di Guido Barlozzetti
Nuovi protagonisti si affacciano sulla scena dell'Europa. Lascia la Presidenza della Commissione Jean-Claude Juncker e al suo posto il Parlamento Europeo elegge Ursula von der Leyen, mentre esce da Downing Street Theresa May e vi entra il nuovo premier della Gran Bretagna, Boris Johnson.
Facce nuove, più conosciuta quella di Johnson, già scoppiettante e anticonformista sindaco di Londra, rispetto a quella della neo Presidente che viene dalla Germania ed è vissuta, politicamente, sempre all'ombra della Cancelliera Merkel.
Sembrano agli antipodi, una tedesca con una bio rassicurante, da funzionario diligente, e un inglese snob e imprevedibile, perfettamente dentro le logiche del potere britannico e della cultura tory.
Vanno ad occupare posizioni importanti e decisive in una partita che riguarda il futuro dell'Europa e delle sue istituzioni, e il complesso rapporto con le realtà nazionali, che nel caso della Gran Bretagna è segnato dalla questione della Brexit, l'uscita appunto, sancita da un referendum e che Johnson ha annunciato di voler portare a termine in ogni caso, con o senza accordo, entro ottobre.
Ursula von der Leyen ha poco più di sessant'anni, è nata nelle vicinanze di Bruxelles, famiglia con tradizioni di governo che arrivano al padre Ernest, già primo ministro della Bassa Sassonia, cinque fratelli, membro della chiesa Luterana evangelica. È sposata con un professore di medicina, Heiko von der Leyen, impegnato anche nell'imprenditoria del settore. Hanno sette figli.
Studi di archeologia e economia fino alla London School of Economics and Political Science, una laurea in medicina che ha esercitato fino al 2002.
Iscritta fin da 1990 alla CDU, una carriera che passa da deputato della Bassa Sassonia a ministro nei governi Merkel, alla famiglia, poi al lavoro e affari sociali, infine alla difesa. In queste responsabilità si è impegnata per un assai controverso assegno parentale, per l'aumento dei posti nella scuola materna, il "matrimonio per tutti", una legge sulla protezione della gioventù, il contrasto alla pornografia infantile. Alla Difesa, fedeltà atlantica, ma anche flessibilità verso la Russia, un'azione energica contro le infiltrazioni jihadiste e naziste nella Wehrmacht e anche l'ombra di alcuni scandali.
Prima che arrivasse a Bruxelles, il suo nome era circolato per la Segreteria della Nato e la Presidenza della Germania. Con l'asse di ferro di Germania e Francia (e anche dei Paesi di Visegrad) è stata eletta alla Presidenza della Commissione dopo lunghe e tormentate trattative come dimostra anche il ristretto scarto dei voti ottenuti. 383, rispetto alla maggioranza necessaria di 374.
Ha annunciato che lavorerà per gli Stati Uniti d'Europa, per un Green Deal, un salario minimo e una revisione degli accordi di Dublino.
Boris Johnson è nato nel 1964 in America, a New York, da una famiglia benestante di religione anglicana con ramificazioni inglesi, ottomane, ebree, francesi e tedesche. Un nonno giornalista turco e l'altro pilota della Raf. Studi a Eton, una laurea in lettere a Oxford, con una tesi in storia antica, ama il latino (che da sindaco londinese ha imposto negli studi).
A lungo ha goduto della doppia cittadinanza, fino al 2016 quando ha rinunciato a quella americana.
Eccentrico, esibizionista, fa il giornalista e si guadagna da parte dei colleghi l'appellativo di "pataccaro". Poi viene eletto al Parlamento tra i conservatori e, dopo alcune presenze nei ministeri di Howard e Cameron, si presenta alle elezioni amministrative di Londra nel maggio 2008 e, al ballottaggio, con il 53.18% sconfigge il sindaco uscente Ken Livingstone. Politica verde, sì alle auto elettriche, superpiste ciclabili, la grande occasione delle Olimpiadi nel 2012, quando si ripresenta per un secondo mandato e batte ancora una volta Livingstone, pur perdendo i conservatori la Greater London Authority.
Nel 2015 viene rieletto in Parlamento e subito annuncia il suo impegno per il referendum Brexit. Entra nel governo May come ministro per gli affari esteri ma ne esce perché contrario alla linea morbida della premier. Diventa leader dei Tories e, con le dimissioni della May, riceve dalla Regina Elisabetta l'incarico di formare un nuovo governo.
Gli amici dicono che da sempre abbia avuto il vizio di scompigliarsi i capelli platino. Due matrimoni, cinque figli e adesso la convivenza con Carrie Symonds, venti anni di meno. Un mese fa la polizia è intervenuta chiamata dai vicini allarmati dalle urla dei due.
La parola d'ordine è Brexit a tutti i costi.