VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Blanca, una protagonista ipovedente

Ha avuto un soddisfacente risultato d’ascolto Blanca, la nuova serie di Rai Fiction andata in onda lo scorso lunedì. Hanno seguito la prima delle sei serate quasi 5.7 milioni di spettatori, con il 26% di share.

Blanca, prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, ha esordito al meglio e il pubblico ha premiato una serie che elegge a protagonista una donna, come accade spesso nella produzione di Rai Fiction, e la connota con una particolare condizione di disabilità. Blanca Ferrando, infatti, è ipovedente e ha l’ironia e la forza necessarie per valorizzare un problema e rovesciarlo in una straordinaria qualità: “Cieca? Lo puoi dire non è un’offesa. Una che da anni non sa come va pettinata in giro, che inciampa dappertutto e che parla con un cane. Andiamo a metterci nei guai”.

Quello che potrebbe essere un motivo di marginalità si trasforma in una risorsa vincente che sbaraglia i pregiudizi sia nei confronti del femminile, sia verso la disabilità. La protagonista infatti lavora in polizia ed è una sensibile esperta di décodage, una tecnica che consente di analizzare rumori e suoni e di estrarne elementi che possono essere decisivi per l’esito delle indagini.

Maria Chiara Giannetta la interpreta con positiva freschezza, sottolineando la disinvoltura spiazzante di un personaggio che non si arrende alle circostanze ed anzi le affronta con un’ironia che disorienta chi non riesce a liberarsi dagli stereotipi. Sdrammatizza e coinvolge con la vitalità della sua energia.

Ha anche un cane, Linneo, inseparabile, che la accompagna nel privato come nelle indagini. Attorno a lei il commissario Bacigalupo (Enzo Paci) che vuole solo arrivare alla pensione evitando qualunque seccatura, l’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno), figlio di un nobile decaduto e la madre Livia (Sandra Ceccarelli) avvocatessa parecchio disinvolta. Dovrà impegnarsi a fondo per conquistare la fiducia di chi le sta vicino, e fondamentale sarà una tecnica d’indagine che nasce dalla sua situazione di ipovedente.

È qui che la vediamo in azione, quando avverte qualcosa nell’ambiente circostante è come se entrasse in una “stanza nera”, un luogo mentale in cui tutte le impressioni auditive vengono portate all’estremo e lei riesce a decodificarle e a isolare dettagli che la fanno arrivare al cuore di una situazione. Una voce, un rumore appena percettibili diventano la chiave di una soluzione.

Blanca insomma è una sorta di terremoto positivo che impone la sua normalità grazia alle sue doti straordinarie, al suo atteggiamento sempre aperto, disponibile e sostenuto dall’ironia. Come conferma la musica funk che ascolta a tutto volume in casa e nella città…

Così, in ogni episodio, viene affrontato un caso e, grazie al suo aiuto, risolto.

La vita privata? È divisa tra il collega Liguori e l’amico Nanni (Pierpaolo Spollon), giovane chef, tanto l’uno è refrattario a relazioni stabili, tanto l’altro è gentile e premuroso. Prima o poi una decisione Blanca dovrà prenderla.

Si aggiungono il padre Leone (Ugo Dighero), e Lucia (Sara Ciocca), dodici anni, figlia della vittima del primo caso di puntata.

Poi c’è l’ombra del passato. Blanca quando era bambina ha perso la vista in un incendio in cui è morta la sorella, con tutti i sensi di colpa che si porta dietro e anche alcuni risvolti inquietanti, che via via verranno alla luce.

Insomma, una serie che gioca tra giallo e comedy, con il differenziale inedito nella serialità italiana del personaggio di Blanca.

Per preparare il personaggio ha prestato la sua consulenza Andrea Bocelli: l’esperienza di una vita che non ha mai ceduto, forte di uno spirito combattivo e coraggioso che non si è mai fermato di fronte a nessuna sfida.

La serie è tratta dai romanzi di Patrizia Rinaldi: “Il mio personaggio vuole smantellare i cliché sulla disabilità. Anche se non vede, Blanca ha tutti gli altri sensi accentuati, e poi fa l’amore, si arrabbia, tiene testa a tutti. La sua fragilità è solo apparente”.

E lascia la sede originale di Napoli per ambientarsi a Genova. La scrittura seriale si deve a Francesco Arlanch, Mario Ruggeri, Lucia Cotta Ramosino e Lea Tafuri.

“L’idea di fondo - spiega il regista Ian Maria Michelini - era quella di raccontare non solo la peculiarità della condizione di un diversamente vedente, ma anche l’interiorità di un personaggio così particolare ed unico”. Da qui la scelta di farla vivere in un mondo di colore, lei stessa portatrice di colore in un mondo grigio, veicolo di una nuova energia in un mondo stanco, di luce nel buio. “Buio di cui ha imparato negli anni a non avere paura, facendolo diventare anzi un punto di forza: uno spazio interiore solo suo, grazie al quale lei può fare la differenza nelle indagini e nella vita… la sua e quella di chi le sta attorno”.

Alessandro Gassmann si aggiunge con un professore ruvido e impegnato in una missione che continua.

 

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