di Guido Barlozzetti
Una bufera di polemiche colpisce i Golden Globe, il più prestigioso premio cinematografico dopo gli Oscar.
Sotto accusa una modalità di selezione dei membri della giuria non trasparente e soprattutto chiusa all'inclusione, in particolare nei confronti degli afroamericani. Gli strali si appuntano sull'Hollywood Foreign Press Association (Hfpa) che dal 1943 gestisce i premi.
Le reazioni sono state clamorose. Tom Cruise ha restituito i tre Golden Globe ricevuti nel corso della sua carriera per Jerry Maguire, Nato il 4 luglio e Magnolia e un network potente come la Nbc ha annunciato di avere annullato la trasmissione della cerimonia di premiazione del 2022, mentre anche altre star sono scese in campo, da Scarlett Johansson a Mark Ruffalo.
Sulla questione, si sa, in America la sensibilità è fortissima, come hanno dimostrato le proteste e i disordini all'insegna del Black Lives Matter, un movimento attivo fin dal 2012 contro il razzismo. Tutti ricordiamo cosa è successo dopo la morte, il 25 maggio dello scorso anno a Minneapolis, di George Floyd, soffocato da un agente che con un ginocchio sulla gola gli impediva di respirare. In questo clima, l'esigenza dell'inclusione è diventata una parola d'ordine a ogni livello, nelle storie che il cinema e la televisione raccontano come nei cast o nelle giurie di un premio.
Era da un paio di mesi che delle nubi stavano oscurando il cielo dei Golden, a febbraio, poco prima della consegna dei premi di quest'anno, un'inchiesta del Los Angeles Time aveva rivelato che tra gli 87 membri della giuria non compaiono rappresentanti di minoranze etniche e che i criteri di scelta sono del tutto opachi, per non parlare dei "doni" che i giurati ricevono dalle Case di Produzione, naturalmente interessate a indirizzare il loro giudizio. Varie testimonianze hanno parlato di un circolo blindato, un vero e proprio "cartello", che non rende conto di sé, dell'utilizzo dei fondi, della rappresentatività nazionale dei membri e di un sistema di rapporti su cui fondati sono i sospetti di corruzione.
Adesso, il coro dell'indignazione si è fatto potente, ancor più forte per il clima di intransigenza che su questi temi si registra negli States. Un fronte su cui si toccano le rivendicazioni del "politicamente corretto" e le battaglie in nome di chi si ritrova ai margine di una società in cui sono profonde le discriminazioni e le disuguaglianze.
Così, all'uscita delle stelle hollywoodiane che hanno puntato il dito sulle modalità tutt'altro che trasparenti che governano l'assegnazione dei premi, hanno fatto seguito, oltre alla presa di posizione della Nbc, quelle di Amazon e Netflix che hanno annunciato l'intenzione di chiudere i rapporti con i Golden Globe fino a quando non partiranno "riforme significative".
Il presidente di Hfpa, Ali Sar, ha cercato di affrontare le proteste e ha detto che la giuria verrà equilibrata entro diciotto mesi con l'immissione di nuovi membri, (+50% rispetto agli attuali), che sarà affrontata la questione delle regalie sospette e saranno assunti reporter neri.
Non è bastato, la Nbc ha preso atto e, alla luce dei tempi annunciati, ha detto che non trasmetterà l'edizione 2022 e che se ne riparlerà solo nel 2023: "Siamo convinti che la HFPA sia motivata a compiere questa importante riforma. Tuttavia, un cambiamento di questa portata richiede tempo e lavoro, e riteniamo che la HFPA abbia bisogno di tempo per fare le cose bene. Per questo, la NBC non trasmetterà i Golden Globe nel 2022. Se l'associazione porterà a termine il suo piano di riforma, siamo fiduciosi di poter tornare a trasmettere lo show nel gennaio del 2023".