Arpocrate
Dio del silenzio di origine egiziana, considerato figlio di Iside e di Osiride.
Tanto in Grecia quanto a Roma la sua statua è posta all'ingresso dei templi, a simbolo che si deve onorare il luogo sacro con il silenzio e ricordare agli uomini che l'imperfetta conoscenza del divino non permette loro di parlarne a sproposito.
Tipici sono anche i sigilli con la figura di Arpocrate quale guardiano dei segreti delle lettere.
L'iconografia lo ritrae come un ragazzo nudo o coperto di un vestito a strascico, pettinato con una mitra all'egiziana o col capo sormontato da un cestino mentre stringe, in una mano la cornucopia e nell'altra, o un fiore di loto oppure una faretra.
Ma il tratto che soprattutto lo distingue è il gesto del dito indice sulla bocca, per raccomandare il silenzio e la discrezione.
La civetta, simbolo della notte, è spesso posata ai piedi della statua.
Tra gli alberi, il pesco e il loto sono consacrati ad Arpocrate poiché - dice Plutarco - la foglia del pesco ha la forma di una lingua ed il frutto quella del cuore, emblema del perfetto accordo tra sentimento e parola.
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