VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

le ragazze della nazionale di calcio femminile italiana si abbracciano a terra sul campo per festeggiare un gol fatto

I mondiali del calcio femminile

di Guido Barlozzetti

Amandine Henry, Dezenger Marozsan e Stephanie Houghton non sono ancora note come i colleghi maschi, ma promettono di far parlare di sé. E parecchio. Il 7 giugno sono cominciati in Francia i Mondiali di calcio femminili, con un alone d'attenzione che li sta imponendo ad evento nella grande macchina dei media.

Non avranno l'impatto degli illustri e conclamati pedatori, ma le calciatrici si presentano all'appuntamento decise a debellare i tanti luoghi comuni con cui si guarda al calcio femminile, con una sufficienza che a volte rasenta la discriminazione, di cui alcuni commenti anche in tempi recenti hanno dimostrato la resistenza. Basti ricordare, per rimanere dalle nostre parti, la contrastata e breve esperienza di Carolina Morace, prima allenatrice in Italia di una squadra maschile, la Viterbese.

Il calcio, da questo punto di vista, non è che un aspetto della generale questione della parità di genere, su cui tanti ritardi e arretratezze si devono ancora registrare, e un altro fronte di un lungo e difficile cammino di emancipazione.

Questi mondiali francesi così amplificati dalla grancassa televisiva dicono di un fenomeno non più circoscritto alle addette, ma che ha raggiunto un livello di consapevolezza e spettacolo, tale da accendere l'interesse di platee generaliste, uomini compresi. Non sono mancate le polemiche, la norvegese Ada Hegerberg, prima donna a vincere il Pallone d'Oro, ha rifiutato la convocazione in nazionale per protestare contro il gender pay gap, la differenza nei compensi che le donne devono ancora scontare.

La calciatrice che guadagna di più è una brasiliana, Maria Vieira Da Silva, che è stata accolta nella Hall of Fame del Maracanà: vogliamo paragonare i suoi 500mila dollari alle decine di milioni di Ronaldo? E certamente vorrà dire qualcosa un monte premi fissato dalla Fifa a 30 milioni di euro, a confronto dei 440 destinati agli uomini per i prossimi Mondiali in Qatar.

Ottava edizione questa francese, la prima si è giocata nel 1991, con un ritardo evidente rispetto ai maschi che hanno debuttato nel 1930 e sono arrivati alla ventunesima edizione. I primi tornei continentali risalgono al 1975 in Asia e al 1984 in Europa. Poi, la crescita delle attività e delle praticanti convinsero la Fifa a organizzare un torneo di prova in Cina con dodici squadre e un successo che fu decisivo per inaugurare ufficialmente la competizione, ancora in Cina e con dodici nazionali. Vinsero gli Stati Uniti. L'Italia, con quattro gol di Carolina Morace, che con le sue prodezze si impose a testimonial e tanto contribuì allo sviluppo del calcio femminile in Italia, arrivò ai quarti di finale dove fu sconfitta dalla Norvegia che vinse, a sua volta, l'edizione del '95.

Quattro anni dopo un Mondiale spettacolare negli Usa, che si aggiudicarono il trofeo in una finale con la Cina al Rose Bowl di Pasadena a cui assistettero 90mila spettatori. Le calciatrici tedesche primeggiarono nel 2003 e nel 2007. Poi, il Giappone e, due volte, ancora gli Stati Uniti, nel 2015 sui campi sintetici tanto contestati del Canada.

La Federazione Italiana Calcio Femminile risale al 1968, anno in cui si tenne il primo campionato vinto dal Genoa. Dimensioni ancora contenute del movimento, attualmente siamo a 23mila praticanti, ma risultati dignitosi nelle competizioni internazionali. In Francia, si affrontano ventiquattro squadre suddivise in gironi di quattro, con l'Italia che partecipa dopo un girone di qualificazioni in cui ha vinto tutte le otto partite disputate, subendo solo quattro gol.

Nelle eliminatorie ha sconfitto per 2 a 1 l'Australia – con due gol di Barbara Bonansea, il secondo nei minuti di recupero - e deve ancora vedersela con Brasile e Giamaica. Non è certamente la favorita, ma l'entusiasmo può fare molto. Tra i favoriti, oltre alla Francia che gioca in casa, gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania e la Gran Bretagna. Finale il 7 luglio a Lione.

 

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