta giocata sull’ironia verso certi fenomeni leaderistici e carismatici che, dalla politica allo sport a tutta la nuova generazione degli influencer, s’impongono alla massa attraverso i mezzi di comunicazione.

Dunque, una proposta rivolta a un pubblico complice, diverso da quello - più adulto nelle abitudini - che segue in genere le fiction generaliste, e per questo visibile in esclusiva su Rai Play. Ormai la piattaforma è diventata una delle destinazioni strategiche dell’offerta di Rai Fiction che qui, in questo ambiente on line, può cercare di entrare in contatto con segmenti di pubblico che non frequentano più la televisione tradizionale o non vi sono mai entrati.

Il protagonista è Enzo Baroni, antennista di Centocelle, un uomo tranquillo: amatriciana, calcio, il divano del salotto, sballottato dalla vita e dagli altri. Una moglie, Teresa - interpretata da Carlotta Natoli - con il senso pratico e anche sbrigativo delle cose, con cui il filo dell’amore si è intrecciato fin dall’adolescenza, e un figlia, Novella (Beatrice De Mei), l’immagine ribelle da punk di borgata, arrabbiata con il mondo e fidanzata con Mirko (Claudio Segaluscio) che fa il pusher, ma non è il ragazzaccio che sembra.

Un giorno Enzo sparisce e, dopo cinque mesi, riappare con quella veste indiana, il mundu, completamente cambiato anche nello spirito. Forse un colpo alla testa ha provocato un’amnesia su quello che gli è capitato, ma per il resto è di una lucidità disarmante.

Un atteggiamento di serafica serenità, che gli mette in distanza le cose e dunque spiazza tutti quelli che incontra: la moglie che gli chiede dove mai sia finito e gli da pure uno schiaffo ricordandogli i guai in cui ha lasciato la famiglia, la figlia che non sa darsene ragione; gli amici del bar - una compagnia che fa un po’ il coro della commedia - che prima se ne facevano beffe; persino Igor, un energumeno violento che di fronte a lui collassa, lasciando tutti esterrefatti.

Ma è quello che dice che stupisce. Baroni parla con un tono così improbabile, rallentato e solare, da essere scambiato per sapienziale e profetico, e da far sospettare che abbia poteri che eccedono le facoltà umane. Così, attira l’attenzione della televisione, e in particolare di una signora che nulla ha a che vedere con la borgata: elegante, viene da un attico del centro e soprattutto fa un mestiere che è diventato fondamentale in un tempo in cui l’immagine di sé è diventata una risorsa e un prodotto da costruire e curare in ogni dettaglio. Il Santone fa al caso suo, o almeno s’illude di poterlo usare nelle sue strategie di seduzione popolare…

Insomma, un racconto fresco e divertente e insieme una satira sociale con un uomo che ha raggiunto una consapevolezza di sé, che si accetta per quello che è e, non sottoponendosi ai condizionamenti del mondo che lo circonda, ne diventa il reagente bonario, sospeso per aria e lungimirante che fa emergere contraddizioni e paradossi. Intorno a lui una periferia che non conosce il successo, deve sbarcare il lunario, oziosa e maldestra.

La serie prodotta da Simona Ercolani e scritta, oltre che da lei e dall’ispiratore Federico Palmaroli, da Tommaso Capolicchio, Giulio Carrieri, Filippo Gentili, Giulia Gianni, Laura Grimaldi, Vanessa Picciarelli e Pietro Seghetti. La regia è di Laura Muscardin: “I riferimenti al linguaggio dei film anni ‘70, al tono divertito e imperfetto di quegli anni, è sembrato lo stile naturale per la serie. Tanto che anche nella realtà del set, nei momenti più complicati e tesi delle riprese, c’era sempre qualcuno che ricordava agli altri che dovevamo stare tranquilli perché... “aho’, stamo a FFA’ Oscio!”.

La genesi è particolarmente significativa. Spiega quanto stia cambiando il panorama della comunicazione e quanto la rete sia ormai una cornice che non solo ricontestualizza tutti i media storici, ma si dimostra anche capace di alimentare la narrazione della fiction.

Il Santone nasce infatti da un fenomeno social creato da Federico Palmaroli che con le sue vignette ha raccolto un seguito di un milione di follower. La sua pagina, LepiùbellefrasidiOsho, spopola e oltrepassa il confini della Capitale. Il segreto? Palmaroli ha preso spunto da un mistico e maestro spirituale indiano, Osho Rajneesh (1931/1990), un insegnamento con folle di adepti all’insegna dell’amore, della libertà, della gioiosa e umoristica esaltazione dell’esistenza, contro ogni potere o conformismo.

Lo ha portato a Roma nel dialetto romanesco e lo ha travasato nella quotidianità e nelle situazioni della vita vissuta. Adesso, un altro salto. Da un sito di successo alla televisione via piattaforma. 

 

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